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Varese. Monte San Giorgio entra ufficialmente nel Patrimonio dell’Unesco, il settimo in Lombardia

(mi-lorenteggio.com) Varese, 02 agosto 2010 – Da oggi la Lombardia diventa la prima regione italiana per numero di siti riconosciuti dall’UNESCO (7 su 45). Infatti, la parte italiana del Monte San Giorgio (VA) entra ufficialmente a fare parte del Patrimonio Mondiale riconosciuto dall’organismo internazionale. La decisione è stata presa nel corso della 34ma assemblea generale del Comitato del Patrimonio Mondiale, riunita a Brasilia.
Il riconoscimento – assegnato per l’alto valore di reperti paleontologici presenti nel sito fossilifero transnazionale – completa quello già attribuito al lato svizzero del monte nel 2003. Si tratta del quarantacinquesimo sito italiano, del settimo sito lombardo e del terzo sito naturale italiano dopo le Isole Eolie e le Dolomiti.

"Con questa decisione – commenta il presidente della Regione, Roberto Formigoni – viene confermato una volta di più l’alto valore e la bellezza del nostro patrimonio naturale che si affianca e si integra perfettamente con i beni artistici, architettonici e culturali presenti in tutte le province. Il settimo riconoscimento per la Lombardia sancisce anche in questo campo il primato della nostra regione, luogo di bellezza e terra segnata e arricchita dalla storia in tutte le sue fasi".
"Proprio la bellezza e la sua valorizzazione in tutti i campi – prosegue Formigoni – è una cifra dell’azione di Governo della Regione da molti anni e una strada che intendiamo proseguire con decisione".
"Il riconoscimento Unesco al Monte San Giorgio – aggiunge l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Buscemi – è motivo di particolare orgoglio per tutti i cittadini lombardi e in particolare per quelli della provincia di Varese che, dopo il Sacro Monte, possono quindi vantare il primato di avere due aree riconosciute come Patrimonio Mondiale". "I fossili presenti sul Monte sono destinati – continua Buscemi – a diventare il principale riferimento su scala mondiale per tutti i futuri studi paleontologici relativi alle faune marine del Triassico".

MONTE SAN GIORGIO – Sono migliaia i fossili di rettili, pesci e invertebrati marini (antichi di 242-230 milioni di anni fa, corrispondente al periodo geologico del Triassico Medio) rinvenuti nell’intera regione dal XIX secolo ai giorni nostri, molti appartenenti a specie rare o addirittura esclusive del Monte San Giorgio.
La candidatura e l’impegnativa procedura amministrativa è stata condotta dai Comuni italiani del Monte San Giorgio con il supporto dell’Ufficio Patrimonio Mondiale UNESCO del Segretariato Generale, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e con il sostegno di Regione Lombardia, unitamente al Site Manager di parte svizzera. In quanto sito transnazionale il dossier è stato firmato dagli ambasciatori permanenti italiano e svizzero presso l’UNESCO a Parigi, mentre l’intesa per la presentazione della candidatura è stata sottoscritta presso la sede della Regione Lombardia.
Il complesso del Monte San Giorgio raggruppa diverse cime (il Monte San Giorgio 1.096 m, il Monte Pravello o Poncione di Arzo 1.014 m e il Monte Orsa 998 m.) e ha la forma di una estesa piramide rocciosa sulla riva meridionale del Lago di Lugano fra il ramo di Porto Ceresio (Italia, Provincia di Varese) e Capolago (Svizzera). L’estensione italiana del sito UNESCO (zona di protezione e zona cuscinetto) comprende i comuni Besano, Clivio, Porto Ceresio, Saltrio e Viggiù per una superficie di 2.064,48 ha. L’intera area transazionale del sito UNESCO Monte San Giorgio, che include anche i Comuni svizzeri di Meride, Riva San Vitale, Brusino Arsizio, Besazio, Mendrisio, Ligornetto e Stabio, raggiunge così 44,14 km2.

Uno dei fossili trovati

Lo straordinario valore del Monte San Giorgio a livello mondiale è dato dalla presenza nella regione di strati fossiliferi: sono stati rinvenuti 21.000 esemplari, fra cui 30 specie di rettili, 80 specie di pesci, circa 100 specie di invertebrati, numerosi microfossili e numerose piante, esposti nei musei di Besano (Italia) e di Meride (Svizzera). Altre esposizioni di riferimento per il patrimonio paleontologico del Monte San Giorgio sono nei musei di Milano, Zurigo e Lugano. L’accoglienza ai visitatori dell’area UNESCO sarà garantita attraverso le strutture dei visitor-center di Clivio (Italia) e di Meride (Svizzera).
Particolare attenzione è stata posta, nell’ambito del riconoscimento dell’estensione italiana, alla complementarietà dei due settori transfrontalieri che si distinguono ma si completano nel contempo per aspetti storici dell’attività mineraria, della ricerca scientifica (i primissimi scavi sono stati eseguiti nel 1863 in territorio italiano da parte dell’Abate Antonio Stoppani), e per la varietà dei ritrovamenti sui due lati del Monte San Giorgio.

