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Convegno Banca d’Italia Milano e Anspci – COSTO DELLA CRIMINALITA’ E TUTELA DELLE IMPRESE

(mi-lorenteggio.com) Milano, 24 ottobre 2018 – La sottrazione di risorse vitali per lo sviluppo delle imprese che operano nella legalità, con i relativi costi, va prevenuta e combattuta da magistratura e forze di polizia con l’obiettivo di puntare a un Paese dalla sana competitività, per una solida e duratura crescita economica e civile. Il tema è stato affrontato nel corso del Convegno di studi “Costo della criminalità e tutela delle imprese” organizzato a Milano da Banca d’Italia e da Anspci-Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito.

Giuseppe Sopranzetti, direttore della sede di Milano di Bankitalia, che ha aperto i lavori con Ercole Pellicanò direttore Anspci, ha ricordato le diverse iniziative di comunicazione per allertare istituzioni ed opinione pubblica sulla pervasività del fenomeno che, secondo Mario Draghi, può mettere in pericolo la democrazia: “Quando sette anni giunsi a Milano – ha detto – non si conosceva l’esistenza della criminalità organizzata in Lombardia”.

Bankitalia ha affrontato anche i temi dell’evasione e della corruzione. Qualche esempio delle conseguenze. Se la pressione fiscale in Italia è mediamente pari al 42% rispetto a una media Ocse del 35%, essa supera il 50% nei confronti di chi rispetta le regole; corruzione ed evasione equivalgono a 130 miliardi di euro l’anno, pari all’8% del Pil. Se fossero contenute in limiti fisiologici, oggi il debito pubblico sarebbe del 70% invece che di oltre il 132 per cento.

Il danno all’economia creato dalle mafie è confermato dalla diffidenza degli investitori stranieri ad operare nel nostro Paese. Inoltre, è all’origine di una forte emigrazione di persone qualificate dalle regioni più inquinate verso altre regioni o verso l’estero.

Nella tavola rotonda successiva, coordinata da Filippo Cucuccio, direttore generale Anspci, sono emersi altri dati impressionanti:

Secondo il procuratore Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, le mafie nel mondo gestiscono annualmente oltre 530 miliardi di dollari, 30 dei quali in Italia. Qui da noi si assiste ad un profondo quanto pericoloso cambiamento del loro modus operandi: sempre meno lupare e sempre più colletti bianchi (ma tornano a mostrare il loro volto violento quando l’imprenditore colluso non rispetta i patti), legami sempre più stretti con l’economia legale, trasferimento dalle regioni povere a quelle ricche del Nord (in particolare la ‘ndrangheta ha i suoi capisaldi nel triangolo Milano-Monza Brianza-Como). E sugli appalti: “Il codice non è più sufficiente, le organizzazioni mafiose riescono a creare cartelli di 60-70 imprese che finiscono per vincere gli appalti stessi. Serve una banca dati per inserirvi i nomi delle imprese che concorrono, in maniera tale poterle smascherare”.

Per Antonio Calabrò, vice presidente di Assolombarda, l’informazione, e’ necessario partire dall’ insegnamento scuolastico, strumento fondamentale per comprendere e quindi combattere il fenomeno criminale. Il mondo delle imprese è sensibilizzato al problema e si è organizzato per contrastarlo. Ma è necessario, oltre all’intervento delle istituzioni, anche l’apporto dell’opinione pubblica e delle istituzioni, come d’altronde sta avvenendo

Una rete, insomma, che vede quali attori Procura, Guardia di finanza, Agenzia delle entrate e commercialisti e che ha dato risultati positivi come nel caso della voluntary disclosure” la quale consente di far rientrare dall’estero capitali “irregolari” altrimenti difficilmente perseguibili, ha detto Francesco Greco, Procuratore capo della Repubblica di Milano. Ha aggiunto che la Lombardia è di gran lunga al primo posto per richieste di voluntary che ammontano ad oltre il 48% del totale di circa 60 miliardi di euro, seguita a distanza da Piemonte ed Emilia Romagna.

Quindi gli interventi di Giuseppe Castagna, amministratore delegato Banco Bpm, che ha informato sull’attività delle banche a tutela della legalità; e di Giuseppe Vicanolo, gen. C.A. Com. Interregionale Guardia di Finanza che ha richiamato l’attenzione sulka fatturazione elettronica in vigore dal primo gennaio prossimo, potente strumento antievasione in tempo reale.

B S.

Foto:
– Giuseppe Sopranzetti ed il prres. di Europasia Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici

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