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Cesano. Domenico Amato vola libero nello spazio dell’arte

(mi-lorenteggio.com) Cesano Boscone, 28 gennaio 2009 – Le opere pittoriche e scultoree del Maestro Domenico Amato godono un posto di primo piano nell’arte, il cui concetto viene associato agli aspetti intellettuali di questo magnifico artista che emana, dalla sua complessa arte, un’innegabile facilità di fruizione. Egli si esprime su tre dimensioni, ma, nonostante ciò, la sua arte non necessita di particolari sforzi per essere percepita: basta guardarla. Amato si contraddistingue per la sua capacità nell’elaborazione gestuale-artistica che rivelano il suo rapporto con l’essere umano nel suo esistenzialismo più recondito, facendolo vivere attraverso l’uso plastico di un colore stratificato.
Il suo percorso creativo, quindi, è il risultato di idee maturate, esplose nella complessa incessante meditazione e ricerca a diretto contatto con il suo pianeta ispiratore fatti di uomini nel mondo. Sono viaggi metamorfosici, che raccontano storie di vita quotidiana, volti ad immortalare la vita nelle sue diverse angolazioni. Sono opere a colori vividi, perfino chiassosi, dal forte impatto cromatico, nel linguaggio figurativo dalle linee forti, decise che emanano emozioni dall’intensità toccante capaci di smuovere l’animo di chi le osserva. Dunque, l’artista Amato fa nascere le sue opere, nelle quali diversi materiali si fondono agli acrilici. La resa di questa fusione in pittura emotiva e narrativa, dagli aspetti materici e di giochi luministi, sconfina verso un’estetica contemporanea e un colore dalla forza inaudita dal filo conduttore dove la natura e la figura sono metafora della vita.
Le opere, sia pittoriche che scultoree, del tutto spoglie da ipocrisie formali e preconcetti imposti, anticonvenzionali e senza reti, rivelano che il Maestro Domenico Amato è giunto alla costruzione di un linguaggio personale mediato nell’aspetto e nel contenuto. Infatti, per lui dipingere è una forma artistica intesa a compiere un’opera di mediazione fra il nostro mondo e noi. La forza creativa che trapela dalle sue tele, opera nel filone del realismo drammatico in quanto si ispira ad aspetti della condizione umana. Questo, per l’arte contemporanea mondiale, è di grande rilievo.
Amato, è certo, ha emanato un’onda artistica che sta coinvolgendo il mondo dell’arte, continuando ad affermarsi verso il fenomeno della sfera contemporanea.
Volendo saperne di più di questo valente artista, ho proceduto ad intervistarlo:
Domenico, da quanto tempo ti interessi di arte? L’arte era insita in me, perciò, fin da piccolo, ho creato con tutti i materiali messi a mia disposizione.
Per te qual è il ruolo dell’arte nella vita? Fondamentalmente è quello di comunicare.
E’ solo una questione di tecnica? No. Assolutamente. Conta il coraggio di palesare le proprie idee nascoste nell’opera.
Il nome noto richiama all’idea di un’artista? Qualche volta si. Ma, grazie a Dio, in questo periodo storico si sta dando spazio all’arte che arriva dal basso. Gli artisti contemporanei non mancano di concetti che il pubblico apprezza moltissimo.
Secondo te l’arte è solo per una parte dell’umanità chiamata “elite”? Per fortuna, con i mezzi di informazione che portano l’arte dentro le case, vedi internet e altro, l’arte non appartiene ad un’elite, ma a tutti. A tutti coloro che dicono che viviamo in un’epoca assurda, io dico che siamo fortunati ad avere a disposizione un mezzo divulgativo mondiale.
Nel tuo atelier di Cesano Boscone, tu lavori instancabile plasmando la materia e creando sculture, non ti piacerebbe essere in un posto isolato dal mondo per poter creare? No. Tanto è alto il livello di vita, tanto è quanto ti da a livello di concentrazione. La vita che mi circonda è prima di tutto un’esperienza sensoriale prima ancora che visiva che mi fa creare meglio. Lo spazio domestico e urbano è uno straordinario luogo dove si incontrano le persone, un luogo poter parlare e per poter creare.
