Milano, 23 settembre 2009 – Regione Lombardia dà avvio a un’iniziativa di sostegno dell’attività dell’ospedale pediatrico di Herat, in Afghanistan per la formazione del personale medico e paramedico e la fornitura di attrezzature.
L’iniziativa, realizzata d’intesa con il Ministero degli Esteri, è stata annunciata questa mattina nel corso di una conferenza stampa dal presidente, Roberto Formigoni, il quale ha sottolineato che "si tratta di una mobilitazione di sostegno e di amicizia nei confronti delle popolazioni afghane".
"I principali commentatori, anche americani, come pure l’esercito italiano – ha sottolineato Formigoni – sono concordi nell’affermare che l’azione dell’occidente deve implementare le forme di vicinanza alla popolazione, e che l’appoggio della popolazione è condizione fondamentale dello stesso successo della stessa operazione di peace-keeping".
In pratica, saranno l’ospedale milanese di Niguarda e degli Ospedali Riuniti di Bergamo a mettere in campo le professionalità necessarie per la formazione del personale afghano.
L’altro impegno assunto dalla Regione riguarda la la fornitura di apparecchi medicali, in particolare per i settori della radiologia, della diagnostica e neurologia. Il nuovissimo ospedale pediatrico di Herat è il più grande della provincia ed è stato realizzato grazie al contributo congiunto del Ministero degli Esteri e della Ong lombarda Cesvi. Ma Regione Lombardia, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, svilupperà (a partire da novembre) anche una seconda iniziativa, a favore delle bambine e delle ragazze afghane.
"Si tratta – ha spiegato Formigoni – di un programma di borse di studio (probabilmente da 200 euro) mirate a far sì che la famiglia mantenga le giovani studentesse a scuola fino al completamento degli studi con il diploma".
"E noi sappiamo bene – ha aggiunto il presidente lombardo – quanto sia piena di difficoltà e di contraddizioni la condizione della donna in quelle aree". Alle borse di studio si affiancheranno corsi di formazione e di aggiornamento per i docenti. Del programma potrebbero beneficiare 500 famiglie.
Redazione