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Proverbio: Febbraio, febbraiello, cortino e bugiardello

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L’astrattismo onirico di Gabriele Poli nella più viva attualità

(mi-lorenteggio.com) Milano, 16 marzo 2008 –  L’Artista Gabriele Poli vive e lavora in Milano. Interessato fin da piccolo all’arte, frequenta prima l’Accademia delle Belle arti di Brera a Milano per poi passare all’insegnamento presso Istituti d’Arte. La sua ricerca introspettiva, decodificata attraverso studi artistici specifici, nasce dal vivere quotidiano. Attraverso ciò, realizza immagini che danno una personale interpretazione della realtà, una realtà avvolta in un monocromatismo che rivela luci e ombre interiori risolte con gemme di giallo, dalla passione di un rosso, dalla tenerezza dei lilla, dalla semplicità dei verdi e dall’immensità degli azzurri. Infatti, con i cromatismi, che ben si individuano con quelle che sono le sue qualità artistiche, è riuscito a raggiungere uno stile personale che si identifica con l’astrattismo evocativo, giungendo ad essere uno dei capiscuola dell’arte contemporanea del secondo novecento proiettato nel nuovo millennio.

Gabriele Poli

L’artista Poli usa il colore per una funzione simbolica che ben sta a rappresentare il bene e il male, il vero e il falso, il reale e l’astratto, facendo emergere così la vera tempra del suo carattere. Soltanto gli squilli di rosso o di giallo o azzurro, stanno a rappresentare quei piccoli compromessi alle contrapposizioni della vita. Spingersi ad avere uno stile tutto proprio, come è successo a Gabriele Poli, è un traguardo alquanto appagante e da pochi raggiunto. Le “Figure Umane”, i “Paesaggi di Periferia”, i “Paesaggi metropolitani”, gli “Angeli della periferia”, le “Aree Dismesse”, le “Memorie dell’Asfalto”, gli “Orizzonti Verticali” tutti titoli delle sue opere, sono creazioni in costante movimento, mentre le intime passioni dell’Artista si svelano soltanto a chi sa guardare oltre il colore e oltre la realtà. Il suo tratto, quindi, è il mezzo che fa coincidere i valori artistici con il suo mondo interiore, mentre le opere stanno a rappresentare le incertezze di una civiltà angosciata nel suo esistere senza certezze. Il suo intento, quindi, è quello di far riflettere colui che osserva. Nella coerenza del nostro tempo, in un sistema di relazioni, segni, standard visivi e sociali, concernenti elementi del vissuto personale e collettivo, di realtà e identità critico-artistiche, nel contesto esistenziale attinente alla contemporaneità, Gabriele Poli è tra i più interessanti artisti concettuali operanti nella più viva attualità. Fin dagli esordi, Poli si è dedicato alla ricerca sperimentale per un’avanguardia ipercontemporanea del presente, giungendo alla “congiunzione composta” di utilità pragmatica di significativa interstizia, frutto di una importante ricerca artistica. Tutto ciò è fonte di percezione e focalizzazione della realtà rielaborata ed interpretata tramite un’analitica ricostruzione pittorica in un’oggettività di assoluto rigore concettuale. Gabriele Poli, pertanto, ha trasposto sulla tela una dimensione universale complessa che si materializza tramite il contatto continuo tra varie entità indissolubili nel tempo presente psichico. L’idea del bello e quello della narrativa pittorica interagiscono amplificando, rifrangendo e tramutando il senso già disponibile di un oggetto culturale scelto. Nei suoi lavori confluiscono procedimenti derivati dall’intersezione tra parola e immagine, mentre la manipolazione dei contenuti è nell’uso dei comportamenti condizionati dal mutare dei contesti. Questo provoca situazioni che si muovono in collaborazione anche con altri artisti. Il suo impegno, serio ed onesto, arriva dove la sincerità riesce a toccare il segno in momenti di acuta analisi psicologica. Questa ricerca, di fatto, segna un passaggio significativo del lavoro di valorizzazione svolto come attività di formazione e di ricerca artistica ad indirizzo psicoanalitico freudiano. Gabriele Poli, ha collaborato con diverse istituzioni straniere, organizzando mostre e pubblicando contributi in allestimenti di grande suggestione in tutta l’Europa. Con questi eventi di grande attualità e rilevanza, Poli amplia il suo rapporto nel mondo e lo rende più stretto con la città di Milano, da cui la sua pittura trae le proprie origini storiche in linea con la sua strategia di responsabilità sociale che lo vuole attento alle iniziative culturali ed artistiche, in particolare nei territori dove opera nel riconoscimento. Poli, artista internazionale e nello stesso tempo consapevolmente italiano, ci fa calare nella cultura che egli rappresenta e ci affianca nell’impegno sociale per valorizzare un importante patrimonio culturale. Analizzando le sue ultime opere, che raccontano delle storie che riescono a mutare il mondo e condizionano l’arte, percepisco che Poli sta attraversando un momento di grossa trasformazione.

