Da quel 25 giugno ho collegato la fine, ma anche l’esistenza di Michael Jackson a quella di Marco Pantani. Due idoli per me, due icone che mi hanno accompagnato durante la mia gioventù fino adesso a quarant’ anni. Due personaggi che hanno inventato delle cose incredibili, che mi hanno regalato un sogno, loro che i miei sogni li hanno portati sulle loro deboli spalle. Poi sono scivolati in una "torrida tristezza" e mi domando perchè.
Ho sofferto e gioito quando Pantani si toglieva la bandana, abbassava le mani sul manubrio e scattava in salita. Ho pianto quando Pantani vinceva sul Mortirolo o sull’Alpe Huez , con le mani alzate verso il cielo. E quando finiva una gara pensavo "Ancora, ancora un’istante".
Ho adorato Jackson quando cantava in Thriller, mi ha entusiasmato quando ballava Bad e il mondo si è fermato un attimo quando ha inventato il moonwalk in Billie Jean. E quando finiva un suo video pensavo" Ancora , ancora un’istante".
Perchè tutto questo si è fermato? Perchè non ho più visto le imprese di Marco? Perchè non sentirò più la voce di Michael?
Noi invidiavamo la loro vita, con fama, successo, lusso.
O forse erano loro che volevano una vita come la nostra con amici sinceri, una donna con la D maiuscola, degli affetti veri. Insommma una vita normale, quella che magari noi abbiamo e viviamo tutti i giorni e non ce ne accorgiamo.
Ci siamo permessi di giudicare persone senza conoscerle. Ci siamo permessi di condannare persone senza colpe.
Che diritto abbiamo noi di puntare il dito contro la gente?
Possiamo ferire l’ animo di persone fragili e sensibili come erano loro ed essere spettatori indifferenti della loro fine. Io li ho amati, io li ho visti portare in cima al mondo per poi essere massacrati e derisi fino a sprofondare in un baratro dal quale non si sarebbero più rialzati; per questo Marco non vinceva più, per questo Michael non ha mai fatto i suoi concerti. E adesso chi li ha criticati e diffamati piange la loro scomparsa . Ma questo non ha più importanza.
Eravate due geni, due talenti unici e irripetbili sulla scena di uno spettacolo che non è la vita, ma nella realtà eravate due solitari,due estranei e per sopravvivere dovevate trovare la forza in cose sbagliate che vi illudevano che tutto era più facile e normale. Il palcoscenico della vita è spietato e crudele per chi crede di vivere su un’ isola che non c’è.
Caro Marco,caro Michael io vi ho voluto bene veramente e continuerò a gridare il vostro nome con orgoglio, perchè a quelle infamie,di dopato e di pedofilo, con cui vi hanno etichettato, io non ci ho mai creduto. Siete stati voi le sole vittime di quella vergogna dalla quale vi siete lasciati travolgere, facendovi solo del male.
Adesso vi guarderò in un dvd un pò più sola ma voi non morirete mai dentro di me perchè mi fate sempre brillare gli occhi.
Datemi ancora un’istante,un solo lunghissimo belllissimo istante.
Daniela Franceschini