Crisi: frena l’industria, crescono i servizi alla persona

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    (mi-lorenteggio.com) Busto Arsizio, 24 marzo 2009 – Fatturato ridotto di un quarto nell’industria, con crolli che hanno toccato anche il 75% in alcune realtà del settore della meccanica, e blocco delle assunzioni. In calo anche l’industria del tempo libero (viaggi e cosmesi); tengono l’elettronica e i servizi legati al web. In crescita tutto il settore sanitario e dei servizi alla persona. È questo il quadro sulla crisi economica nelle aree del Varesotto e del Milanese che emerge dall’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili -Ungdcec- di Busto Arsizio (Varese). Un’analisi che viene proposta in vista del congresso nazionale che l’Ungdcec vivrà dal 2 al 4 aprile al Centro Congressi Ville Ponti di Varese e intitolato "Una nuova era l’economia: dalla crisi alle opportunità di sviluppo": sarà quella l’occasione per guardare al futuro e delineare le strategie di risposta alla crisi. Del resto, il momento critico non risparmia neppure gli studi professionali, dove sono in forte difficoltà soprattutto quelli "singoli", e si riversa sul mondo del lavoro con una forte contrazione dell’occupazione. «Questo però ci fa purtroppo dire che la crisi è solo all’inizio nel nostro territorio», spiega Elisabetta Bombaglio, presidente dell’Ungdcec di Busto Arsizio. «Nel confronto tra il primo bimestre del 2009 e quello del 2008, abbiamo registrato una forte riduzione dei fatturati in tutto il settore industriale: l’edilizia privata ha avuto punte di flessione anche del 50 per cento. Piccoli segnali di ripresa arrivano da singoli casi, dove i Comuni consentono interventi su vecchi edifici con l’aumento della volumetria e permettendo un risparmio sugli oneri di urbanizzazione». Pesantemente colpito anche il settore della meccanica: «Resiste solo chi è di nicchia o ha un grande export», prosegue Bombaglio. «Anche la chimica ha avuto un taglio del 25 per cento dei ricavi». L’occupazione è in una fase di stallo. Continua: «Circa un’azienda su 10 ha fatto ricorso alla mobilità, mentre quasi tutte le imprese hanno presentato la richiesta di cassa integrazione: due terzi delle aziende però vi hanno fatto ricorso. Al crollo delle offerte di lavoro da parte delle aziende alle agenzie interinali, è corrisposto un mancato rinnovo dei contratti a termine».
    Il commercio al dettaglio sta vivendo un momento di grande fermento. «Alle numerose chiusure fanno da contraltare le nuove aziende che si affacciano al mercato: ma la loro sopravvivenza media si è decisamente ridotta rispetto al passato», aggiunge Bombaglio. Chi offre telefonia e prodotti web tiene. «Non ci sono cali importanti, anche se il mercato resta difficile».
    Sul fronte dei consumi, si evitano le spese ritenute superflue, mentre sulla salute non si bada a risparmi. «Alla diminuzione del 5 per cento sui fatturati delle profumerie e del settore cosmetico in generale, e del 10 per cento per le agenzie di viaggio, abbiamo riscontrato un significativo aumento dei fatturati nel settore socio-sanitario, di assistenza e servizi alla persona con un incremento del 10 per cento», precisa Roberto Ianni, vicepresidente del Comitato organizzatore del Congresso nazionale Ungdcec. Non ultimo il settore dei liberi professionisti. «Registriamo una sostanziale difficoltà per coloro che hanno uno studio singolo; difficoltà dettata prevalentemente dall’entrata in crisi di alcuni clienti e dalle difficoltà di pagamento delle parcelle».
    In quest’ottica, l’appuntamento del prossimo congresso nazionale Ungdcec rappresenta un importante punto di riferimento. Spiega Ianni: «L’intento è quello di indicare delle prospettive, delle linee da seguire per poter far fronte a questo periodo di difficoltà. Siamo consapevoli che ci troviamo davanti ad una situazione di cambio quasi radicale: abbiamo parlato di "era". La crisi è pesante, e lo scenario per il quale i professionisti si sono attrezzati a operare è quello dell’emergenza; ma se questa situazione viene affrontata in maniera corretta, alla fine un’azienda può uscirne rafforzata». Conclude Luca Corvi, vicepresidente nazionale dell’Ungdcec: «C’è la necessità di svecchiare il Paese: i giovani devono essere ascoltati perché hanno idee e prospettive».

    Redazione

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