Quale materiale preferisci utilizzare per la realizzazione delle tue opere?  

Tele, ma anche tavole.

Quando ti accosti alla tela conosci già il soggetto dell’opera o preferisci scoprire passo passo il realizzando?

Entrambe le cose. C’è, però, un progetto di fondo legato alle tematiche in atto configurate nel corso degli anni, già segnate nel mio percorso di ricerca. Questi sono momenti di abbandono legati ad elementi che stimolano la creazione come fossero binari. Sono gesti che si muovono sulla tela in un dialogo che avviene con la materia.
Quindi, agisci con intenzionalità?

Sì. Si costruisce un linguaggio che si può applicare a qualsiasi opera quasi fosse una grammatica che si pone sulla tela. Nell’ampliare queste forme si ottiene un confronto con altre che hanno fatto parte sempre della realtà per giungere all’astrattismo evocativo.

Il tuo intento è quello di cercare il senso della vita?

 La pittura esprime una energia vitale in movimento che deve essere oggetto attivo dell’opera. Mi piace presentare delle forme che sono un viaggio o percorso di costruzione anche per chi osserva. E questo apre alla porta sublime della pittura per giungere a capire il senso della vita.

Il colore è il segno distintivo delle tue opere?

Per un certo numero di anni è stato secondario, mentre ora, la disciplina che mi sono imposto, mi ha permesso di non cadere nella superficialità. In ogni modo è sempre un colore tonale nato da una struttura monocromatica che viene adoperato uno alla volta dando infine la vivida luce del bianco. Io mi sono lasciato solo trasportare dalla nota cromatica che mi ha permesso di configurare delle forme. Il colore è come se fosse una lunghezza d’onda che mi da il segnale per un punto di partenza.

Le tue opere sono frutto di una elaborazione mnemonica?

Si. E’ un archivio dove sono presenti angoli inconsciamente registrati, poi riaffiorati in questo flusso di lavori. Mi piace questa funzione o gioco di interno-esterno e viceversa perché sulla tela, che di per sé è un limite, il colore è una forma di dialogo per uscire fuori dagli schemi. Mi piace questa magia che si condensa con i suoi paesaggi di periferia che diventano dei pianeti che orbitano nello spazio. La pittura, in questo caso, è come se si muovesse nell’infinito che testimonia questo viaggio, le forme, invece, sono dei pianeti per aderire allo spazio non convenzionale.

Le tue opere, dunque, sono le rievocazioni di attimi da toccare?

Quello che distingue la pittura dallo schermo è il poter toccare tattilmente o con l’occhio, mentre la profondità è concreta e non simulata.

Preferisci dipingere en plein air o in studio?

Fondamentalmente mi piace dipingere in studio, mentre, quando sono impossibilitato o quando sono in viaggio traccio alcuni esercizi che io chiamo “taccuino di viaggio”.

Pensi di esprimerti con un linguaggio accessibile a tutti?

 Sì. L’universalità della mia pittura si svela in modo sorprendente. Ricevo nei modi più disparati il consenso di molte persone che apprezzano il mio linguaggio; alcuni avvertono o trovano nell’opera le visioni del loro passato. Tutto ciò mi fa capire che questo modo di dipingere è anche un po’ come se avessi inconsapevolmente catturato immagine evocate da altri.

Quali sono i tuoi impegni futuri?

Attualmente ho una personale presso la Galleria Eclettica di Milano che rimarrà aperta fino al 28 marzo. Dal 15 al 20 marzo ho un’opera in esposizione in un’ asta presso la Galleria Pace di Milano e Sabato 29 marzo inaugurerò una mia personale alla Galleria Officina dell’Arte di Rho. Sto allestendo anche una Mostra permanente presso l’Hotel Napoleonico all’Isola d’Elba e preparando per settembre una mostra presso la Galleria IROCO di Milano.

Principia Bruna Rosco

(aggiornato il 16 marzo alle ore 11.00)

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