Cesano Boscone (9 gennaio 2009) – “Mio marito non c’è più, ma spero che presto venga messo un montascale per gli altri ‘sequestrati in casa’ che ci sono nel palazzo”. È l’appello che la moglie di un uomo malato di distrofia muscolare e costretto su una sedia a rotelle, scomparso nei giorni scorsi, ha indirizzato al sindaco di Cesano Boscone, Vincenzo D’Avanzo, durante il funerale.
Un grido che non cadrà nel vuoto. Anzi. “Di fronte a un appello di questo tipo – dichiara il primo cittadino cesanese – spero che la Regione Lombardia non rimanga in silenzio e obblighi Aler a intervenire, perché la questione dell’abbattimento delle barriere architettoniche al quartiere Tessera non può essere considerata di secondo piano. Oltre alla mancanza dei servoscala, denunciamo da tempo, assieme ai cittadini, lo stato pessimo dei vialetti interni, che collegano i vari palazzi: un altro ostacolo per i tanti anziani e per le persone con difficoltà deambulatorie che vivono nel quartiere”.
Dagli organi di stampa risulta, tra l’altro, che a gestire la manutenzione dell’Aler di Milano siano l’Edilnord e l’azienda dell’imprenditore Romeo, recentemente nell’occhio del ciclone a Napoli. I cittadini sperano che le vicende giudiziarie non rallentino gli interventi.
“Non si possono abbandonare 5mila persone a se stesse – continua D’Avanzo – in palazzine ormai vecchie, che necessitano di ristrutturazione. Ho impiegato due anni per ottenere dall’Aler un servoscala per uno dei palazzi di via Gramsci. Spero che dopo questo appello, avvalorato dal dolore di una donna che ha perso il marito e chiede una vita migliore per le altre persone con difficoltà deambulatorie che vivono nel palazzo e nel quartiere, la Regione faccia pressione su Aler, che è poi una sua emanazione. O l’azienda si decida a vendere il patrimonio immobiliare, o intervenga finalmente in maniera seria al Tessera di Cesano Boscone”.
Il Comune, del resto, ha già messo a disposizione di Aler un locale di sua proprietà nel quartiere, affinché i cittadini possano segnalare con maggiore facilità problemi e disfunzioni. Un servizio che è raddoppiato rispetto alla fase iniziale: ora l’ufficio è aperto due giorni a settimana. Ed è ora impegnato a creare un presidio medico, dopo l’abbandono del quartiere da parte di una dottoressa che si è trasferita nella vicina Corsico.
V.A.