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13 ottobre 2009: ricorre il 65° anniversario dell’eccidio dei giovani partigiani rhodensi a Robecchetto

(mi-lorenteggio.com) Rho, 09 ottobre 2009 – Sono trascorsi 65 anni dall’eccidio di Robecchetto, ma il sacrificio dei giovani partigiani rhodensi ALFONSO CHIMINELLO, ALVARO NEGRI, PASQUALE PERFETTI, LUIGI ZUCCA è ancora vivo nella memoria collettiva della Città di Rho.

I quattro giovani, tutti Cittadini di Rho, furono torturati in prigione per giornate intere e poi trucidati a Robecchetto dalla milizia fascista. Era il 13 Ottobre 1944, data che si ricorda ogni anno, per il rispetto dovuto ai Caduti e come segno di onore per il sangue versato. In città la via "Martiri della Libertà" non a caso si chiama così: vi era situata la prigione dove i quattro giovani erano stati tenuti prigionieri e torturati.

La Resistenza e la lotta di Liberazione hanno permesso la nascita dell’Italia democratica, che vive dei valori più autentici sul piano della convivenza: la libertà, la convivenza civile tra diversi, la solidarietà, la partecipazione; questi e altri principi trovano la loro collocazione più matura all’interno della nostra Costituzione, frutto anche delle testimonianze a volte eroiche di chi ci ha preceduto, come i martiri civili della cui uccisione ricorre quest’anno il 65° anniversario.

Il PROGRAMMA della rievocazione sarà quello tradizionale:

Ore 14.00 Ritrovo in Piazza Visconti
Ore 14.30 Partenza di un pullman per Robecchetto con Induno;
Ore 15.30 Cerimonia commemorativa e deposizione di una corona d’alloro presso il monumento ai quattro Martiri.

Tutti i Cittadini sono invitati a partecipare alla celebrazione della ricorrenza.

Sarà presente il Sindaco di Rho, Roberto Zucchetti, che ricorda l’eccidio di Robecchetto come segue:
"In occasione delle cerimonie legate al ricordo di persone o di episodi di un passato ormai quasi remoto il rischio di cadere nella retorica è alto, ma non è questo il caso: i valori di cui sono stati testimoni con la vita i nostri quattro cittadini caduti per mano fascista sono ancora vivi, anche grazie al loro sacrificio. Tanti altri giovani sono morti per garantire a noi quella libertà che a loro era negata. Rendiamo il migliore omaggio a loro, quando restiamo fedeli a quegli stessi valori che hanno difeso con la morte e se ne rispettiamo il senso nella nostra azione quotidiana, sul piano personale e della vita cittadina." .

Redazione

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