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Milano. Nel Cortile di Palazzo Isimbardi una stele in memoria tutti i reporter caduti sui fronti di guerra

(mi-lorenteggio.com) Milano, 26 novembre 2010 – Si è svolta oggi a Palazzo Isimbardi la conferenza stampa di presentazione del «Premio Enzo Baldoni e reporter italiani caduti sui fronti di guerra». La cerimonia di assegnazione dei riconoscimenti si terrà, invece, a partire dalle 17 di oggi presso la Sala Barozzi dell’Istituto dei ciechi (via Vivaio 7). Questa mattina sono intervenuti all’incontro il presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà, il vicepresidente dell’Ente e assessore alla Cultura Novo Umberto Maerna, il vicedirettore di Rai Tre Ennio Chiodi ed Elisabetta Polenghi, sorella di Fabio Polenghi, il fotoreporter milanese ucciso il 19 maggio scorso a Bangkok.

Maerna, Polenghi e Podestà

Al termine della conferenza stampa, i relatori hanno scoperto una stele, che sarà collocata nel Cortile d’onore di Palazzo Isimbardi, con scolpiti i nomi di tutti i giornalisti e foto cineoperatori italiani morti dal nostro Dopoguerra a oggi mentre tentavano di documentare la realtà degli scenari più tragici del Pianeta e di testimoniare le speranze dei popoli coinvolti nei conflitti.

La stele reca, in ordine cronologico rispetto alla morte, i nomi di: Almerigo Grilz, caduto a Caia in Mozambico il 19 maggio 1987; Guido Puletti, ucciso in Bosnia Herzegovina il 29 maggio 1993 dalle truppe paramilitari bosniache; Dario D’Angelo, morto il 28 gennaio 1994; Marco Luchetta, deceduto a Mostar il 28 gennaio 1994, insieme con Alessandro Ota; Ilaria Alpi, massacrata a Mogadiscio il 20 marzo 1994; Marcello Palmisano, caduto in Somalia il 9 febbraio 1995; Antonio Russo, deceduto a Tbilisi il 16 ottobre 2000; Maria Grazia Cutuli, uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001; Raffaele Ciriello, colpito a morte a Ramallah da un carro armato israeliano il 13 marzo 2002; Enzo Baldoni, rapito e poi ucciso in Iraq il 27 agosto 2004; Fabio Polenghi, caduto il 19 maggio 2010 a Bangkok durante gli scontri tra forze governative e oppositori del regime.

«Permettetemi di salutare i familiari di Baldoni, che, quest’anno, per la prima volta dall’istituzione del Premio non parteciperanno alla cerimonia di assegnazione dei riconoscimenti perché impegnati nei preparativi delle esequie del loro congiunto, fissate per le 14 di domani nel Perugino (le spoglie sono state riportate in Italia solo nell’aprile scorso, ndr.) – ha dichiarato il presidente Podestà -. Mia moglie Noevia ha telefonato nei giorni scorsi a Giusy Bonsignore Baldoni per manifestarle vicinanza in questo momento. La Provincia di Milano, inoltre, invierà ai funerali una corona. Pur volendo mantenere inalterato lo spirito e le finalità del premio, per quest’edizione abbiamo deciso, attraverso un’apposita delibera di Giunta approvata in data 3 agosto, di ampliare la denominazione del riconoscimento da “Premio giornalistico Enzo Baldoni” a “Premio Enzo Baldoni e reporter italiani caduti sui fronti di guerra”. Già l’anno scorso, del resto, avevamo introdotto un premio speciale, che venne attribuito al generale di Corpo d’armata di reazione rapida Nato Gianmarco Chiarini. Con quella scelta ci eravamo premurati di ringraziare tutti i soldati italiani impegnati nelle missioni di pace nel mondo, capaci, con umanità e coraggio, di garantire la pace, la libertà e la democrazia nei luoghi in cui sono chiamati ad operare. Quest’anno, assieme al vicepresidente Maerna, che ringrazio per l’impegno e la dedizione profusi su questo tema, e agli altri componenti della Giunta abbiamo stabilito di intitolare il Premio pure a tutti i reporter italiani caduti, dalla fine della Seconda guerra mondiale, sui fronti dei conflitti in atto. Alla base della decisione assunta c’è la volontà di rendere merito al sacrificio di tanti professionisti della carta stampata, della televisione e di Internet impegnati, a rischio della vita, in scenari di guerra con l’obiettivo di fornire informazione in un’epoca di globalizzazione che, a volte, si ripercuote negativamente sulla qualità degli approfondimenti. In quest’ottica, era importante assegnare il Premio speciale a Polenghi, il fotoreporter milanese caduto a Bangkok il 19 maggio scorso. Ringrazio sua sorella Elisabetta per aver accettato di essere oggi con noi. La figura di Fabio, che aveva tantissimi amici non solo tra i colleghi, merita di essere conosciuta meglio».

