Milano, 22 febbraio 2010 – Sarà la prima struttura pubblica in Italia in grado di rispondere in maniera articolata, integrata e completa ai bisogni complessi di bambini e giovani affetti da patologie neurologiche gravi e croniche. Grazie all’impegno comune di Regione Lombardia e AO Fatebenefratelli, si è avviato ufficialmente il percorso che porterà alla nascita, nei prossimi 12/18 mesi, del "Centro per le gravi disabilità dell’età evolutiva" all’interno dell’ospedale.
"Si tratta – ha detto il presidente della Regione Lombardia, presentando l’iniziativa insieme all’assessore alla Sanità e al direttore dell’ospedale, Luigi Corradini – di una novità forte che viene incontro ad un bisogno molto diffuso, dando risposte concrete ai malati e alle loro famiglie". Il 18% della popolazione italiana in età evolutiva presenta infatti patologie neuropsichiatriche e circa il 2% è affetto da gravi disabilità: 3.500 bambini in Lombardia di cui 1.300 a Milano.
Il Centro, il cui ingresso sarà in via Fatebenesorelle e che avrà un’entrata dedicata con un punto unico di accoglienza, sorgerà su una superficie di circa 500 mq; l’investimento è di 2,5 milioni. La nuova realtà, diretta da Alberto Ottolini, comprenderà l’U.O. di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (UONPIA), il Centro Regionale per l’Epilessia dell’età evolutiva con la Neurofisiologia e la Divisione di Pediatria.
La realizzazione di questo Centro si presenta come "un nuovo modello culturale". L’obiettivo sarà quello di non accogliere solo il minore con il singolo problema, ma la famiglia portatrice del disagio in tutti i suoi aspetti, valorizzando e integrando tutte le risorse familiari e della rete dei servizi del contesto di provenienza.
"Abbiamo scelto di realizzare questo Centro al Fatebenefratelli – ha proseguito il presidente lombardo – perché qui ci sono tutte le condizione per affrontare al meglio questa nuova sfida, dato che l’ospedale è impegnato da anni a operare sui nuovi bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza". A questo proposito il presidente ha ricordato il progetto "Amico Charly" per i tentati suicidi, il centro di riferimento regionale per l’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) e l’ambulatorio per i disturbi alimentari nell’infanzia.
"Quello che interessa a Regione Lombardia – ha detto ancora il presidente – è fare in modo che l’ospedale possa diventare un luogo di promozione della cultura della vita e del benessere, e che sia in grado di garantire gli standard migliori, secondo un nuovo modello, di cui il Centro è un esempio, con il paziente e i suoi bisogni sempre più al centro del sistema. Tutti i 10 nuovi ospedali realizzati da Regione Lombardia sono stati pensati in questo modo: non è più la persona a dover girare nei vari reparti ma è la struttura ospedaliera a ruotare attorno alle sue esigenze".
La collaborazione con i vari interlocutori sul territorio (pediatri e medici di famiglia, educatori e scuola, riabilitatori, servizi sociali) rappresenterà un ulteriore elemento indispensabile per realizzare un approccio olistico alle gravi disabilità, finalizzato a reperire tutte le risposte socio sanitarie necessarie a migliorare la qualità di vita dell’intero nucleo familiare, garantendo una continuità delle cure e dell’assistenza.
A questo proposito, l’assessore alla Sanità ha sottolineato come sia necessario "orientare le funzioni dell’ospedale al territorio" per garantire una vera continuità delle cure. "La linea per il futuro della sanità segnata da Regione Lombardia – ha aggiunto l’assessore – è proprio quella dello sviluppare sempre di più la funzione territoriale dell’ospedale per rispondere ai nuovi bisogni".
Redazione