Milano 25 febbraio 2007 – Soddisfatto ieri l’assessore allo Sport e Tempo libero di Milano, Giovanni Terzi, della ricognizione tecnica avvenuta questa mattina allo stadio “Meazza”, per verificare, insieme ai membri dell’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive, lo stato dei lavori e la messa a norma dell’impianto.
All’incontro, oltre agli esponenti della Commissione, erano presenti i rappresenti della Prefettura, della Questura, del Comitato Provinciale di Vigilanza e delle due società concessionarie dello stadio.
“Tutte le istituzioni cittadine, la Prefettura, la Questura e i membri delle Forze dell’Ordine insieme al Comune e alle due società calcistiche – ha detto l’assessore Giovanni Terzi – hanno lavorato nella stessa direzione per rendere possibile un risultato positivo. I rappresentanti dell’Osservatorio del Viminale hanno certificato che i lavori di messa a norma e in sicurezza dello stadio sono stati condotti secondo quanto previsto dal decreto-legge dell’ 8 febbraio 2007, n. 8. Ultimati i lavori dei 60 tornelli – ha concluso Terzi – è stata ipotizzata l’apertura dello stadio a 67.500 spettatori che potranno seguire la partita dal primo e dal secondo anello, chiudendo per ora il terzo. Aspettiamo fiduciosi il responso dell’Osservatorio che si riunirà nel pomeriggio a Roma”.
“Il lavoro di squadra è stata la nostra carta vincente.”. Così l’assessore allo Sport e Tempo libero Giovanni Terzi ha commentato la decisione dell’Osservatorio del Viminale di considerare il “Meazza” a norma e di aprirlo ai tifosi abbonati e a quelli con biglietto.
“L’Osservatorio del Viminale ha riconosciuto gli ottimi risultati raggiunti dal lavoro di Prefettura, Questura, Comune, società calcistiche e di tutte le istituzioni milanesi che insieme sono riuscite ad anticipare i tempi per completare i lavori dello stadio. I lavori di messa a norma e in sicurezza sono stati condotti secondo quanto era previsto dal decreto-legge dell’8 febbraio, n. 8, pertanto San Siro è stato giudicato a norma. Come ho sempre sostenuto San Siro è uno stadio sicuro: ora anche il Viminale ha riconosciuto la verità di questa affermazione”.
Sicurezza negli stadi: riaperti al pubblico altri dodici campi di calcio
La decisione è stata adottata dall´Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, nel corso di una riunione al Viminale presieduta dal vice direttore generale della Pubblica Sicurezza Antonio Manganelli
IL DECRETO LEGGE SULLA SICUREZZA NEGLI STADI
Salgono a 17 gli impianti pienamente o parzialmente "messi a norma" dall’entrata in vigore del decreto legge sulla sicurezza negli stadi.
L´Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ha dichiarato a norma gli impianti di Messina, Modena e Reggio Calabria, quest’ultimo già ritenuto parzialmente a norma.
Per gli impianti di Bergamo, Empoli, Firenze, Lecce, Livorno, Perugia, Pescara, Trieste, Udine e Verona l’ingresso è consentito ai soli titolari di abbonamento.
La decisione è stata presa nel corso della riunione, tenuta al Viminale il 22 febbraio, presieduta in via straordinaria dal vice direttore generale della Pubblica Sicurezza Antonio Manganelli.
Già dalla precedente riunione, risultavano completamente agibili per la serie A gli stadi di: Cagliari, Genova, Palermo, Parma, Roma, Siena e Torino. Per la serie B: Bari, Rimini, Frosinone, Treviso, Vicenza, La Spezia, Torino, Genova, Crotone e Arezzo.
Resta chiuso fino 30 giugno 2007 lo stadio "Massimino" di Catania, un provvedimento preso a seguito dei gravissimi incidenti, accaduti il 3 febbraio in occasione derby di calcio Catania-Palermo, che hanno causato la morte dell’Ispettore capo della Polizia di Stato Filippo Raciti.
A causa del rinvenimento di quattro bottiglie incendiarie nei pressi dell´impianto sportivo di Castellammare di Stabia (NA), è stato attribuito il più alto livello di rischio all´incontro Juve Stabia-Avellino ed il Prefetto di Napoli Alessandro Pansa ha deciso che la partita sarà giocata a porte chiuse.
Per un ritorno graduale alla normalità, tuttavia, è stato stabilito che per ogni giornata calcistica sarà individuato un incontro ritenuto dall´Osservatorio “non a rischio” che potrà essere svolto in orario serale.
Per prevenire e reprimere comportamenti pericolosi in occasione di competizioni calcistiche e per garantire maggior sicurezza negli stadi, il Consiglio dei ministri aveva varato un provvedimento contenente misure rigorose.
Alcune delle principali norme contenute nel Decreto legge 8 febbraio 2007, n. 8:
Partite a porte chiuse. Fino all’esecuzione degli interventi strutturali e organizzativi previsti dal decreto Pisanu, le partite di calcio possono essere svolte esclusivamente a porte chiuse.
No alla vendita di biglietti in blocco a squadre ospiti. Le società non possono più vendere, direttamente o indirettamente, alla squadra ospitata biglietti in blocco.
"Daspo" preventivo fino a sette anni. Il divieto di accesso negli stadi viene innalzato fino a sette anni. Può essere disposto anche nei confronti di chi, sulla base di elementi oggettivi, risulta avere una condotta violenta o tale da porre in pericolo la sicurezza pubblica e non più solo dopo l’accertamento di un reato. Chi viola il "Daspo" rischia da 6 mesi a tre anni di reclusione e una multa fino a 10 mila euro.
Arresto in flagranza differita entro 48 ore. La polizia potrà arrestare in flagranza di reato differita fino a 48 ore, contro le attuali 36, chi in occasione di manifestazioni sportive risulta, grazie a foto o video, autore di un reato commesso con violenza alle persone o alle cose.
Giudizio direttissimo. Verrà giudicato per direttissima non più solamente chi ha lanciato materiali pericolosi o ha fatto invasione di campo, ma anche i tifosi che vengono trovati in possesso di razzi, bengala e altri artifici pirotecnici.
Spezzare legame tra società e tifosi. Prevista la possibilità di sequestro di quei beni "la cui disponibilità può agevolare, in qualsiasi modo, le attività di chi prende parte attiva a fatti di violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive".
Aggravanti per i delitti di violenza o resistenza a pubblico ufficiale. Vengono portate da un minimo di 5 a un massimo di 15 anni, anziché da 3 a 15, le pene per chi commette violenza e resistenza a pubblico ufficiale con armi ma anche con il lancio di corpi contundenti e altri oggetti, compresi gli artifici pirotecnici, in modo da creare pericolo alle persone.
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