«L’Ente ha in programma di realizzare nel 2011 un convegno dedicato alla professione del reporter di guerra nonché di promuovere una mostra tesa a dotare soprattutto i giovani degli strumenti necessari per comprendere quanto risulti fondamentale per l’informazione il lavoro svolto dagli inviati sui teatri dei conflitti – ha argomentato, dal canto suo, il vicepresidente Maerna -. L’impegno di quanti di loro oggi operano nei luoghi più pericolosi del mondo va, a mio avviso, al sacrificio dei nostri militari che partecipano alle missioni di pace in atto. Perché il coraggio può essere declinato sia nella passione di testimoniare cosa succede nei Paesi martoriati dalle guerre sia nella disponibilità ad aiutare le popolazioni coinvolte nei conflitti».

«Quella di mio fratello era un amore per la professione forte e positivo che lo spingeva a guardare sia alla persona umana sia a cose che sembrano distanti ma che appartengono a tutti noi – ha aggiunto Elisabetta Polenghi -. Questo Premio, reso possibile dall’allargamento della denominazione a tutti i reporter, rappresenta un fatto importante perché permetterà a molti di conoscere meglio la figura di Fabio. Ringrazio, pertanto, la Provincia di Milano per aver assegnato a mio fratello questo riconoscimento».

«Gli elaborati presentati quest’anno erano di una qualità media eccellente – ha concluso il vicedirettore di Rai Tre Ennio Chiodi, che ha preso parte ai lavori della Giuria -. Abbiamo, comunque, proposto per la prossima edizione di dedicare una sezione del Premio a progetti non adattati a Internet ma nati proprio per la Rete. I riconoscimenti, quest’anno, sono stati tributati a quattro colleghi distintisi nelle sezioni Radio e televisione (anche vincitore assoluto), Stampa e Agenzie di stampa, Fotografia e Internet. Io, che ero vicino a Marco Luchetta e a Ilaria Alpi quando è successo quello che è successo, reputo lodevole l’iniziativa di dedicare un Premio a tutti i reporter caduti sui fronti di guerra».

Premio sezione Radio e Televisione
documentario "Iran about" trasmesso su Rai Educational
autore Emilio Casalini

MOTIVAZIONE DEL PREMIO:

In un contesto ancora poco conosciuto in Occidente, si indagano le esistenze nascoste attraverso l’intimità delle relazioni umane. La coerenza del linguaggio filmico e il sapiente uso del montaggio rendono bene il tema, grazie anche all’utilizzo originale delle immagini in bianco e nero.

Emilio Casalini, classe ’69, giornalista. Inizia nel 1992 come corrispondente da Sarajevo per un emittente TV locale di Padova. Successivamente collabora con varie testate italiane e straniere realizzando reportages fotografici in giro per il mondo.
Dal 1999 inizia a collaborare con la RAI come freelance realizzando dal Kossovo servizi per RAI NEWS 24. Tra il 2001 e il 2004 è inviato per RAI3 in Congo, Guinea Equatoriale, Costa d’Avorio, Senegal,Georgia, Cecenia, Russia.
Dal 2004 entro in RAI EDUCATIONAL prima come inviato e poi come autore dei programmi "Un mondo a colori" e "Crash" occupandosi di temi legati all’immigrazione e realizzando reportages sui flussi migratori nei vari Paesi europei e su quelli dall’Africa verso l’Europa.
Dal 2010 è nel gruppo di "Report".

Premio sezione Stampa e Agenzia di stampa

articolo "L’Africa dei trafficanti di bambini"
pubblicato sul Corriere della sera
autore Paolo Salom

MOTIVAZIONE DEL PREMIO:

Il racconto emozionante e senza enfasi di una terribile realtà dell’Africa contemporanea. Un esempio di giornalismo d’inchiesta fatto di ricerca approfondita, verifica delle fonti, amore per la verità.

Paolo Salom è nato ad Ancona il 21 dicembre 1962, sposato con la poetessa Giovanna Rosadini, ha due figli, Matteo e Bianca.
Ha cominciato a lavorare come giornalista dopo la laurea in Lingua e letteratura cinese conseguita all’Università di Venezia e successivamente ad un periodo di studio all’Università Fudan di Shanghai.
E’ professionista dal 1991.
Dopo alcuni anni nel settore periodici, nel giugno 2000 è stato assunto dal Corriere della Sera, al sito online.
Dal 2004 è entrato a far parte della redazione Esteri del quotidiano dove si occupa di Estremo Oriente, con particolare attenzione alle cose cinesi ma con interessi anche verso il mondo ebraico e l’Africa.
E’ stato in Birmania durante la rivolta dei monaci (settembre-ottobre 2007), e nel gennaio 2008 è tornato nel Paese del Sud-Est asiatico per realizzare una serie di reportage sul dopo-rivoluzione. Individuato dalla polizia segreta, è stato arrestato ed espulso.