Nasci come artista pittore e scultore, ma perché non ti metti in discussione con la scrittura che so che ti piace? La mia arte è poesia. Tutto quello che faccio ha un forte legame con la poesia. La materia diventa la luce e le ombre, anche le più piccole, esprimono qualcosa e fanno parte di quel buio siderale ed insondabile che è il mistero della vita e che diventa poesia.
Cosa ami di più, fare il pittore o lo scultore? Amo sia fare il pittore che lo scultore perché l’arte è l’archetipo per eccellenza dell’amore e la manualità, mentre il contatto è madre natura con un modo non convenzionale di espressione per far comprendere i valori della vita.
I colori sgargianti e stimolanti sono una tua prerogativa inconscia o intenzionale? Non sono intenzionali. Io credo che, inconsciamente, voglio dare voce e parole all’opera, ma anche per fare della cosiddetta cromoterapia.
Chi fatica a esprimersi con le parole, e a comprendere le stesse, le trova nei tuoi colori come terapia? Penso che dall’immaginazione creativa del pittore che ha una tavolozza cromatica brillante, si arriva all’efficacia terapeutica. Parto dal presupposto che ognuno di noi ha un mondo nel cuore che si è costruito e strutturato nel tempo come una personale grammatica interiore. Spesso si fatica a decifrarla per comprendere i sentimenti e le emozioni. In ambito terapeutico, l’esperienza pittorica e la manipolazione del colore, l’efficacia dei colori artistici-espressivi, permettono di prendersi cura di sé.
Chi vive situazioni di disagio, guardando le tue opere può dare una più libera manifestazione di sofferenze emotiva, mentale e psicologica? Può trasformare il momento di malinconia in occasione di riflessione, di crescita e di rinnovamento. E’ indiscusso che i colori sono una forma terapeutica, essi mettono a fuoco un modo nuovo di affrontare la malinconia e, le persone, accettano di ascoltare e di parlare anche di ciò che fa paura.
Nell’ambito del momento storico che attraversiamo, quale posto daresti all’arte? In questo momento ciò che mi preoccupa non è quale posto darei all’arte perché il problema principale è l’inquinamento e il buco dell’ozono. Comunque, il peso che darei all’arte è anticipare la scienza per rappresentare il futuro. Il mondo della scienza, d’altronde, è un mondo a cui non è possibile sottrarsi, mentre l’opportunità di viaggiare con la fantasia è un approccio particolare fantastico e unico, da prendere al volo.
Come nasce questo impegno nell’arte? L’arte è come un bambino che ha bisogno di aiuto e cure e, pertanto, l’impegno rappresenta un’occasione per viaggiare verso un mondo migliore.
Ritieni che i fondi che lo stato dedica all’arte siano adeguati? Molti lamentano il fatto che i fondi stanziati dallo Stato per l’arte siano del tutto insufficienti. Ma io dico che ho condiviso fin da piccolo la mia arte con la forza del mio impegno civico.
Cosa ti aspetti dall’arte nei prossimi anni? La situazione economica attuale che ci è stata presentata, mi allarma tantissimo. Ad ogni buon conto, sono giovane e posso aspettare tempi migliori per avere di ritorno ciò che ho dato e che sto dando. Il mio grande desiderio, comunque, è quello che finalmente si riesca a sconfiggere una malattia mortale come il cancro, che miete ancora troppe vittime, l’inquinamento e il buco dell’ozono. Ad ogni modo, penso che l’arte è davvero quel qualcosa per cui vivere e morire.
Infatti, la vita del Maestro Domenico Amato, dimostra che è stata fortemente connessa con la dimensione del viaggio in un percorso fatto di impegno e sacrificio passato anche attraverso il lavoro. Da tutto si capisce di avere a che fare con un artista il cui contenitore della vita non è stato colmo di tante teorie, queste a volte castrano la creatività, ma è stracolmo di vissuto e di pensieri costruttivi. E per questo, il maestro Domenico Amato è rimasto libero per volare nello spazio dell’arte.

Principia Bruna Rosco

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