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Proverbio: A chi ben crede, Dio provvede

Intervista a Giancarlo Cerri: il significato di eternità

(mi-lorenteggio.com) Milano, 12 febbraio 2008 – Ci sarebbe da scrivere un libro intero, e non basterebbe, per parlare di un personaggio come il Maestro Giancarlo Cerri, di questo grande e geniale artista che incarna il massimo dello spessore dell’arte . La sua attività artistica, nata più di quarant’anni fa, è stata ed è piena di interesse e, i risultati da lui raggiunti in questi suoi lunghi e fecondi anni, mette sicuramente chiunque in soggezione. Egli è l’iconografia di un tempo con un modo di dipingere attuale dal quale emerge prepotente il suo talento, diventando, di diritto, un mito. Il suo essere pittore si fonde con la purezza artistica e con il dono di percepire emozioni che si trasfigura in desiderio di regalarne. Ciò lo documenta e lo afferma con la sua ultima produzione, quasi fosse un testamento spirituale. Il particolare percorso esistenziale non è stato quello cosiddetto canonico, ha dovuto fare i conti con una dura realtà che, inevitabilmente, lo ha portato a prendere controvento e di petto la vita, vivendola quasi come sfida, con la mediazione dell’arte che gli ha dato le armi per superare gran parte delle difficoltà. La propria vicenda personale è molto tormentata, soprattutto in quest’ultimo periodo dove ha dovuto cercare la ragione della sua quasi cecità, laddove tutto è assurdo. Ma non si è arreso, non si è inibito né depresso: è riuscito a coniugare la sua “non vedenza” con quella compositiva, usando la creatività inventiva immaginaria ed è salito, come sempre dignitosamente, sul carro del vincitore. Ciò lo accomuna a Beethoveen che ha creato la sua magnifica “nona” quando oramai era pressoché sordo. Nell’ultima produzione artistica di Giancarlo Cerri, vediamo i modi espressivi della sua arte, vissuta a tutto tondo in un processo di continua creazione. L’armonizzazione del colore, dunque, la crea seguendo una tecnica acquisita con l’intervento naturale dell’impulso artistico, perciò essi acquistano una forza solida e, allo stesso tempo, sovrumana. Le tracce del tempo delle sue opere, mediate dalla sua spiritualità, sono l’identificazione di un viaggio interiore nella quali racconta una storia dai mille volti. D’altronde, per Giancarlo Cerri, l’arte è cultura e, dove c’è cultura, c’è sensibilità, c’è creatività. I cinquant’anni della sua vita dedicati in gran parte alla pittura, sono stati spesi alla ricerca di nuove sperimentazioni, di nuovi linguaggi, di nuove forme di espressione e, quindi, anche di nuovi colori. Non è l’artista ancorato ad una pittura vecchia e sorpassata; la sua arte, perciò, non va vista soltanto da un punto di vista tecnico-formale, ma va letta in chiave legata proprio alla sua grande spiritualità. La tecnica, fondamenta di un vero artista, gli serve per creare una base solida alle sue opere, poi c’è il suo vedere lontano, nel futuro; mentre la spiritualità artistica gli è stata donata da un Essere Superiore per esprimere il pensiero, il messaggio e il sentimento.

Come avvengono le tue composizioni?

“Devo essere sempre motivato; creo prima con la testa e poi con l’anima”.
Maestro, contrariamente a molti artisti, in te non vige la gelosia e l’invidia. “E’ assurdo essere gelosi e invidiosi. In quanto artista, in me c’è antagonismo ed apprezzo moltissimo quando qualcuno dipinge bene, prenderli come esempio, come stimolo”.

L’età anagrafica conta molto nella vita di un artista?

“Quando siamo avanti con gli anni, sentiamo il bisogno di fare una specie di bilancio, ascoltiamo il desiderio di dare un assetto unitario a un percorso di vita che spesso si è dipanato tra molte contraddizioni. Attraverso la mia vocazione artistica, ho cercato di saperne di più sulle mie ansietà, sulle mie paure. Esse erano racchiuse dentro di me; attraverso la pittura e la conoscenza, le ho dispiegate per cercare la verità sul vero senso della vita. Di dare alla vita, alla vita di uomo e d’artista, un senso degno di giustizia e di moralità.

Per giungere a questo livello di intellettualità, quali sono le domande che ti sei posto?

Le domande si sono poste da sole; purtroppo, spesso, soffriamo proprio perché non riusciamo a conoscerci profondamente.

La tua scelta di vita è stata una vocazione?

Sì, lo affermo, è stata la vocazione che mi ha portato ad incamminarmi su questa strada.

La vocazione pone domande?

Non le pone. La vocazione alimenta la passione e fortifica la perseveranza, ma non riesce, tuttavia, ad eliminare tutti i perché della sofferenza né a svelare il luogo dove è racchiuso il mistero della vita.

Si può sfuggire alla sofferenza?

 Nel nostro percorso di vita la sofferenza va messa in conto. Essa mi è servita per fortificare il mio carattere, lottando per accettare la vita per quello che ha da offrirmi. Per affrontare la sofferenza, ci si dovrebbe fermare un po’ a pensare, le risposte, a volte, vengono da sole.
Qual è per te il significato di eternità. L’idea dell’eternità la da solo l’arte. L’uomo si appropria dell’eternità attraverso l’arte, la filosofia e la storia.

Ma chi è davvero il Maestro Giancarlo Cerri?

La risposta la do io nella consapevolezza dell’obiettività e dell’oggettività assoluta relativamente al suo grande personaggio: E’ un saggio. E’ un grande artista. E’ l’ultimo mostro sacro dell’arte pittorica. E’ innovatore. E’ una persona di successo, ma con una umiltà che lascia senza parole. E’ un’artista con cui avrei voluto collaborare. Sono affascinata da questo grande e geniale Maestro che incarna il massimo dello spessore dell’arte, che ama dialogare con gli artisti per un sano confronto. Di questi Maestri dell’Arte, purtroppo, ce ne sono pochi perché oggi si dipinge soprattutto per marketing, per fare soldi, per esibizionismo. Ho ammirato le sue opere in molte mostre e, in tutte, ho avuto conferma di quello che avevo sempre pensato: è davvero un artista, un Maestro che riesce a materializzare sulla tela i suoi sentimenti e il proprio stato d’animo, qualunque esso sia. Io venderei la mia casa per avere le sue opere, per averne anche una soltanto.

Principia Bruna Rosco

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