Premio sezione Internet

articolo "Io li ricordo"
pubblicato sulla testata web Osservatorio Balcani e Caucaso
autore Laura Delsere

MOTIVAZIONE DEL PREMIO:

Una storia appositamente realizzata per il web, che racconta la tragedia delle stragi del popolo armeno, attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti.

Laura Delsere (Roma, 1969), giornalista professionista dal 2000, si occupa da anni di politica internazionale, in particolare est europea. Dal 2009 collabora con il notiziario web “Osservatorio Balcani e Caucaso”. Dal 2005 al 2009 è stata collaboratore fisso della rete ‘Nuova Europa’ dell’agenzia ApCom.
Collabora anche con ‘Avvenire’ e con la società editoriale Newspress dello stesso quotidiano.
In passato ha lavorato per Radio Capital, per l’agenzia AdnKronos, per la redazione romana del quotidiano ‘La Stampa’, per l’agenzia Asca.
E’ stata docente dell’università Lumsa di Roma, facoltà di giornalismo, di recente anche con corsi di specializzazione post-laurea sui temi dello spazio ex sovietico.
Laureata in letteratura moderna e contemporanea all’università La Sapienza di Roma, è giornalista professionista dal 2000.

Premio sezione Fotografia

Servizio: "Afghanistan 2.0 10 storie 1 futuro"
pubblicato nel libro edito dalla Leonardo International
autore: Sergio Ramazzotti

MOTIVAZIONE DEL PREMIO:

Attraverso immagini di eccellente livello tecnico, realizzate con coraggio e sensibilità, viene sviluppato un racconto fotografico che testimonia della vita e della sofferenza di un popolo.

Sergio Ramazzotti nato a Milano nel 1965, è autore di centinaia di reportage da tutto il mondo, apparsi sulle principali testate italiane ed europee.
Le sue fotografie sono state esposte in numerose mostre personali in Italia e all’estero.
Dal 1996 ha pubblicato diversi volumi.
Nel 2005 ha vinto il premio di giornalismo “Enzo Baldoni” della Provincia di Milano e il premio fotografico International Photography Awards di Los Angeles.
E’ uno dei membri fondatori dell’agenzia fotogiornalistica Parallelozero di Milano.

Premio alla memoria


Fabio Polenghi

MOTIVAZIONE DEL PREMIO:

Colpito mortalmente in Thailandia, mentre svolgeva il lavoro che amava, ha raccontato la realtà nei suoi diversi aspetti, anche quelli più drammatici, con coraggio, impegno e professionalità. Nei suoi servizi fotografici traspare l’amore verso l’umanità, la verità e la giustizia.

Fabio Polenghi, nato a Milano nel ’62, ha perso la vita il 19 maggio 2010, a 45 anni, a Bangkok durante l’assalto finale dell’esercito all’accampamento delle camicie rosse.
Era single e viveva a Milano. Era in Thailandia da tre mesi, per conto di una rivista europea. Dal 2004 era free lance ed era molto conosciuto tra i suoi colleghi. Aveva lavorato per importanti agenzie e testate, prime fra tutte Grazia Neri, Vanity Fair, Vogue, Marie Claire, Elle. In 29 anni aveva girato una settantina di Paesi, in particolare in America centrale e meridionale preparando reportages in Kossovo, Cambogia, Sierra Leone.
Introverso nonostante il sorriso sempre aperto, Fabio Polenghi preferiva non parlare di se. Lasciava che a raccontarlo fossero le sue passioni, le sue fotografie. Sono loro a testimoniare il suo cammino umano, personale e professionale che finiscono per coincidere. Fabio non è stato un uomo dallo scatto facile, dal clic e fuga, lui ha voluto essere parte di ciò che testimonia, sperando che questo serva un giorno a rendere il mondo migliore.

Enzo Baldoni

Nato nel 1948 a Città di Castello, sposato e padre di due figli, Baldoni lavorava come pubblicitario a Milano, dove ha fondato l’agenzia "LeBalene colpiscono ancora". E’ stato giornalista freelance, traduttore di fumetti, appassionato di Zen e amante delle vacanze ad alto rischio.

L’amore per il reportage è arrivato più tardi e lo ha portato fino alle fogne di Bucarest, allo sterminio dei Karen in Birmania, ai massacri di Timor Est, alle sofferenza nel lebbrosario di Kalaupapa, al movimento guerrigliero delle Farc in Colombia.
In Iraq è arrivato come giornalista freelance per Diario.
Sequestrato il 21 agosto 2004 dall’Esercito islamico dell’Iraq, è stato ucciso dopo un ultimatum all’Italia per il ritiro delle sue truppe entro 48 ore.
Alla fine del mese di aprile 2010 i resti individuati dai carabinieri del Ros, sono giunti a Roma.

Il funerale del giornalista a si terrà in Umbria, a Preci, sabato 27 novembre alle ore 14,00.

Redazione

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