Cesano. Borghetti: "Più risorse per il settore socio-assistenziale in Lombardia"

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    (mi-lorenteggio.com) Cesano Boscone, 12 marzo 2010 – "In Lombardia, dopo 15 anni di governo Formigoni, sembrano esistere due Sanità differenti: quella ufficiale- delle grandi aziende ospedaliere e delle cliniche private- e quella “di serie B” degli enti assistenziali, delle associazioni". Ne è convinto Carlo Borghetti, candidato al Consiglio Regionale per il Partito Democratico, che giovedì mattina- insieme all’onorevole Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica Istruzione del governo Prodi, e al sindaco Vincenzo D‘Avanzo,  ha visitato l’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, fondazione che da oltre 100 anni si prende cura delle persone con grandi difficoltà fisiche e cognitive.

    D’Avanzo, Montini, Fioroni e Borghetti durante l’incontro

    “C’è bisogno di un impegno diverso per realtà come questa, importanti ma troppo spesso trascurate -ha detto Borghetti incontrando Monsignor Enrico Colombo, presidente della Fondazone- perchè se per la sanità a livello regionale si è fatto e speso molto, lo stesso non vale per il settore socio assistenziale e socio sanitario. Il problema di questi enti è che spesso sono come terre di mezzo: non si capisce a quali leggi debbano fare riferimento e a quali finanziamenti possano attingere, hanno un ruolo di surroga, facendo sanità là dove non riescono ad arrivare gli ospedali. In questi anni sono stati destinate risorse enormi alla sanità privata, quindi il problema non è tanto quello ingrandire la torta aumentando i finanziamenti, ma semmai dividerne equamente le fette”. Una visione condivisa dal già ministro Beppe Fioroni, che ha voluto sottolineare l’importanza della tematica socio assistenziale, dimenticata in questo periodo turbolento “in cui si riesce a parlare solo di liste, decreti e pasticci elettorali”; il tutto nell’ottica di un dialogo, secondo Fioroni, che non distolga mai l’attenzione dai pazienti, che prima di tutto persone e non utenti. O peggio ancora clienti. “Lo sforzo encomiabile degli operatori di questo settore, la loro passione, pone al centro il malato nella sua dimensione umana. Se non investiamo a sufficienza, invece, prevarranno unicamente criteri di natura economica ed aziendale”.

    V.A.

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