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Succede anche a Milano; esce " Profitto e Castigo ", l’altra faccia dei centri commerciali

(mi-lorenteggio.com) Milano, 26 gennaio 2009 – I nostri centri commerciali sono delle città nelle città. Come tutte le città e come tutti i "microcosmi", a volte e spesso si celano dietro a splendide facciate, a grandi offerte,  delle storie di gente, di persone, di lavoratori, uomini, donne e madri di famiglia.

E’ uscito in questi giorni un libro inchiesta di Massimo Cuomo, che  è Rappresentante Sindacale e Delegato Sociale presso lo Sportello sul Disagio Filcams Cgil della Camera del Lavoro di Milano. Membro del Comitato Direttivo Regionale Lombardia Filcams CGIL per l’area sindacale programmatica di Lavoro e Società. Nel 2002 ha fondato il periodico sindacale “RS Informazione e Lavoro”.

"Profitto e Castigo è un libro – ci racconta Massimo Cuomo nella prefazione –  che nasce da un’esperienza sindacale svolta allo sportello sul disagio lavorativo e sociale nel settore del commercio.
È un libro che, attraverso la raccolta di testimonianze dirette, descrive il disagio sempre più crescente e poco conosciuto dall’opinione pubblica, dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati nei grandi centri commerciali.
Dall’inizio della loro diffusione ad oggi i centri commerciali sono diventati veri e propri paradisi artificiali alla portata di tutti, bambini, anziani, giovani e famiglie, grazie all’impegno di lavoratori e lavoratrici che spesso nascondono gravi disagi dovuti a condizioni contrattuali precarie, a relazioni interpersonali malsane, a turni orari disorganizzati e molto altro ancora.
Questo libro vuole essere uno strumento di diffusione della conoscenza del fenomeno, di difesa dei lavoratori che si riconoscono nei disagi descritti ed ancora un richiamo per tutti gli “addetti ai lavori” (datori di lavoro, esponenti politici, sindacati), al fine uno sviluppo delle imprese nel rispetto della persona in quanto tale e in quanto lavoratore".

Ma, ad analizzare meglio e contestualizzare l’inchiesta di Cuomo è l’Avvocato del Lavoro, dell’omonimo studio, Giovanni Furfari: “Il lavoro di Massimo Cuomo…possiamo definirlo un vademecum concreto, asciutto, ma certamente impregnato di una concretezza formidabile, da considerarlo come un compagno di strada per chi lavora e vuol capire meglio i propri compagni di lavoro, i superiori gerarchici e quel che dietro a quest’ultimi si muove nell’interesse prevalente , per non dire esclusivo, dell’impresa.
…Il messaggio è chiaro ed esplicito: partire da come si presenta, ora, il mondo del lavoro per tentate di gestire al meglio il proprio rapporto di lavoro senza cadere nei trappoloni che in modo implicito o subdolo viene ad essere proposto da taluni responsabili del personale ( human resource ) o da capi reparto, anche attraverso coinvolgimenti personali o promesse che lasciano poi il tempo che trovano.
…Rimanere soli significare soccombere ed entrare nel mondo del disagio lavorativo. Combattere unitamente agli altri lavoratori, stare nel sindacato che più ha a cuore gli interessi e la salute del lavoratore, può certamente consentire di rendere la prestazione a testa alta, con dignità e senza dover rinunciare al alcuna prioritaria propria prerogativa”.

Infine, Nicola Nicolosi Segretariato Europeo CGIL, che dichiara e contestualizza  l’inchiesta in una dimensione sovranazianale:

<<…Una società dove i rapporti umani, dentro un unico spazio di lavoro, possono diventare deleteri, dove il grado gerarchico trasforma i connotati della persona facendola sentire in guerra contro i suoi “subordinati”.
…Si consuma la trasformazione antropologica per avere qualche euro in più e il piacere del potere.
Ai lavoratori l’illusione di poter essere considerati “partners” e di ritrovarsi in una “nuova famiglia”. Le interviste raccontate sono testimonianze atroci di denuncia di un mercato del lavoro che fin dalle prove di selezione vuole chi lavora privo di valori come l’altruismo e la ricerca del calore umano.
…La stessa organizzazione del lavoro, nei settori denunciati in questo libro-inchiesta, prevede un orario di lavoro a tempo parziale, con l’obiettivo di non far mai incrociare le lavoratrici, se non nel cambio turno, e far venire meno la socializzazione.
…Ma questa modalità di tempo ridotto di lavoro, di conseguente basso salario, oltre alle implicazioni narrate, pone una questione che prima o poi esploderà in un conflitto sociale di grave dimensione. Milioni di giovani, a vario titolo precari, si ritroveranno con pensioni bassissime a causa dei bassi salari e del tempo di lavoro ridotto.
…Occorre recuperare una dimensione intima tra le persone, dentro la famiglia e nel rapporto con sé. Servono politiche nazionali e territoriali per ridare al commercio una nuova vita, un diverso rapporto con i cittadini, le lavoratrici e i lavoratori.
… recuperiamo la nostra umana dimensione, per restituire felicità ad Alessandra con il naufragio del test….., a Valeria, che subisce un provvedimento disciplinare perché non si è truccata in maniera evidente………, ad Angela, licenziata dopo quattro contratti….., a Gianluca, che dopo 18 mesi di lavoro non supera la selezione>>.

Il libro è edito da Edizioni Punto Posso ed in vendita nelle migliori librerie al costo di  9,00€.

Vittorio Aggio

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