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Cinema. Parnassus: l’uomo che voleva ingannare il diavolo

(mi-lorenteggio.com) Milano, 02 novembre 2009 – Attraverso le prodezze di uno stolto, nell’immaginifico emisfero di una mente, andando incontro alla morte intesa come immortalità, si può raggiungere l’elevazione spirituale che la nostra ragione spesso ci impedisce di sfiorare?
Testimonianza di una grande personalità come quella di Heath Ledger, Parnassus di Terry Gilliam rivisita con immancabile attenzione quella parte nascosta e quasi temibile della mente umana: l’immaginazione.
La scelta registica di catapultarci in quell’emisfero recondito attraverso volti che non hanno tempo; un impatto visivo teatralmente revisionabile in qualsiasi momento; la sottigliezza di effetti scenici degni di una valida tecnologia cinematografica.
Paradossalmente deludente al primo impatto visivo, la rappresentazione di questo film, diventa in seguito l’esfoliazione di un involucro ridondante, che trova la sua centralità nella mutevolezza dell’animo umano.
Danze e gesta evocatrici si perdono nella durevolezza di contenuti che da sempre caratterizzano l’uomo. L’ardore del primo amore, il materialismo, l’avidità del potere, il desiderio d’immortalità, le nefandezze dello spirito ignobile, tutto diventa parte del libero arbitrio della corruttibilità umana.
Nella rappresentazione goliardica dell’età dell’innocenza, c’è un sottilissimo connubio tra l’abbandono dei sensi e la compostezza intrisa di valori, tra il suadente sapore del peccato e la nobiltà d’animo. Uno scenario insomma pieno di contraddizioni nel quale spesso sia ha l’inconsapevolezza di quale sia il sottile confine tra realtà e finzione.
L’interpretazione quasi caricaturale del diavolo, lo rende un personaggio che nella sua deplorevole progettazione si nutre delle debolezze umane, dando tuttavia all’uomo la possibilità di rendersi l’unico vero artefice delle proprie sventure.
Legata a questo film, la morte dell’ormai celebre attore americano Heath Ledger, la cui vita si è spenta nella sua camera d’albergo proprio durante le riprese del film.
Una scomparsa che oltre ad aver lasciato un grande vuoto nella storia del cinema americano, ha guidato il regista verso una scelta volontaria di portare a termine le riprese del film grazie alla partecipazione di attori quali: Jhonny Depp, Colin Farrell, Jude Law, i quali hanno devoluto l’intero compenso alla figlia dell’attore.
“Nulla è per sempre, neanche la morte”,una celebre battuta del film che renderà certamente immortale l’anima del protagonista. 

Caterina Licata

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