(mi-lorenteggio.com) Opera, 2 novembre 2010 – Sono una dozzina per il momento i nuovi cartelli posti ai confini territoriali che recano i nomi in dialetto di Opera, della frazione Noverasco e della località Dosso Cavallino.
Accanto a òvera, Noverasch e Dòss Cavalin spicca oggi l’insegna del Comune, le cinque spighe d’oro su campo blu, e quella di Mirasole, il sole giallo con falce di luna argento su campo blu.
“Il paese si riappropria della sua storia, della sua cultura e del dialetto che si parlava nelle campagne del sud Milano – afferma il Sindaco Ettore Fusco – nelle risaie e nei cascinali che un tempo costituivano il tessuto sociale di una delle aree geografiche più belle d’Italia dove ancora oggi si sposano il progresso e la storia rurale con le sterminate aree agricole alle porte dell’industrializzata metropoli meneghina”.
L’iniziativa voluta dal Sindaco di Opera non è costata un solo euro ai cittadini ed ha come finalità quella di rendere sempre più vivo il senso di appartenenza ad una comunità con tanto di storia e linguaggio proprio. I cartelli sono stati realizzati ed apposti agli stessi pali che montavano quelli in italiano, gratuitamente per il Comune, grazie ad una società privata che gestisce la pubblicità locale.
Accanto ai nomi in dialetto esposti lungo le strade di Opera è visibile, oltre allo stemma istituzionale, quello storico dell’Abbazia di Mirasole che racchiude le origini di un paese agricolo e laborioso che deve le sue fortunate origini all’ordine religioso degli Umiliati che nel tredicesimo secolo resero Mirasole un centro di primaria importanza a livello lombardo per la produzione agricola e la lavorazione della lana.
Dal sistema delle marcite per irrigare le campagne agli allevamenti di pecore per la lavorazione della lana fino all’orticoltura ed alle più recenti risaie, mescolate ai campi di granturco, che ancora oggi persistono accanto ad un’industrializzazione moderata ed intelligente con una residenzialità ricavata mediante criteri di vivibilità con particolare attenzione a non consumare suolo agricolo patrimonio della comunità che da venti anni viene tutelata anche dalle regole del Parco Agricolo Sud Milano.
Questa è Opera, cittadina alle porte di Milano con vocazione agricola ed ambizioni da moderno Comune che si pone da esempio per come riesce a gestire fenomeni quali il nomadismo e la prostituzione, assolutamente scomparsi dalle sue strade e da quelle vicine, lo spaccio della droga e la lotta alla microcriminalità contrastati dalle forze di Polizia Locale e della Stazione dei Carabinieri di Noverasco.
Una città dove da oggi si torna a leggere il nome del paese in dialetto ed a vedere il sole di Mirasole, adottato nel suo stemma persino dalla Provincia di Milano, per ricordare a tutti che questa terra è frutto del lavoro delle campagne, della forza dei suoi braccianti, dell’ingegno dei suoi abitanti e della dedizione all’impegno personale ed alla fede cristiana.
“Con questi presupposti e grazie al diffuso senso di appartenenza degli operesi ad una comunità che vive – conclude il Sindaco Fusco – preserviamo il nostro paese dallo scempio che rom e prostitute fanno delle periferie di Milano e di molti altri comuni dell’hinterland e lottiamo per impedire che colate di cemento possano ricoprire la nostra terra. Così ci siamo opposti vittoriosamente alla realizzazione dell’inceneritore che il Comune di Milano voleva localizzare alle porte di Opera, ci siamo battuti fino all’ottenimento dell’ampliamento della Via Ripamonti che avrà inizio entro pochi mesi e stiamo lottando affinché siano bloccati gli sfratti delle famiglie di Noverasco, nel quartiere ex Enpam, evitando che queste siano sacrificate all’altare della speculazione edilizia”.
A Opera, da quando è cambiata l’Amministrazione, nulla è più impossibile.
V.A.