16.7 C
Milano
sabato, Marzo 25, 2023

Proverbio: Pasqua voglia o non voglia, non fu mai senza foglia

Array

Opera. Con il “No” della Regione è vinta la battaglia contro l’inceneritore

(mi-lorenteggio.com) OPERA, 19 gennaio 2011 – E’ ufficiale: Regione Lombardia ha definitivamente sancito la non conformità del progetto AMSA per la realizzazione di un termovalorizzatore al confine tra Milano e Opera. I rilievi posti dal Comune di Opera alla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali, e già evidenziati in conferenza dei servizi alla presenza di tutte le istituzioni coinvolte, sono stati recepiti dall’atto della Regione che, oltre a dire l’ultima parola sulla vicenda, ha smentito le dicerie e lo scetticismo diffuso dalle forze di opposizione, ed in particolare dal PD del Sud Milano, nei confronti della protesta del Sindaco Ettore Fusco e della sua Giunta indicati, dal centrosinistra, come coloro che si sarebbero “piegati” alla volontà del Comune di Milano, un “Comune amico” guidato dal centrodestra. Di non secondaria importanza, soprattutto nella scelta politica di non ritenere opportuno accogliere la localizzazione individuata da AMSA, è stata la rivolta popolare guidata sempre dall’Amministrazione Comunale operese, capace di coinvolgere oltre alle migliaia di persone scese in piazza, anche una dozzina di sindaci che non hanno esitato a sfilare in corteo con i cittadini del sud Milano e bloccare a Opera, in contemporanea, la Via Ripamonti, la Valtidone e la tangenziale ovest provocando disagi tali da paralizzare il sud Milano in un orario di punta.

Una manifestazione a Opera

Le motivazioni del decreto di diniego dell’autorizzazione paesaggistica, dopo le mozioni politiche contrarie al progetto del termovalorizzatore nel Parco Sud votate dalla Regione, dalla Provincia e persino dal Comune di Milano dopo l’intervento del Sindaco Fusco a Palazzo Marino, ricalcano le questioni evidenziate sin dalla prima manifestazione dei quattro sindaci di Opera, Rozzano, Pieve e Locate (12 aprile) e poi portate avanti nelle grandi proteste popolari svoltesi a Opera (24 maggio e 3 giugno) per essere, infine, ribadite nelle opportune sedi al Parco Agricolo Sud Milano, alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali ed alla Conferenza dei servizi.
“Abbiamo vinto una guerra – le parole del Sindaco Fusco – che sembrava persa in partenza ma che, nonostante scetticismi e ostruzionismi, abbiamo condotto nelle opportune sedi argomentando le nostre perplessità legate all’ambiente, nell’area protetta del Ticinello e del Parco Agricolo, ma anche monumentali poiché l’inceneritore sarebbe sorto accanto all’Abbazia di Mirasole. Le tutele ed i vincoli presenti su Ticinello, Parco Sud e Abbazia di Mirasole hanno certamente condizionato la decisione, assolutamente non scontata, della Regione e degli altri Enti chiamati in causa.
Non di seconda importanza, il problema della viabilità già al collasso nel sud Milano, e la presenza del carcere con 1400 detenuti ed una previsione di aumento per altri 800 posti. 2200 persone condannate a non potere evacuare la struttura nel caso in cui si fosse mai verificato un incidente nel confinante inceneritore. 2200 persone che forse avrebbero anche definitivamente dimostrato se è vero che vivere all’ombra della ciminiera di un inceneritore sia davvero tanto raccomandabile da sostenerne l’opportunità di costruirli nel centro delle città”. Infatti, non è stata posta in secondo piano la questione “viabilità”.

Redazione

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Ads -
2,570FansMi piace
162FollowerSegui
0IscrittiIscriviti

Ultime news

- Ads -