Simona Cattaneo trionfa con "Mannequins"

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    Cesano Boscone, 02 dicembre 2008 – Lunedì 24 novembre 2008, al teatro Luciano Piana in via Turati, Cesano Boscone (MI) è stato rappresentato in forma di lettura scenica "Mannequins", la storia di Biki, atto unico di Simona Cattaneo, regia di Nadia Braghieri e Felice Piccolantonio, a cura del Centro Italiano per le Ricerche Teatrali "I Rabdomanti", diretto da Lucio Morelli. Gli attori, tutti molto bravi,sono nell’ordine Maria Cristina Boriosi Carotti, Roberta Turconi, Maria Cascone, Toni D’Errico, Enrica Piana, Clara Monesi e Roberta Buttella. Al termine della rappresentazione c’è stato un gradevole dibattito con l’autrice Simona Cattaneo.
    Quando ho scritto il vecchio libro “PETRA – La Donna del Vento”, ancora non conoscevo Simona Cattaneo, ma, quando l’ho vista ho avuto la sensazione che fosse stato scritto per lei. Capii subito che tratteggiava nella sua essenza di artista l’immagine di Petra e colmava un vuoto di immagine da me sempre avuto. Ha segnato poi un’importante traccia per far del mio libro un film e scrivere l’altro mio romanzo LA RAGIONE DEL DESTINO di prossima edizione. Quando l’ho incontrata qualche anno fa, nacque tra noi un sodalizio che si trasformò ben presto in amicizia. La stima e l’amicizia nate di primo acchito nei confronti dell’artista, si sono poi consolidate profondamente e irreversibilmente nel tempo. Ora l’ho ritrovata, maturata, sempre bella e giovane, come se il tempo non fosse trascorso per lei.
    Ma chi è veramente Simona Cattaneo? Simona Cattaneo è attrice e scrittrice, è ragazza intelligente, è artista che calca le scene e plasma la parola insita in lei nel DNA con una naturalezza che trasmette l’amore per la lavorazione artistica del teatro, tramandando quella stessa arte che, fin da fanciulla ne rammenta l’umanità vivace e il desiderio d’infinito. Lei è una di quelle immagini che ti entrano nell’occhio dell’anima e ti lascia una sensazione di conforto per capire la sua ansia d’infinito. Credo che tutti abbiano captato il messaggio che trasmette con l’opera teatrale Mannequinns, dove lei mette in luce la ricca poliedricità umana, mostrata, in particolare, attraverso una originale storia che racconta le vicende di Biki, nome d’arte di Elvira Leonardi Bouyeure, nipote di Puccini, che traspose il suo amore per la musica, l’arte e la bellezza nel campo della moda, anche a prezzo di sacrifici personali. Biki, diciottenne, lottò duramente contro le consuetudini familiari e di ceto, osando avventurarsi nel mondo della moda e creando, di conseguenza, un Atelier affermato. Giunse ad esprimere attraverso le sue capacità organizzative e artistiche, un interiore tesoro di sentimenti. Biki, era una donna elegante e di successo, ma piena di segrete pene per una femminilità sacrificata alla vocazione artistica. Un’ombra di rimpianto ci rende più vicina e cara la sua immagine. In ogni caso, questo affascinante lavoro teatrale, è anche un viaggio che l’attrice-scrittrice Simona Cattaneo fa dentro se stessa con l’immagine dei ricordi dell’infanzia che non ha mai dimenticato. La scelta di vita di Simona Cattaneo ha svelato, oltre all’attrice anche doti di scrittrice. Infatti, Simona ha alle spalle una brillante carriera d’attrice e il suo percorso creativo negli anni si è affermato con una serie di stimati lavori teatrali , diventando così un punto di riferimento fondamentale, anche fuori dal teatro, per la lavorazione e creazione drammaturgica.
    Che dire ancora di Simona Cattaneo? Si è diplomata presso l’Accademia dei Filodrammatici di Milano diretta da Ernesto Calindri. Ha seguito un Corso di sceneggiatura promosso dal Comune di Milano. E’ stata assistente di regia di Andrèe Shammah al teatro Franco Parenti di Milano.
    E’ brava come attrice in ruoli drammatici e brillanti, ma anche come autrice di testi teatrali. Ella si è lanciata nella sua passione per il teatro fin da bambina. E’ estrosa e creativa. La bestia dell’arte è nel cuore e la porta al successo come attrice. Diverte, commuove e ammalia gli spettatori con humour e dramma. Attraverso la storia del teatro italiano, con discrezione e professionalità rare, Simona Cattaneo, non smania per apparire, altrimenti non avrebbe fatto le scelte che ha fatto. La formazione artistica, la passione per il teatro l’ha portata a non limitarsi a recitare. Ella preferisce, dopo anni di ruoli importanti da protagonista nel teatro, mettere in atto dei progetti di drammaturgia con i quali esprime e condivide il suo magma di passioni e interessi per l’arte del teatro. Chi e che cosa ha influenzato il linguaggio espressivo e il suo modo di comunicare con il mondo anche scrivendo?
    Ne è la prova” Mannequins”che é uno spettacolo particolare: composto di un atto unico utilizzando diversi linguaggi : narrazione, interpretazione, ricerca accurata dei personaggi per dar vita alla storia, filtrandola attraverso la personale espressività. Lo spettacolo ha voluto la partecipazione e il dibattito finale con gli spettatori perché la storia e le azioni connesse ad una particolare capacità espressiva sono state così intense da interagire con i fruitori dell’opera. Pertanto c’è stato una sorta di "baratto" teatrale, dove si è stati prima osservatori di un evento teatrale, e poi lo stesso è stato animato nelle loro menti.
    Attraverso questa storia, dunque, Simona Cattaneo vuole donare un messaggio dove traspare l’importanza nella vita e degli incontri, che a volte ci rendono felici o che, comunque, ci aprono sempre a nuove possibilità e ci aiutano nei momenti più difficili.
    Sono sicura che lei è ancora all’inizio del viaggio della sua vita artistica e questa ci sembra l’occasione ideale per fare quattro chiacchiere con lei che ha intenzione di intraprenderne uno lungo e pieno di soglie e svolte non facili.

