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Cremona, via al collegamento fluviale con Venezia

Milano, 23 gennaio 2009 –  Un primo passo concreto che porterà Cremona a diventare il capolinea interno del trasporto merci via acqua, una sorta di "antiporto" di Venezia, capolinea di riferimento per il traffico fluvio-marittimo di collegamento della pianura padana con l’Adriatico.

Il viaggio della chiatta arrivata ieri  al Porto di Cremona (dopo una giornata e poco più di viaggio) con un carico di 1.200 tonnellate di sfarinati (l’equivalente della portata di 40 Tir) ha inaugurato una linea di collegamento via fiume fra le due città. Ciascuna delle cinque chiatte armate dalla Fluviomar, una compagnia partecipata dall’Autorità portuale di Venezia, da operatori privati e dalla Provincia di Mantova, infatti, può trasportare fino a 2.060 tonnellate di merci, equivalenti a 70 camion. Un collegamento che consentirà, a regime, di eliminare dalla strada circa 16.000 Tir all’anno. Il passo successivo sarà quello di attivare una linea di trasporto container, fino a 60 per chiatta, corrispondenti a un treno e mezzo.

Ad accogliere la chiatta sulla banchina del porto di Cremona l’assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia, Davide Boni, insieme al presidente della Provincia, Giuseppe Torchio, l’assessore al Territorio della Regione Veneto, Renzo Marangon, e il presidente del Porto di Venezia, Paolo Costa.

"Stiamo lavorando – ha detto l’assessore Boni – su progetti che hanno 40 anni di vita. Oggi però c’è l’esigenza di realizzarli per ragioni ambientali, economiche, perché dobbiamo sostenere il potenziale economico di questi territori, inseriti in una parte del paese dove si concentra il 56% del prodotto interno lordo e il 72% delle esportazioni nazionali".

"Oggi – ha continuato Boni – quello che avviene a Cremona è un punto d’inizio. Ma se non pensiamo in grande non andiamo lontano. Dobbiamo mettere istituzioni e forze politiche a ragionare intorno a grandi progetti. L’idea di Regione Lombardia è quella di arrivare via acqua a Milano. Abbiamo incaricato una nostra società di progettare la regimazione del Po, che attraverso lo sfruttamento idroelettrico può finanziare fino al 75% l’opera. Pensiamo a un collegamento turistico con il sistema dei Navigli milanesi attraverso il quale si potrebbe arrivare fino a Locarno. Ma se facciamo investimenti su Cremona è per ottenere che il Po sia navigabile 365 giorni all’anno. Noi ci crediamo. Se altre Regioni ritengono indispensabile il ponte sullo stretto di Messina – ha concluso Boni – noi in alternativa riteniamo indispensabile per lo sviluppo di questa parte del paese la realizzazione dell’autostrada fluviale al Nord".

"Occorre stabilire una continuità tra Venezia e Cremona – ha detto Torchio – e sfruttare questa via naturale verso i Balcani. L’incremento dei dati delle merci trasportate lo sta a dimostrare, anche se rispetto ad alcuni prodotti si è assistito in questi anni a una fase di stallo. L’intermodalità del nostro territorio è testimoniata dal flusso di merci nell’area portuale di Cremona, passate dalle 600.000 tonnellate del 2005 a quasi 1.400.000 del 2008, anche se la crescita è principalmente legata all’incremento dei trasporti su ferro e su gomma".

"Ora Venezia chiama Cremona – ha concluso Torchio – e noi prontamente abbiamo risposto, sia attraverso la rete ferroviaria di collegamento con l’area portuale sia con i servizi, anche in previsione della grande area industriale e logistica di Tencara di Pizzighettone sia con il terzo ponte sul Po, a cui è indispensabile far seguire la realizzazione di strutture logistiche adeguate, per togliere traffico dalle strade sempre più congestionate. Il rafforzamento dell’area portuale viene sostenuto dalla realizzazione del nuovo scalo merci ferroviario di Cavatigozzi, dal terminal ferroviario già realizzato dalla Tamoil".

Vanno però sostenute le aziende che ancora credono nella navigazione, e va attuata, come hanno sostenuto oggi sia Costa che Boni, "l’infrastrutturazione necessaria, al pari dei sistemi europei del Rodano, del Reno e del Danubio. L’Expo 2015 dovrà coinvolgere l’intero bacino padano-veneto".

"Oggi c’è la concretezza dell’avvio di un servizio – ha detto il presidente del Porto di Venezia, Paolo Costa – a cui occorre dare stabilità, continuità, certezza, come chiedono gli imprenditori". Operatori che organizzano il trasporto fluviale a Cremona esistono già, una da decenni. Qual è allora la novità? "Che oggi – ha detto Costa – si inaugura un servizio che non nasce da una domanda di trasporti specifici; un servizio generale, a disposizione di tutti, che dovrà crescere secondo le regole del mercato, cui seguirà a breve una linea di trasporto di container. Oggi il trasporto fluviale toglie dalla strada una quota simbolica di traffico. Ma è bastato il solo annuncio di questo nuovo servizio che si è creata una certa domanda. Da un fatto episodico occorre passare, ora, a un servizio organico e strutturato".

Redazione + agenzie

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