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Lombardia. Premio Pace 2010, domani cerimonia di consegna

(mi-lorenteggio.com) Milano, 13 dicembre 2010 –  Una suora varesina, Marcella Catozza, angelo dei terremotati di Haiti; un geometra di Lecco, Pierangelo Ripamonti, costruttore di cattedrali, centrali idroelettriche, abitazioni e laboratori per i poveri delle Ande peruviane; il Matatu (Brescia) con il grande viaggio di amicizia calcistica di 8000 km. nell’Africa: a loro sono stati attribuiti i Premi per la Pace di quest’anno (14ma edizione) della Regione Lombardia, premio che riceveranno dalle mani del presidente Roberto Formigoni domani, martedì 14 dicembre, nel corso di una cerimonia all’Auditorium Gaber (piazza Duca d’Aosta, Milano, ore 17.30).

Al coraggioso vescovo di Bagdad, mons. Shlemon Warduni, andrà invece il riconoscimento speciale del presidente, il cui significato è reso drammaticamente evidente anche dalla recente strage di cristiani iracheni riuniti in chiesa per la celebrazioni religiose. "Salviamo la vita dei cristiani in Iraq e nel mondo" è la grande scritta bianca su campo rosso che domina una facciata del Grattacielo Pirelli.

Il tutto a sottolineare il legame imprescindibile tra libertà religiosa e costruzione della pace. Il Premio per la Pace è stato istituito "per ringraziare e celebrare donne, uomini, movimenti e associazioni di Lombardia che operano concretamente per una vera pace nel mondo", come ha sempre sottolineato Formigoni, "cioè non solo un’assenza di guerre, ma una presenza di volontà positive, dai capi di governo alla gente più semplice, che accettano di mettersi in gioco per costruire nel mondo opere di pace".

"La stessa Regione Lombardia – ha detto ancora Formigoni – è da sempre impegnata per la pace, attraverso le iniziative di solidarietà come quelle seguite allo tsunami, al terremoto in Abruzzo e, da ultimo, al sisma di Haiti, ma anche nell’accoglienza dei feriti delle guerre come quelli del Libano, e in molte altre circostanze".

Oltre ai quattro premi sopra descritti, verranno assegnate 13 menzioni speciali a volontari della cooperazione internazionale, religiosi, medici, enti e organizzazioni che si sono distinti per opere di pace e 5 menzioni alla memoria, tra cui quella a mons. Luigi Padovese (assassinato lo scorso 3 giugno in Anatolia), proposta dal presidente Formigoni, e quella di Fabio Polenghi (giornalista ucciso a Bangkok nel maggio di quest’anno).

Ecco l’elenco completo dei 22 premiati, con le rispettiva motivazioni.

PREMI PER LA PACE (3):
– Suor Marcella Catozza (Varese). Con grande dedizione ha lavorato per 5 anni ad Haiti e, in particolare, per l’emergenza umanitaria a seguito del terremoto che ha colpito il Paese centroamericano. E’ grazie alla presenza della missionaria francescana se il Progetto Agata Smeralda ha potuto trovare forme efficaci e durature di aiuto.
– Pierangelo Ripamonti(Lecco). Ha dedicato l’intera vita, insieme alla moglie, ad aiutare i più poveri nell’ambito del Movimento ‘Operazione Mato Grosso’, sorto nel 1967 per opera del sacerdote valtellinese don Ugo De Censi. Geometra e imprenditore edile, ha creato attività lavorative per i figli dei contadini delle Ande, ha realizzato una cattedrale a Chimbote e una centrale idroelettrica a Chacas, oltre a numerose abitazioni per persone in difficoltà.
– Il Matatu (Brescia). Tre ragazzi italiani e tre kenioti hanno interpretato e raccontato il calcio come strumento di pace e solidarietà: con un pulmino hanno infatti percorso 8.000 km in 9 Paesi africani per realizzare gli AltriMondiali 2010, manifestazioni calcistiche organizzate spontaneamente, come veicolo di dialogo e di amicizia tra persone, gruppi e comunità diverse.

