(mi-lorenteggio.com) Milano, 28 febbraio 2010 – Mentre la tv pubblica del Cile riferisce che al momento siano oltre 180 le vittime del terremoto, di magnitudo 8,8 della scala Richter che ha colpito questa ieri mattina alle 3.34, ora locale (le 7,34 italiane), che secondo alcuni esperti risulta essere uno dei cinque più forti della storia recente.
L’epicentro della scossa è stato registrato a circa 90 chilometri a nord est di Concepcion e a 110 chilometri a sud est di Talca, ad una profondità di circa 55 chilometri e precisamente a 325 km a Sud Ovest di Santiago.
La popolazione in tutto il paese si è riversata nelle strade in preda al panico.
Dopo il terremoto si sono susseguite nel paese numerose scosse di assestamento, una delle quali, di magnitudo 6,4, anche nella vicina Argentina.
Blackout di luce e linee telefoniche sono stati segnalati in molte città, mentre l’aeroporto di Santiago del Cile è stato chiuso per le prossime 72 ore a causa dei danni.
Un edificio di 14 piani situato nella città di Concepcion è crollato, imprigionando sotto le macerie circa 150 persone. Oltre al palazzo, costruito di recente, sono crollati anche diversi edifici pubblici della città cilena, tra cui la sede del governo regionale.
In una prigione di Chillan, a sud della capitale, alcuni muri sono crollati facendo sì che 209 detenuti siano riusciti a scappare. Ma, quattro le vittime, ma, non si sa ancora se le morti siano state causate del crollo della prigione o degli scontri con gli agenti.
Il terremoto ha scatenato un immediato allarme tsunami con onde alte diversi metri, per questo in 53 Stati è scattata l’allerta maremoto, diramato dal Centro di allerta tsunami del Pacifico.
Diverse città costiere, secondo la radio cilena ADN sarebbero state spazzate via dal maremoto.
Mentre per le onde dirette verso il Giappone, le prime isole colpite sono state quelle dell’arcipelago di Juan Fernandez, a circa 670 chilometri ad ovest delle coste del Cile, un’enorme onda si è abbatuta sulla costa, causando tre vittime e una decina di feriti.
Dopo intoro alle 22.00 circa, ora italiana, l’onda di circa 2,5 metri ha raggiunto le Hawaii, diretta verso le isole di Guam, le Samoa americane, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
Redazione