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Proverbio: Febbraio, febbraiello, cortino e bugiardello

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Il nuovo mondo per gli immigrati a Milano

(mi-lorenteggio.com) Milano, 13 ottobre 2009 – Spesso immagino i miei trisavoli che con una valigia di cartone, si apprestano a sbarcare verso il “nuovo mondo”.
Sopraffatti e amareggiati da un’esistenza precaria, da una miseria sempre più incombente, da una realtà ormai ai limiti della sopravvivenza, sperano di andare incontro alla fortuna.
Le loro speranze sono come un sottilissimo filo, al quale si aggrappano con tutte le loro forze.
Lo sradicamento dalla loro terra d’origine, dalle loro usanze, dai loro sapori e odori, si trasforma in cinismo verso una struttura sociale che non è in grado di soddisfare le esigenze del popolo.
Lo sbarco è avvenuto. Un ultimo passo segue la scissione definitiva dalla propria terra.
Quale realtà paradisiaca si nasconde realmente in una città come Milano, una grande metropoli che da sempre accoglie amorevolmente i frutti del progresso e di quel processo economico chiamato industrializzazione?
Una città in continuo cambiamento. La capitale del lavoro, inteso come esigenza sociale che nobilita l’uomo.
Una terra multi-etnica nella quale è lecito dar voce a un ideale, a un movimento, eppure nella sua eterogeneità trova spazio una grande solitudine.
Non dimentichiamoci che la discriminazione sociale in questa città, resta comunque una cellula tumorale da sconfiggere.
Forti squilibri sul piano economico, stili di vita completamente diversa, l’arricchimento di pochi a scapito di molti, rappresentano la subordinazione del potere che impedisce una reale equità sociale.
Oggi si parla tanto di “crisi”, un termine che nella sua efferatezza invade ormai tutti i campi: politico, economico, sociale.
Si parla di redistribuzione della ricchezza (intesa come esigenza sociale, ma anche economica), sostenendo che la perdita del potere d’acquisto sia la vera causa dell’impoverimento del paese.
Si guarda ancora con disprezzo lo straniero, inteso come nuova forza lavoro, e si procede alla cieca verso un sistema politico arbitrario e privo di vere fondamenta.
In definitiva, in una situazione sociale come quella milanese, che nel corso della storia ha dimostrato la straordinaria capacità di risollevarsi, credo si debba tenere conto di due obiettivi fondamentali: la comunità e il bene pubblico, come l’unica vera fonte di ricchezza.

Caterina Licata

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