(mi-lorenteggio.com) Rozzano, 25 gennaio 2011 – E’ un’architettura semplice ma varcando la sua soglia si intuisce subito che è intrisa di antichità e custodisce tanta storia da raccontare. La chiesa dei Santi Fermo e Rustico è uno dei simboli di Quinto Stampi. Oggi appare come una piccola costruzione all’interno dell’oratorio di Ognissanti ed è caratterizzata dalla tonalità gialla tipica di tante architetture lombarde.
Negli ultimi anni questa antica chiesa che rievoca l’orinaria vocazione agricola del territorio, è stata oggetto di progressivi interventi di recupero e l’Amministrazione Comunale ha contribuito alla pubblicazione di un volume monografico ad essa dedicato. L’opera è stata realizzata attraverso l’analisi di testimonianze, fonti, e documenti antichi che hanno condotto a interessanti risultati sul piano artistico e architettonico, ricostruendo anche i diversi passaggi della storia del borgo di Quinto Stampi.
Il volume “La chiesa dei Santi Fermo e Rustico a Quinto Stampi”, scritto da Francesca Pensa e Davide Riggiardi, viene presentato questo pomeriggio, alle ore 17.15 presso la sala dell’Arciconfraternita del Museo diocesano in corso di Porta Ticinese a Milano. Sarà presente l’assessore alla cultura Barbara Agogliati. Interverranno inoltre Paolo Biscottini, direttore del Museo diocesano e Franco Giulio Brambilla, vicario episcopale per la cultura.
“A tutti i lettori rivolgo l’augurio che in questa pubblicazione ritrovino i punti di contatto che ci legano al passato e le opportunità per il nostro futuro” – commenta il sindaco Massimo D’Avolio – La chiesa di Quinto Stampi è stata recentemente ristrutturata. La sua riscoperta rappresenta uno speciale momento di valorizzazione della nostra coscienza collettiva e del senso di appartenenza che ci unisce”.
“La chiesa è per la nostra città un patrimonio culturale e religioso ricco di significato. Oggi è un luogo molto vissuto e amato dai cittadini e permette a chiunque lo desideri di conoscere meglio le radici e l’identità della nostra comunità” – aggiunge l’assessore alla cultura Barbara Agogliati.
Ci troviamo di fronte a un monumento le cui origini si perdono in un tempo indeterminato. E’ ipotizzabile una sua origine alto-medievale. L’interno è ampiamente ricoperto da affreschi che compongono una ricca scenografia composta da svariati motivi di decorazione, figure di Vescovi e santi, cornicioni, pilastri e colonne con i loro capitelli, cornici dalle linee sinuose e ornate da finti marmi e motivi floreali. Colori diversi compongono l’insieme pittorico con una gamma cromatica che varia dal verde al blu, dal rosa al giallo oro, dal violetto al rosso scuro.
Redazione