Milano, 7 aprile 2009 – A pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’Omeopatia, in programma venerdì 10 aprile, l’Assessorato alla Salute ha messo in distribuzione la nuova brochure “Omeopatia e cenni di Omotossicologia”, terza uscita della collana “Quaderni della salute”. L’opuscolo ha lo scopo di informare e diffondere la corretta conoscenza sull’uso delle medicine complementari. Un’utile guida, in distribuzione gratuita nelle farmacie e nelle biblioteche comunali, per orientare i milanesi alla conoscenza dell’omeopatia e dei componenti naturali.
“Milano, sede dell’Expo 2015 – afferma l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna -, vuole essere all’avanguardia e, senza entrare nell’ambito della valutazione scientifica, propone ai cittadini una brochure informativa sull’uso delle medicine non convenzionali, in particolare l’omeopatia, con lo scopo di dare una corretta informazione sul suo uso. Milano non può trovarsi impreparata e deve poter garantire conoscenza e competenza ai milioni di turisti che parteciperanno a questa manifestazione, tra i quali ci saranno molti che si curano con l’omeopatia”.
Oggi l’omeopatia è diffusa in oltre 80 paesi, in molti dei quali è inserita pienamente nell’ambito del sistema sanitario. In Italia la medicina omeopatica è utilizzata da 11milioni di cittadini e praticata da oltre 20mila camici bianchi.
Secondo i dati del Censis nel 2008 oltre il 23% degli italiani ha scelto le cure non convenzionali (MNC), convinti della loro efficacia e pagandole di tasca propria: un risparmio per il Ssn, in termini di ricoveri e altre prestazioni evitate, che ammonta a 40 milioni di euro.
Secondo l’Ispo il 65% della popolazione ha ormai dimestichezza col termine medicine non convenzionali e le conosce; per il Censis poco meno del 50% le considera utili, più del 70% vorrebbe che fossero rimborsate dal Ssn. Per quanto riguarda gli operatori, sono circa 12.000 i medici e i veterinari che fanno parte delle 25 associazioni e società scientifiche che compongono il comitato italiano dove sono rappresentate tutte le Medicine Non Convenzionali riconosciute dalla Federazione dei medici (FNOMCeO) e dalla Federazione dei veterinari (FNOVI). Nel settore operano circa 30 aziende che impiegano oltre 1.200 dipendenti; l’Italia è il terzo mercato europeo dopo Francia e Germania. Un ambito in continua crescita: in media +6-7% annuo nell’ultimo decennio.
Secondo i dati Istat quasi il 15% della popolazione italiana si affida a farmaci omeopatici per curare le proprie patologie e migliorare il proprio benessere.
Una recente indagine Doxa stima che un italiano su due vorrebbe che il proprio medico fosse in grado, se necessario, di curarlo con l’omeopatia e il 23% della popolazione sceglie di fatto questo tipo di cure. Inoltre, il 52% degli italiani si sente più sicuro se il proprio medico di famiglia è in grado di curarli anche con l’omeopatia.
Donne di mezza età, manager, residenti al Nord Italia sono i principali utilizzatori, sempre secondo l’Istat, delle terapie non convenzionali, ovvero omeopatia, fitoterapia, agopuntura e trattamenti manuali. Tra le donne con un’istruzione superiore residenti al Nord, due su tre fanno uso di prodotti omeopatici. Il minimo di consensi per l’omeopatia si riscontra tra i maschi poco istruiti residenti al Sud (meno di uno su dieci).
Una recente indagine dell’Osservatorio Scienza e Società rivela che un italiano su tre ricorre all’omeopatia, almeno saltuariamente, e quasi uno su dieci lo fa con una certa assiduità. Nel 75% dei casi ciò che spinge verso questi prodotti è la percezione che abbiano minori effetti collaterali rispetto ai farmaci convenzionali. Solo un utilizzatore su cinque è convinto che siano effettivamente più efficaci. D’altra parte, a scoraggiarne l’uso non è tanto l’assenza di prove scientifiche sulla loro efficacia, rilevante solo per il 17% dei non utilizzatori, quanto il fatto che nessuno, a partire dal medico di base, li abbia mai consigliati. Ma il risultato forse più sorprendente riguarda l’annosa questione del ricorso all’omeopatia come frutto di una diffusa ignoranza e rifiuto dei principi scientifici alla base della farmacologia tradizionale. Il ricorso all’omeopatia non pare neppure legato ad un’ostilità pregiudiziale verso i farmaci convenzionali, ai quali perlopiù li si alterna o li si abbina: solo due italiani su cento si curano esclusivamente con l’omeopatia.
“I numeri – ha concluso l’assessore Landi – dicono che il fenomeno ha dimensioni rilevanti e che si tratta di una realtà da tenere in considerazione. La guida va proprio in questa direzione. Con questa iniziativa il Comune intende infatti fornire uno strumento, con basi scientifiche, per accostarsi con senso di responsabilità a un nuovo tipo di medicina”.
Redazione