Milano, intermediatore finanziario tenta di estorcere denaro alla Sotheby’s via email

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    (mi-lorenteggio.com) Milano, 28 luglio 2009 – Il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza, Capitano Andrea Ilari , ha reso noto i dettagli dell’operazione” Arte sotto ricatto”,  che ha consentito di individuare e stroncare il tentativo di estorsione nei confronti di famosa Casa d’Aste internazionale “Sotheby’s”.

    Un intermediatore finanziario, incensurato, residente in provincia di Milano, esperto nelle consulenze  finanziarie sulla compravendita di opere d’arte, nonchè esperto informatico, del quale non sono state rese note le generalità, è stato denunciato per tentata estorsione.

    La vicenda è iniziata lo scorso marzo quando una prima lettera cartacea, dal contenuto anomalo,  è stata recapitata presso la sede romana della nota casa d’aste al direttore di direttore di Sotheby’s Italia, Filippo Lotti.  La missiva conteneva una richiesta estorsiva iniziale di 500 mila euro in cambio del non rivelare ai media e agli esperti dei mercati finanziari, diffondendo la  falsa notizia della vendita di un opera vera di Marino Marini, il "Piccolo Cavaliere" venduta ad un russo per 782mila sterline (un milione e 117 mila euro), facendola passare per falsa.

     

    In un primo momento la lettera non è stata ritenuta nè di valore nè di peso in quanto lo stesso Lotti  sapeva e sa benissimo che la scultura è autentica, come certificata  dall’espertise rilasciata dalla Fondazione Marino Marini di Pistoia, l’unica intitolata a rilasciarla.

    Ma, quando, a seguito di questa lettera, sono iniziate una serie di email, contenenti richieste estorsive di 800 mila euro, indirizzate, oltre a lui, anche  a precisi impiegati della nota casa d’aste, che si occupano di specifico di arte moderna nel mondo di New York e Londra, Lotti ha incominciato a preoccuparsi  si è rivolto subito ai Carabinieri, i quali hanno attivato subito le indagin, vista la gravità del fatto perchè l’estorsore avrebbe creato  un sistema finalizzato a incidere negativamente sul mercato dell’arte e sulle borse.

    Le mail, tutte spedite con mittenti e account diversi da tutto il mondo utilizzando "siti mirror", che rendevano impossibile il rintracciare la provenienza. Ma, i due assistenti del Capitano Ilari sono riusciti a ripercorrere, componendo il puzzle di tutti le tracce delle mail lasciate in rete e sui  server, arrivando a Milano. Così una volta individuato, l’uomo è stato preso, ammettendo di essere lui l’autore.

    V.A.

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