    Quali sono stati i tuoi primi lavori teatrali e con chi hai lavorato? “Mi sono diplomata all’Accademia dei Filodrammatici di Milano con Ernesto Calindri, ho studiato canto e sceneggiatura. Dal 1978 in poi ho lavorato con grandi registi come A.R. Shammah ne “La doppia incostanza” di Marivaux e nell’ “Hotel dei due mondi” di Eric Emmanuel Schmitt. Protagonista e autrice( insieme a Cesi Barazzi) del monologo “Una Voce”rappresentato al Piccolo Teatro di Milano, al Teatro OUT-OFF e al Teatro Greco. Ho lavorato con Luca Ronconi ne “Il viaggio a Reims” di Gioacchino Rossini alla Scala di Milano. Dalla fine degli anni ’70 ho partecipato a vari spettacoli in molti teatri di prestigio. Dal 2002 al 2006 prima attrice di numerosi lavori teatrali con la regia di Elisabetta Vicenzi, Direttore Artistico del teatro Greco di Milano.

    Quali sono stati gli autori più importanti che ti hanno caratterizzata?: “Luigi Pirandello, Arthur Miller, Thomas Eliot, Marivaux, Edgar Allan Poe.

    Quali i Teatri più importanti? Piccolo Teatro, Out-Off, Arsenale ,Olmetto, Teatro Franco Parenti, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Greco a Milano.Teatro dell’Orologio a Roma.

    E come scrittrice drammaturgica di teatro? “Nel 2001 con “Una Voce” scritta a quattro mani insieme alla regista-scrittrice Cesi Barazzi. E’ una storia su tutta la verità di Lydia, personaggio “in sospeso”. Così è nato lo spettacolo omonimo,da me recitato con la regia di Cesi Barazzi, che ha debuttato all’ Out Off, fino ad arrivare a “Mannequins”che è la storia della nota stilista Biki, scritta interamente da me”.

    Che cosa hai voluto che venisse in luce dal personaggio di Biki? “La sua parte interiore nel senso che lei è stata vista nella veste di donna di successo, perfetta e dorata, quasi a sembrare chiusa in una torre d’avorio. Invece io, oltre a questo, ho voluto parlare anche della donna con le sue debolezze, con i suoi dolori e con la sua fragilità; ma soprattutto valorizzare il suo ideale di perseguire un SOGNO, il suo SOGNO di seguire la sua vocazione. In quell’epoca, c’era l’idea che la donna non dovesse lavorare. Lei, pertanto, ha litigato con il padre, contrario all’idea. Pur soffrendo la lontananza dal genitore, ha voluto fortemente raggiungere il suo sogno di perfezione e di bellezza”.

    Per scrivere il testo teatrale di Mannequins su quali libri ti sei documentata? Il libro LA SCALA DI VETRO – Ed. Rusconi – di Hélène Blignaut, unico romanzo esistente sulla vita di Biki”.
    Che cosa significa il titolo del libro SCALA DI VETRO? “E’ un’ardita scala di vetro, sospesa nel vuoto, avveniristica creazione dell’architetto Tommaso Buzzi, fiancheggiata da grandi lastre di vetro, e per questo venne chiamata “La Scala di Vetro” che collegava il pianterreno al primo piano dell’Atelier dove la vendeuse riceveva la clientela”.

    Hai conosciuto personalmente la scrittrice Blignaut? Ho avuto l’onore e il piacere di incontrarla personalmente. Le ho parlato per avere ancora più notizie e approfondimenti su Biki in quanto lei l’ha conosciuta profondamente,essendo stata sua amica per tanti anni”.

    Hai già raggiunto il tuo sogno? “In parte il mio sogno si è avverato perché faccio l’attrice che fin da bambina ho desiderato fare. Poi è arrivato il verbo ed ho scritto i testi teatrali LA VOCE e MANNEQUINS. Non mi fermerò mai di fare l’attrice, ma voglio continuare e a scrivere sino a raggiungere il completo successo sia come attrice che come scrittrice. Perciò continuerò costantemente e assiduamente per seguire la mia aspirazione di raggiungere il” mio SOGNO”.

    Se ti chiedessero cosa hai fatto in un’altra vita, cosa risponderesti?: “Che ho fatto l’attrice e la scrittrice, proprio come in questa attuale vita”.

    E se te lo chiedessero per una vita futura?: “Esattamente come questa che sto facendo”.

    Quali sono i tuoi progetti futuri?: “Sono tantissimi. Per scaramanzia non voglio renderli noti, ma prossimamente, esattamente il 13 dicembre alle ore 16, farò una rappresentazione teatrale di beneficenza in favore di Telethon presso la Banca Nazionale del Lavoro di Via dell’Orso, angolo Via Brera”.

    Principia Bruna Rosco

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