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Milano, la mostra "Don Gnocchi ci parla" in Galleria Vittorio Emanuele

(mi-lorenteggio.com) Milano, 21 ottobre 2009 – Venti pannelli e un supporto multimediale ripercorrono la straordinaria vita e il pensiero di don Carlo Gnocchi. È la MOSTRA dal titolo “DON GNOCCHI CI PARLA”, curata dal direttore del settimanale “Vita”, Giuseppe Frangi, esposta nelle scorse settimane nella cappella del Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano, accanto alla tomba dove riposa don Carlo, e allestita dai giorni scorsi in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, con il patrocinio dell’assessorato alla Famiglia del Comune e il sostegno di Regione Lombardia.

Il percorso propone spunti di riflessione su temi d’attualità, utilizzando testi e brani di lettere di don Carlo. L’esposizione è costituita da 11 “totem”, ciascuno composto da una coppia di pannelli per un totale di 22 tavole che ripercorrono la straordinaria vita e il pensiero di don Carlo Gnocchi (nato a San Colombano al Lambro nel 1902, morto a Milano nel 1956).

«“Don Gnocchi ci parla” – spiega Frangi – è una mostra veloce, semplice, diretta, per fare in modo che uno dei grandi personaggi che hanno fatto la nostra storia entri nel vissuto degli uomini di oggi che ancora si avvalgono dei servizi e delle strutture inventati grazie alla sua carità e alla sua genialità». Tra poco più di un mese don Gnocchi sarà proclamato beato: di lui si parla e si parlerà ancora molto. «Ma come parla invece lui a noi uomini del terzo millennio? – si chiedono i curatori della mostra -. Come parla alle persone che frequentano da operatori e da pazienti le strutture da lui fondate? La mostra propone un percorso semplice, che segue la storia di don Gnocchi, ma per farlo conoscere come fosse uno che ci parla oggi».

Il percorso della mostra inizia dalla famiglia di don Carlo. In particolare è illustrato lo stretto rapporto con la madre, per poi proseguire con la tragica esperienza della guerra: don Gnocchi fu cappellano degli alpini, in prima linea sul fronte russo nel 1942-43. L’installazione mette poi in evidenza la scelta di mettersi al servizio dei “mutilatini”, la fede e l’umanità del sacerdote, i suoi scritti in merito a educazione e istruzione e l’atto di fede finale, al momento della morte, con il gesto profetico della donazione delle cornee nel 1956.

La mostra racconta anche la nascita della Fondazione Don Gnocchi, realtà che oggi continua ad occuparsi di ragazzi portatori di handicap, affetti da complesse patologie acquisite e congenite; di pazienti di ogni età che necessitano di interventi riabilitativi neurologici, ortopedici, cardiologici e respiratori; di assistenza ad anziani non autosufficienti, malati oncologici terminali e pazienti in stato vegetativo persistente. Intensa, oltre a quella sanitario-riabilitativa, socio-assistenziale e socio-educativa, è l’attività di ricerca scientifica e di formazione ai più diversi livelli. Riconosciuta Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, segnatamente per i Centri di Milano e Firenze, oggi la Fondazione Don Gnocchi conta oltre 5400 operatori tra personale dipendente e collaboratori professionali, per i quali sono approntati costanti programmi di formazione e aggiornamento. Le prestazioni sono erogate in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale in 28 Centri, distribuiti in 9 regioni, con oltre 9000 persone curate o assistite in media ogni giorno.

Dopo la beatificazione, la mostra verrà esposta all’Istituto Gonzaga di via Vitruvio a Milano, fino al 4 novembre. Sarà poi itinerante nei Centri italiani della Fondazione Don Gnocchi e nelle città che ne faranno richiesta. Per informazioni: tel. 02-40308.938.

 

Redazione

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