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Alda Merini, la Provincia le intitola la Sala Cinema dello Spazio Oberdan

(mi-lorenteggio.com) Milano, 03 novembre 2010 – A partire dalle 17,30 di giovedì (4 novembre), il presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà, interverrà allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto, 2), alla cerimonia di intitolazione della Sala Cinema ad Alda Merini, scomparsa il 1° novembre del 2009. All’evento parteciperanno, inoltre, Bruno Dapei, presidente del Consiglio provinciale, e Novo Umberto Maerna, vicepresidente e assessore alla Cultura di Palazzo Isimbardi. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle manifestazioni organizzate dall’Ente per ricordare la poetessa milanese. Alle 19,30, infatti, sarà proiettato il cortometraggio diretto da Gianni Canova, «Gente di Milano: Alda Merini. La diversità della poesia», mentre, alle 21, i cittadini potranno assistere gratuitamente allo spettacolo «Una piccola ape furibonda» dell’artista Giovanni Nuti che canterà le poesie di Alda Merini. Dal 16 al 28 novembre, inoltre, lo Spazio Oberdan ospiterà una mostra fotografica, a cura di Giuliano Grittini, dal titolo «L’anima e la luce» che ricorderà una delle figure più rappresentative della poesia italiana.

«Alda Merini ci ha lasciato un’immensa varietà di prose e versi che hanno scandito le diverse fasi di una vita travagliata, sofferta ma pur sempre vissuta con amore, dignità e determinazione – ha dichiarato oggi il presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà -. L’intitolazione della Sala Cinema dello Spazio Oberdan, il luogo simbolo delle attività culturali della Provincia, rappresenta senz’altro un gesto che racchiude in sé un valore simbolico capace di trascendere il pregio degli innumerevoli eventi che hanno scandito il ricordo della poetessa. Lo Spazio Oberdan da oggi sarà custode anche delle memorie che la Merini ci ha lasciato attraverso la sua opera letteraria. Destino ha voluto, tra l’altro, che il primo anniversario della morte di Alda Merini coincidesse con i 35 anni dalla morte di un altro grande interprete della cultura italiana, Pier Paolo Pasolini. Anche lui, come la Merini, ha espresso la propria complessità attraverso la poesia e la scrittura, senza dimenticare il suo contributo al cinema italiano quel mezzo al quale anche Alda Merini avrebbe potuto dare tanto. Lei, tra l’altro, in un docufilm, girato dal regista Cosimo Damato, dal suo appartamento sui Navigli mise a nudo la sua anima, raccontando l’esperienza del manicomio».

V.A.

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