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sabato, Marzo 25, 2023

Proverbio: Pasqua voglia o non voglia, non fu mai senza foglia

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Milano. Tettamanzi compie 75 anni e presenta le dimissioni

(mi-lorenteggio.com) – L’arcivescovo di Milano, Monsignor  Dionigi Tettamanzi ha compiuto  ieri 75 anni e, in base alle norme della Chiesa, ha presentato al Papa le proprie dimissioni dalla guida della diocesi di Milano.

Ecco, la lettera integrale alla Diocesi:

Carissimi fedeli,
grazie di cuore per gli auguri che ieri, a nome vostro, mi ha rivolto il Vicario generale. Grazie dei tantissimi auguri che ho ricevuto e soprattutto delle preghiere che mi avete donato.

Settantacinque anni sono un traguardo importante di cui sento il dovere di ringraziare con particolare intensità il Signore. Con Lui voglio ringraziare tutte le persone che in questi anni sono state per me segno concreto del suo amore. Penso ai miei genitori – e come non essere riconoscentissimo al Signore perché mi dona ancora la presenza di mia mamma Giuditta novantottenne! – e poi a tanti vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, seminaristi, fedeli laici, coppie di sposi e famiglie, comunità che ho incontrato e che mi hanno fatto toccare con mano che il Signore è «ricco di misericordia».
Sì, il Signore è veramente grande nel suo amore e niente è più affascinante ed esigente della sua misericordia. Una misericordia «a caro prezzo», perché il Signore ci ha amato fino a dare la sua vita per noi; una misericordia che è tenerezza, accoglienza, fiducia, speranza nei nostri confronti e, proprio per questo, trasmette la forza esigente dell’amore: chi si scopre amato non può che amare a sua volta.
Mi accorgo sempre più che il tempo è nelle mani di Dio. Avverto ogni giorno la grande responsabilità che mi è affidata e di cui il Signore mi chiederà conto, ma confido ancor più nella sua misericordia. Con la forza che Dio mi dona continuo a spendermi per il ministero. Ricevo una testimonianza esemplare da tanti sacerdoti, anche avanti negli anni o malati, che non cessano di servire la Chiesa in umiltà e obbedienza, con grande zelo e abnegazione, e cerco anch’io di fare la mia parte, consapevole che vi è un di più di amore richiesto a chi ha un compito di maggiore responsabilità.
Eppure il pensiero che il tempo, la storia, la Chiesa sono nelle mani di Dio, nel mistero della sua misericordia, mi convince sempre più che non è la nostra opera a produrre frutto, ma il “rimanere”, il dimorare nell’amore di Dio: l’unirsi a Lui, l’essere in Lui, con letizia, nel dono di sé fino al compimento. E’ Cristo a portarci con sé nel mistero della sua morte e risurrezione che ci libera e salva. Da parte mia sperimento di essere “portato” dal Signore, di essere in mezzo agli affanni da Lui consolato. Per questo mi sento molto libero e sereno, anche nei confronti del compito che mi è affidato.
La nostra Chiesa vive un tempo di profondo ed esteso rinnovamento. Ci guida il desiderio vivissimo di rimanere fedeli alla consegna del Signore: quella di annunciare il Vangelo della speranza ad ogni uomo. Nei molti cambiamenti non mancano difficoltà, disagi e affanni, ma devo confidarvi che l’ascolto dei sacerdoti, in particolare nelle visite pastorali decanali e negli incontri dell’assemblea sinodale del clero, mi riempie di conforto. Tocco quasi con mano la bellezza e vivacità del nostro presbiterio: uomini di Dio, appassionati della Diocesi e della propria gente, corresponsabili col vescovo nell’edificazione di un nuovo volto di Chiesa e di ministero, per questo generosi e obbedienti nella disponibilità e insieme schietti e intelligenti nella lettura della situazione e nella ricerca di nuove fedeltà. Se penso poi ai molti fedeli laici che incontro e in cui riconosco un autentico sguardo profetico sul futuro che si delinea e al tempo stesso una viva sollecitudine ad assumersi nuove responsabilità, il mio cuore si riempie di fiducia e di consolazione. Non solo siamo nelle mani tenerissime di Dio, ma già abbiamo la gioia di vedere in mezzo a noi i segni di una Chiesa che freme dell’eterna giovinezza dello Spirito e genera uomini e donne evangelicamente “nuovi”.
Allora guardo ancora più avanti e già vedo un volto di presbiterio, di comunità cristiane, di Chiesa Ambrosiana che tutto fa per rimanere nel cuore di Dio e per giungere al cuore di ogni persona: un volto più fraterno e solidale, più aperto e missionario, più sobrio ed evangelicamente povero; meno affannato nel “fare” e più impegnato nella cura dell’“essere”. Un volto di Chiesa più semplice e lieto, perché in ogni situazione totalmente affidato a Dio e alla potenza del suo amore.
Con questo sereno affidamento nei giorni scorsi, secondo la normativa della Chiesa, ho riconsegnato l’incarico di Arcivescovo di Milano nelle mani del Papa, Benedetto XVI, affinché provveda per il bene della nostra Chiesa. La nostra preghiera per il Santo Padre, cui ci lega profondissima comunione, specie in questi giorni, si fa’ ancora più intensa: lo Spirito non mancherà di accompagnarci coi suoi doni e custodirci nel suo amore!
Tutti vi ringrazio, vi saluto e vi benedico.

+ Dionigi card. Tettamanzi, Arcivescovo
Milano, 15 marzo 2009

 

V.A.

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