(mi-lorenteggio.com) Cesano Boscone, 10 settembre 2009 – Un anno fa Don Luigi Caldera veniva nominato parroco della parrocchia di San Giovanni Battista.
Una anno a Cesano Boscone: la sua esperienza di cosa si è arricchita?
E’ molto bella la convivenza con gli altri preti della Parrocchia che ci permette di conoscerci e di confrontarci con normalità sulla vita della parrocchia e poi, evidentemente, ho conosciuto nuove persone e gruppi. La storia stessa di questa Parrocchia, antichissima, è sempre fonte di scoperte.
Quali sono stati i momenti più belli?
Certamente non capita a molti parroci di incontrare migliaia di persone nei primi 10 giorni di permanenza in un posto: a me è toccato questo dono grazie alla Festa Patronale, al cui inizio sono arrivato l’anno scorso e questi incontri li considero importanti per cominciare a cogliere il tessuto sociale di una città. Un altro momento molto emozionante è stato il giorno dell’inizio ufficiale del ministero di Parroco, avvenuto in ottobre, perchè ho proprio sentito radunata attorno a me tutta la Parrocchia.
Il più difficile?
I momenti più difficili sono stati due funerali: quello di un papà e quello di una bambina piccolissima, perchè lì l’annuncio della Risurrezione di Cristo si mescolava con un dolore intensissimo. Devo, peraltro, dire che questi sono stati momenti di grazia forte per tutti coloro che li hanno vissuti.
A un livello completamente diverso, alle recenti elezioni è stato difficile spiegare che la comunità cristiana non si identificava con nessuno dei candidati e non era rappresentata da alcuno: probabilmente i diversi schieramenti non hanno capito bene ancora oggi questo atteggiamento di libertà.
Un episodio che ricorda volentieri durante quest’anno?
Ricordo volentieri che, per diversi mesi, tantissime persone incontrate per strada o in confessionale o altrove mi salutavano dicendo: "E’ la prima volta che la incontro di persona, permetta che mi presenti…", e dopo aver detto nome e cognome, giù a raccontarti la loro storia.
Quali sono le priorità del Decanato?
Ritengo più corretto che domande e notizie del Decanato abbiano come interlocutore il Decano don Lucio Galbiati.
Quali sono dal suo punto di vista le problematiche principali dei cesanesi (es.: droga, alcolismo, povertà, malati)? Avverte tanto disagio?
Troppo facile dire che in questi mesi la crisi economica si fa sentire anche per tante famiglie di Cesano. Aggiungo che l’aspetto economico, evidentemente, porta sempre con sè il coinvolgimento di dimensioni diverse: la proprio identità, le relazioni con gli altri a partire da quelli di casa, il rapporto con le istituzioni…
Segnalo anche con piacere che il Fondo Famiglia e solidarietà, istituito dal Card. Tettamanzi a Natale, è già intervenuto a sostegno di tre famiglie della nostra comunità.
Festa Patronale: il significato e il tema religioso di quest’anno da cosa è stato ispirato?
‘Parole di vita per la città’. Questo è il tema scelto per la Festa Patronale di quest’anno. Siamo partiti dal fatto che la Parola di Dio era al centro di tanti eventi: l’anno dedicato a san Paolo, annunciatore infaticabile della Parola, la lettura continua della Bibbia fatta a Roma nell’ottobre scorso, il sinodo dei Vescovi che, nello stesso periodo, ha messo a fuoco questi stesso tema. Ci siamo chiesti: come questa Parola può entrare in dialogo con le tantissime parole della vita di ogni giorno? E abbiamo preso atto che questa Parola è diventata vita: sono molto contento che la Sacra Famiglia si presenti al Meeting di Rimini con un suo stand, che poi sarà riproposto alla Festa patronale. E’ un grande segno che la Parola si fa vita, carne, quotidianità, come lo è il Fondo del Cardinale, di cui parlavo prima, e tutti gli interventi della Caritas (e anche queste realtà avranno uno stand alla Festa Patronale). La città è destinataria di queste realtà e nello stesso tempo deve farsene promotrice.
Considero un grande evento anche la Lettura della Parola che faremo lunedì 14 e martedì 15 settembre nel contesto della Festa: l’abbiamo intitolato ‘La città legge la Parola’ e vuole essere un invito a vivere la Festa stessa nel contesto di cui dicevo prima. Anche questo vuole essere un momento di unità per la comunità locale: la presenza di rappresentanti delle diverse realtà sociali e politiche testimonia il riconoscimento dell’origine della cultura da cui deriva il nostro modo di concepire la vita.
I cesanesi sono devoti fedeli?
I Cesanesi danno troppo per scontata la loro fede: è indispensabile un forte recupero di appartenenza reale, non solo a parole, alla Chiesa, comunità dove si incontra oggettivamente il Cristo Risorto (ascolto della Parola, appunto, Sacramenti – messa e confessione -, amore reciproco), così come dare uno spessore culturale alla loro fede. Ma questo vale, mi sa, per i credenti di ogni longitudine e latitudine.
Progetti prioritari per la Parrocchia?
Dal punto di vista pastorale è indispensabile coinvolgere persone nuove nella vita della comunità, anche solo quelle che si rapportano ad essa per le cose più normali: itinerario per il matrimonio, genitori di bambini da battezzare o che frequentano l’iniziazione cristiana, nuovi arrivi in Parrocchia. Per quel che riguarda le strutture, vedremo se di fianco al cinema e su via Nazario Sauro si può fare qualcosa.
Presto avrete un nuovo un sito internet, http://sgb.cesanoinsieme.it ?
Sì, le tre Parrocchie di Cesano Boscone si stanno dotando di questo strumento: siamo convinti che il comunicare, pur essendo la cosa più difficile del mondo, è assolutamente necessario per la comunità cristiana che deve usare tutti gli strumenti che ha a disposizione.
Le manca Cernusco?
‘Da morire!’, direi se dovessi far ingelosire i Cesanesi. ma non è così, perchè i Cesanesi sono già possessivi quanto basta e perchè, pur avendo vissuto anni formidabili a Cernusco, oggi la mia vita è qui.
Il giorno del suo arrivo accompagnato dal Sindaco di Cernusco, accolto da D’Avanzo
Un messaggio e/o un augurio a tutti i cesanesi?
Inviterei tutti a metterci una marcia in più nel vivere le relazioni: con Dio e con gli altri.
Una domanda che non le ho fatto e che vorrebbe che le facessi?
Sono tentato di risponderti di non fare il Marzullo di turno! Ma no, ti dirò: ‘Chiedimi se sono felice’. E la risposta è: ‘Sì, perchè ho incontrato il Signore nella Chiesa e questo mi riempie la vita!’
Vittorio Aggio