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Asfalto ed ecopitture contro l’inquinamento al parcheggio di Famagosta

Milano, 8 maggio 2008 – Asfalto ed ecopitture fotocatalitiche e duecento lampade a emissioni ultraviolette per abbattere fino al 30 per cento il livello del biossido di azoto (NO2) il più nocivo per la salute, in luoghi particolarmente esposti all’inquinamento, come il parcheggio Atm di Famagosta, a sud della città.
L’intervento sarà realizzato dal Comune di Milano e da Atm nell’area di capolinea e interscambio con la linea 2 della metropolitana dove transitano ogni giorno oltre 1.200 autobus Atm e 420 mezzi di compagnie private di trasporto pubblico, oltre a 2.500 auto che utilizzano il parcheggio multipiano. I primi risultati sulla possibile riduzione dell’inquinamento saranno disponibili alla fine di luglio, ma già da oggi, con la posa dei nuovi rivestimenti saranno già evidenti i primi vantaggi: l’aumento dell’illuminazione dell’area, la ripulitura e tinteggiatura delle colonne, dei muretti e del tetto e il rifacimento dell’ asfalto e delle banchine di attesa.

“Ci aspettiamo un esito positivo dalla sperimentazione e contiamo di estendere l’uso di materiali fotocatalitici anche ad altre zone critiche della città” ha detto l’assessore alla Mobilità, trasporti e ambiente Edoardo Croci – come altri parcheggi di interscambio, stazioni della metropolitana e tunnel”.

“Con questo intervento, oltre alla riduzione dell’inquinamento – ha aggiunto l’assessore – riqualifichiamo l’area di attesa di Famagosta, rendendola più pulita, più sicura e speriamo più utilizzata da chi arriva a Milano con i mezzi pubblici”.

Il progetto nasce a seguito di una convenzione firmata lo scorso settembre tra Regione Lombardia e Comune di Milano per “l’attivazione della sperimentazione di sistemi di filtraggio, compresi i materiali fotocatalitici, finalizzati all’abbattimento del particolato fine” e affidato dal Comune ad Atm con il supporto tecnico dell’Agenzia milanese per la mobilità e l’ambiente (Ama).

Il piano di lavoro prevede tre fasi: la misurazione dei livelli di inquinamento nell’area prima della posa dei materiali fotocatalitici, la posa dei materiali e la misurazione successiva dei livelli degli inquinanti.

La prima fase è già stata portata a termine. Per due settimane, dal 28 marzo all’11 aprile scorsi, i tecnici dell’Ama, utilizzando un laboratorio mobile hanno effettuato la misurazione dei livelli degli ossidi di azoto (NO, NO2 e NOX) e del Pm10 nell’area di interscambio di Famagosta. Durante la campagna di rilevamento, il laboratorio mobile è stato posto al centro dell’area per ridurre al minimo l’effetto delle variabili meteorologiche esterne sul generale livello di inquinamento. I risultati hanno evidenziato un’elevata presenza di Pm 10 e di ossidi di azoto nell’aria. In particolare, riguardo al Pm10, è stata registrata una media giornaliera di 54 ìg/m³ d’aria, con un picco di 83 ìg/m³, contro i 38 ìg/m³ rilevati nello stesso periodo dalla centralina Arpa di Città studi Pascal e i 32 ìg/m³ della centralina al Verziere. Il livello di biossido di azoto (No2), tra gli ossidi quello più nocivo per la salute, ha superato per 13 giorni il valore limite, rispetto a nessun superamento registrato nello stesso periodo dalla centralina Arpa di viale Liguria.

La seconda fase, iniziata in questi giorni, consiste nella posa dei materiali fotocatalitici nei tre lunghi tunnel che compongono l’area. Il primo è già stato ultimato. Il tappeto di asfalto è stato tolto e sostituito integralmente con uno nuovo sul quale è stata applicato lo speciale composto al biossido di titanio (TIO2), l’agente catalizzatore che in presenza di aria e di luce solare o artificiale attiva un processo chimico e facilita, al contatto con le particelle nocive, la loro degradazione in sostanza innocue.
In tutta l’area è stata completata la bonifica da graffiti e disegni e sugli elementi verticali, colonne e tetto, è stata stesa l’ecopittura anch’essa contenente biossido di titanio. In totale l’area sottoposta a intervento è di 16mila metri quadri.
Il lavoro sarà completato con l’installazione di duecento lampade a raggi ultravioletti che favoriscono il processo di fotocatalisi, oltre ad aumentare l’illuminazione dell’area del parcheggio di intescambio.

La terza e ultima fase prevede la misurazione dei livelli di inquinamento dopo la posa dei materiali fotocatalitici. Sarà realizzata dai tecnici dell’Ama con le stesse modalità della misurazione prima dei lavori, in loco, con un laboratorio mobile.

L’efficacia dell’utilizzo di materiali fotocatalitici è stata certificata dal Ministero dell’Ambiente già dal 2004 in riferimento ad ambienti al chiuso (indoor), con risultati sull’ abbattimento delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2) fino al 37 per cento. Sulla scorta di questo dato Regione Lombardia ha emesso nel 2004 un bando per l’assegnazione di contributi per l’impiego di materiali fotocatalitici finalizzato all’abbattimento degli inquinanti in ambienti anche all’aperto (outdoor), sottoponendo la valutazione dell’efficacia di tali materiali al risultato delle sperimentazioni.
Il contributo ottenuto dal Comune di Milano per realizzare il progetto è di 600.000 euro. La società vincitrice della gara è la Global Engeneering.

Una prima sperimentazione di materiali fotocatalitici era stata effettuata dal Comune di Milano nel 2004 nel tunnel di via Porpora con risultati positivi. I materiali che hanno proprietà autopulenti e una forte tenuta contro gli agenti esterni hanno contribuito a migliorare le condizioni di vivibilità dell’ambiente interno. Inoltre, pur in assenza di una diretta esposizione alla luce delle pareti trattate con i materiali fotocatalitici, il risultato sull’abbattimento degli ossidi di azoto, come rilevato dall’Arpa, è stato del 22,7 per cento.

Redazione

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