PREMIO SPECIALE DEL PRESIDENTE (1)
– Monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei. Nato il 24 aprile 1943 a Batnaya (Mossul, Iraq settentrionale), si è distinto in questi anni per le numerose prese di posizione a favore dei cristiani iracheni, denunciando con forza il clima di insicurezza e terrore nel quale versa la minoranza cristiana in Iraq, la più antica comunità etnico-religiosa del Paese. Malgrado le crescenti difficoltà, continua a risiedere e operare a Baghdad.

MENZIONI ALLA MEMORIA (5) – Monsignor Luigi Padovese (Milano), vicario apostolico in Anatolia, è stato assassinato il 3 giugno 2010. Ha portato avanti il difficile lavoro di costruzione della pace in uno dei punti più ostili del Medio Oriente e si è impegnato nel rafforzare il dialogo con il mondo musulmano in Turchia, per garantire a ogni uomo la possibilità di professare liberamente la propria cultura, identità e religione.
– Fabio Polenghi (Milano), giornalista free lance ucciso il 19 maggio 2010 a Bangkok, all’età di quarantacinque anni, durante l’assalto finale dell’esercito all’accampamento delle ‘Camicie Rosse’. Con il suo obiettivo ha "catturato" immagini di volti, elementi culturali e tradizioni di chi vive ai margini, in settanta Paesi del mondo. Attraverso i suoi reportage ha sempre cercato di trasmettere la verità, l’amore e la dignità dell’essere umano.
– Suor Lorenza Bietti (Varese), missionaria che si è spenta il 21 febbraio 2010 a Como nella casa madre del suo Istituto, le Figlie della Presentazione al Tempio di Maria Santissima, dove era stata rimpatriata alcuni mesi prima per sottoporsi a cure mediche per un tumore al polmone. Ha trascorso quarant’anni in India, fra i più poveri della regione dell’Andhra Pradesh, dedicando anima e corpo a risollevare le sorti dei malati di Aids, dei lebbrosi, dei disabili, degli orfani e soprattutto delle ragazze, le più emarginate tra le categorie sociali, per assicurare loro un futuro migliore attraverso l’istruzione e l’apprendimento di un lavoro.
– Colonnello Angelo Gaggino (Mantova) Deceduto per un malore improvviso il 6 febbraio 2010. Ha ben rappresentato i militari italiani impegnati nelle varie missioni di pace nel mondo, che si sono distinti per umanità e rispetto nei riguardi delle popolazioni locali. E’ stato catalizzatore di energie e di entusiasmo già dal tempo del coordinamento del gruppo che organizzò ‘Telethon 2000’, entusiasmo che nel 2008 lo aveva portato a gestire il contingente di Pace Italfor a Sarajevo, missione composta da 2.400 persone di 28 Paesi diversi.
– A Romano Ricci, Presidente di Reach Italia Milano deceduto lo scorso ottobre. L’associazione sostiene circa 5.500 bambini, attraverso tre case famiglia in Brasile, dieci scuole in Burkina Faso, tre a Capo Verde, otto in Congo Kinshasa, tre in Rwanda, sei in Guinea Bissau, tre in Indonesia, sette in Mali e quattro in Niger. E’ impegnata a garantire ai bambini il diritto non solo all’istruzione ma anche all’assistenza alimentare, attraverso un pasto al giorno, e all’assistenza sanitaria eseguita da infermieri e medici locali.

