Corsico (6 febbraio 2009) – È deceduto, dopo una lunga malattia, Alfredo Serangeli, classe 1935, sindaco di Corsico dal 1972 al 1980 e successivamente assessore provinciale all’ecologia e all’ambiente, prima con Roberto Vitali e poi con Goffredo Andreini (l’unico presidente provinciale per due volte alla guida di palazzo Isimbardi).
Tutti lo ricordano come un sindaco dalla forte personalità e di grande spessore politico. Rispettato dai rappresentanti locali del suo partito, il Pci, ma anche dai consiglieri di opposizione.
“Era capace – raccontano i suoi amici e colleghi amministratori – di affrontare le cose con un’apertura mentale a 360 gradi. Non scendeva mai a compromessi ed era corretto con tutti”.
I dipendenti comunali di quegli anni lo ricordano come un grande papà, con la porta sempre aperta, e disponibile per qualunque esigenza.
“Con la scomparsa di Alfredo – sottolinea l’attuale primo cittadino, Sergio Graffeo – viene meno un punto di riferimento storico per la nostra città. La sua esperienza e la sua determinazione nella salvaguardia dell’ambiente hanno accompagnato un periodo difficile per Corsico, che aveva vissuto un periodo di enorme sviluppo, anche urbanistico”. Alfredo Serangeli, a costo di affrontare contenziosi giudiziari, sospese infatti molte licenze edilizie.
Puntò sullo sviluppo della qualità della vita dei suoi cittadini, promovendo politiche capaci di affrontare e risolvere i problemi di integrazione determinati dall’emigrazione dal sud Italia, avvenuta negli anni precedenti. Riuscì a costruire anche un ottimo rapporto con i parroci della città.
Con lui nasce “Il Giornale di Corsico”, il periodico dell’Amministrazione comunale distribuito in oltre sedicimila copie che, dopo essere uscito come bimestrale, alcuni anni fa è diventato un mensile.
Serangeli ha lasciato una traccia profonda anche come assessore provinciale, soprattutto per la sua profonda passione per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile dei territorio. Fino all’ultimo, nell’ambito di Legautonomie, ha seguito il progetto che prevede il trasferimento delle funzioni catastali ai Comuni.
Due erano i punti fermi della sua vita: la famiglia e il partito. Lascia la moglie, Rosa, e i figli Roberto e Andrea.
Redazione