(mi-lorenteggio.com) Milano, 10 dicembre 2009 – L’irriducibile Oscar Wilde rese partecipe nell’aprile del 1891, la sua vasta cerchia di lettori, con un romanzo che fece scalpore per i suoi inesauribili misteri e un retrogusto del tutto esoterico.
A distanza di più di un secolo, i contenuti di questa opera letteraria senza precedenti, sono ancora in grado di scuotere l’animo del lettore.
Approda quindi sugli schermi cinematografici la pellicola di Oliver Parker, che attraverso un tentativo oserei dire azzardato, ha voluto omaggiare la visione trascendente dell’aitante scrittore.
La telecamera si sposta con astuta sottigliezza dagli eleganti e raffinati quartieri di Londra sino ad incarnare lo squallore e il marciume delle bettole londinesi.
Il protagonista Ben Barnes, interpreta il ruolo misterioso e talvolta pieno di risvolti, dell’affascinante Dorian.
Il giovane aristocratico, che dotato di una bellezza sopraffina, derivante dallo splendore di un’anima pura, decide di vendere essa stessa al diavolo in cambio di un’eterna giovinezza.
Da questo momento in poi, inizierà per il giovane Dorian, una vita dissoluta volta al raggiungimento del piacere in tutte le sue forme.
Egli rimarrà per sempre giovane e bello, perché tutti i suoi gesti più ignobili si rifletteranno su un dipinto che lo ritrae fedelmente.
L’interpretazione del protagonista diventa il risultato di un’anima sibillina, divisa a metà tra il bene e il male.
Le fattezze del giovane Dorian infatti, si trasformano con estrema rapidità, alimentate da una duplicità del tutto irriverente.
Non certamente smentibile l’eleganza e il portamento nobiliare del protagonista che non rischia mai di cadere nel volgare.
Interpretazione sorprendente quella di Colin Firth e Ben Chaplin, rispettivamente l’intrigante Lord Henry e il pittore amico Hallward.
Un capitolo cinematografico insomma, ricco di dilemmi, che da sempre investono la ragione umana. La totale risolutezza di un animo sempre in equilibrio tra il bene e la corruttibilità delle debolezze umane.
L’affascinante richiamo del male che in un clima di eterna bellezza, giovinezza e piacere nasconde in realtà l’oblio di una dannazione eterna.
Caterina Licata