Oltre a Monte San Giorgio, i siti lombardi già riconosciuti Patrimonio del’Umanità sono in tutto sei, e per le loro caratteristiche ben si prestano ad illustrare la ricchezza e la varietà del patrimonio culturale regionale. Si spazia infatti dall’archeologia preistorica delle incisioni rupestri camune all’archeologia industriale del villaggio operaio di Crespi d’Adda, dalla raffinatezza
pittorica del Cenacolo di Leonardo al vigore espressivo dei Sacri Monti, dalle bellezze naturali del Bernina a quelle di Mantova e Sabbioneta.

ARTE RUPESTRE DELLA VALLE CAMONICA (BS) – La straordinaria varietà e ricchezza dei graffiti di arte rupestre (in tutto sono state censite oltre duemila rocce) che sono presenti in tutto il territorio della Valle Camonica documentano lungo un arco di tempo di 12.000 anni la continua volontà dell’uomo di lasciare una traccia incisa del proprio passaggio nel territorio. La varietà dei soggetti rappresentati spazia dalla scene quotidiane a quelle di valore cultuale in una sovrapposizione continua e vitalissima di raffigurazioni che ancora oggi affascina studiosi e visitatori di tutto il mondo. Simbolo della Regione Lombardia è ancora oggi la "rosa camuna", rielaborazione grafica di un’antica incisione presente nel sito. La Valcamonica è stata il primo sito italiano inserito nella lista UNESCO.

SANTA MARIA DELLE GRAZIE E CENACOLO VINCIANO (MILANO) – Nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, accanto all’omonima chiesa il cui progetto porta il segno del Bramante, si trova uno dei dipinti più celebri al mondo: l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. L’opera, datata tra il 1494 e il 1498 durante la signoria di Ludovico il Moro, fu realizzata da
Leonardo "a secco" anziché con la tecnica ad affresco. La scelta di tale tecnica ha reso più fragile la conservazione dell’opera, sottoposta a continuo degrado e oggetto di costante monitoraggio e restauro. Per lo straordinario valore dei due edifici – chiesa e convento – simbolo della grandezza di Milano in età rinascimentale, il complesso è stato inserito nella lista del Patrimonio Unesco nel 1980.

VILLAGGIO OPERAIO DI CRESPI D’ADDA (BG) – Fabbrica e villaggio di Crespi d’Adda furono realizzati a cavallo tra Otto e Novecento dalla famiglia di industriali cotonieri Crespi, quando in Italia nasceva l’industria moderna. L’insediamento di Crespi era progettato per divenire un centro residenziale strutturato sul modello delle città giardino ottocentesche e dotato di servizi estremamente innovativi tra cui spiccavano l’illuminazione elettrica e la rete idrica. Il villaggio operaio, portato a termine alla fine degli anni venti, si è mantenuto praticamente inalterato nel corso del tempo. Proprio per questo motivo è considerato un gioiello dell’archeologia industriale e dal 1995, l’UNESCO ha deciso di inserire Crespi d’Adda nella WHL in quanto "Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa".

SACRI MONTI DEL PIEMONTE E DELLA LOMBARDIA (VA-CO) – I Sacri Monti, che dal 2003 sono iscritti nella Lista dell’Unesco, sono gruppi di cappelle e altri manufatti architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo, dedicati a differenti aspetti della fede cristiana. In aggiunta al loro significato simbolico e spirituale, possiedono notevoli doti di bellezza, virtù e gradevolezza, e risultano felicemente integrati nell’ambiente naturale e paesaggistico. In Lombardia si trovano due dei nove sacri monti della rete individuati come bene di valore universale: a Ossuccio (sulla sponda occidentale del Lago di Como) e a Varese.

FERROVIA RETICA NEL PAESAGGIO DELL’ALBULA E DEL BERNINA (SO) – A cavallo fra la Lombardia e la Svizzera si trova la Ferrovia Retica, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità nel 2008.
La linea del Bernina delle Ferrovie Retiche collega Tirano in Valtellina a Saint Moritz in Engadina, superando – senza l’ausilio della cremagliera e utilizzando invece l’aderenza naturale del materiale ferroviario – le impegnative salite del passo del Bernina a 2256 metri di quota. Il percorso, la cui attrattiva turistica si coniuga ad un importante ruolo funzionale per il trasporto delle merci, si snoda in un itinerario di grande valore turistico e ambientale attraverso le Alpi.

MANTOVA E SABBIONETA (MN) – Riconosciute "eccezionale testimonianze dell’architettura e dell’urbanistica del Rinascimento" le due città sono entrate nella lista Unesco nel luglio del 2008. La scelta della commissione ha evidenziato come la progettazione urbanistica di queste due città rappresenti in modo esemplare le due tipologie di fondazione urbana rinascimentale: quella evolutiva (la città gonzaghesca di Mantova si rinnova ed estende un abitato preesistente, mantenendo quindi una pianta irregolare con edifici di epoche diverse) e quella fondativa (Sabbioneta è progettata unitariamente come declinazione di una "città ideale") rappresentando un riferimento per la diffusione internazionale degli ideali del primo Rinascimento.

V.A.

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