MENZIONI SPECIALI (13)
– Padre Giovanni (John) Scalabrini (Pavia). Fin dagli anni Sessanta ha promosso il sostegno a distanza, per garantire la scolarizzazione di base a tutti i bambini e, in particolare, di quelli dell’Uganda, Paese al quale ha sempre rivolto la propria attenzione. Per questo è stato perseguitato, arrestato ed espulso.
– Suor Maria Lucia Bianchi (Brescia). Ha trascorso quasi quarant’anni nel Burundi, in Africa, ponendo a rischio la propria vita in uno scenario contraddistinto da una situazione di continua belligeranza. Ha contribuito fattivamente ad alleviare le sofferenze fisiche della popolazione, realizzando un "Centro sanitario-poliambulatorio" riconosciuto come un modello per tutta l’Africa.
– Pietro Gamba (Bergamo). Per quarantacinque anni medico in Bolivia in aiuto ai campesinos, ha costruito un ospedale completo di sala chirurgica, un Centro diagnostico per offrire soccorso alla popolazione e migliorare le gravi condizioni sanitarie locali e un acquedotto in una zona depressa.
– Giuseppe Giulio Bollini (Lecco). Medico, impegnato da circa trent’anni in progetti di cooperazione in Kenya, Guinea Bissau e Sud Sudan, ha favorito l’attenuazione dei conflitti attraverso il miglioramento degli elementi psico-fisici e ambientali che caratterizzano le condizioni di benessere dell’uomo in ogni parte del mondo.
– Edmund Shehadeh (Milano). Ha operato in Palestina a favore delle persone con disabilità, per garantire condizioni di vita migliori in un contesto di insicurezza e instabilità politica, economica, fisica e sociale. I progetti portati avanti da Shehadeh sono realizzati anche per rafforzare la volontà di contribuire al processo di pace in atto.
– Maria Rosa Inzoli (Milano). Medico, da sempre è impegnata, anche come vicepresidente di Medicus Mundi, in progetti socio-sanitari in America Latina, Africa e India, rivolti all’infanzia, alle donne, alla violenza sui minori e al generale miglioramento delle condizioni igieniche.
– Sidibe Moussà ( Bergamo ). Nel 2004 ha fondato l’Associazione Farafina (‘Africa’ in lingua ivoriana), la cui mission è di intervenire in tutta l’Africa migliorandone le condizioni di vita. Con la sua associazione sta portando aiuti concreti nei Paesi in cui opera a favore degli agricoltori, delle scuole, dei villaggi più poveri.
– Mario Vidori (Como). Missionario laico da circa vent’anni nella diocesi di Huamachuco, che comprende circa ventotto piccoli paesi arroccati sulle Ande e difficili da raggiungere, ha dedicato la sua vita al recupero di questa vasta zona abbandonata a causa delle calamità naturali e della guerriglia, realizzando progetti per ripopolarla e dare un futuro ai giovani.
– Ernestina Cornacchia (Mantova). Ha promosso iniziative di cooperazione, coinvolgendo attivamente la cittadinanza grazie anche ai corsi di formazione. Ha avviato diverse attività, tra cui la creazione di cooperative femminili, volte all’emancipazione delle donne e alla loro valorizzazione nella comunità.
– Isoke Aikpitanyi (Milano). Rappresentante della campagna ‘Nobel per la pace alle donne africane’, è testimone della causa delle ragazze vittime della tratta.
– Congregazione suore catechiste di Sant’Anna (Como). L’opera dell’ordine, diffusa principalmente in India e in Africa, ha come scopo il rispetto dei diritti umani ed è finalizzata alla riduzione dell’analfabetismo, all’eliminazione della fame, della povertà, delle ingiustizie e delle diseguaglianze sociali ed economiche.
– Comune di Pessina Cremonese (Cremona). Dal 2007, con l’adesione alla "Rete dei Comuni per la Pace", l’amministrazione è fortemente impegnata per sostenere la realizzazione di progetti di accoglienza e scambio e annualmente ospita un gruppo di bambini provenienti dai campi profughi palestinesi.
– Parada Italia Onlus (Milano). Impegnata da oltre dieci anni per il riconoscimento dei diritti dell’infanzia negata, a Bucarest e in Italia, l’associazione è stata tra i pionieri nell’intervento a favore dell’infanzia emarginata di Bucarest, con il merito di aver fatto conoscere all’opinione pubblica internazionale la situazione dei bambini di strada rumena, attraverso la campagna "un naso rosso contro l’indifferenza".

Redazione

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