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Mobility conference 2011», Podestà: «Gli investimenti sulle infrastrutture non devono rientrare nel Patto di stabilità»

Milano, 8 febbraio 2011 – Il presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà, è intervenuto questa pomeriggio, presso la Sala conferenze della Camera di Commercio, al convegno di chiusura del «Mobility conference 2011» dal titolo «Governo del territorio e infrastrutture per la Milano del futuro». L’iniziativa ha rappresentato un’occasione per discutere gli scenari relativi allo sviluppo infrastrutturale di Milano e comprendere come si intenda passare dai piani e dai programmi alla realizzazioni delle grandi opere.

«Expo, oltre che un importante volano economico, costituirà anche una tappa epocale per la nuova definizione amministrativa, territoriale e infrastrutturale del Milanese e di Milano – ha dichiarato il presidente Podestà -. Per il Governo, insomma, del nostro territorio che produce il 10% del Pil e che è integrato nella “Grande regione urbana milanese” da 7,4 milioni di residenti classificata dagli specialisti dell’Ocse al trentesimo posto tra le 78 macroaree metropolitane del mondo. Il successo di Expo sarà, quindi, direttamente proporzionale alla capacità di coinvolgere i Comuni della provincia attraverso un sistema reticolare di condivisione e di concertazione che, mi auguro, possa rivelarsi pure un utile banco di prova dell’istituzione della Città metropolitana. Si impongono, del resto, politiche di area vasta per gestire un evento fondamentale nelle tappe di modernizzazione del territorio. Solo la trasposizione dalla carta millimetrata alla realtà di infrastrutture, quali, Brebemi, Pedemontana e Tangenziale Esterna Est, che deve traguardare l’Expo 2015, può, del resto, modernizzare il territorio, mettere il Milanese e Milano più al riparo da ulteriori crisi economiche globali, rendere le imprese più competitive e migliorare la qualità della vita di oltre tre milioni di cittadini. Stiamo affrontando, però, un momento molto particolare. Non possiamo negare le difficoltà che sta attraversando la nostra finanza pubblica che si traduce, come ben sanno gli Amministratori, in modo determinante sulle limitate politiche d’investimento degli Enti locali sempre più compressi nel loro agire dal timore di non raggiungere il saldo obiettivo del patto di stabilità e il pareggio di bilancio. E parlando di patto di stabilità, anche a livello di Governo nazionale, desidero sottolineare come si sia giunti, ormai, a un punto inaccettabile. Le opere di infrastrutturazione, infatti, sono completamente diverse dalle spese correnti e non dovrebbero incidere sul Patto penalizzando ulteriormente gli Enti virtuosi che desiderano, invece, investire realizzando infrastrutture».

«Purtroppo, stiamo ragionando in un momento in cui le risorse disponibili sono assolutamente insufficienti rispetto a investimenti così importanti – ha continuato Podestà -. Si è cercato, in passato, per esempio, di sfruttare la soluzione del project financing, quale risposta alla non disponibilità di risorse che possono derivare dalla fiscalità generale. Dal 2008 però la realtà del mercato finanziario è sensibilmente cambiata e reperire risorse è sempre più difficile. In un’ottica tanto complessa, ho trovato gravi le dichiarazioni del sottosegretario alle Infrastrutture, Roberto Castelli, che ha proposto la prospettiva di abbandonare la strada delle procedure ordinarie nello sviluppo di Pedemontana lombarda, con la nomina di un commissario ad acta. Autostrada Pedemontana Lombarda SpA, non risulta del resto, in alcun modo inadempiente in ordine ai tempi di realizzazione dell’opera. L’eventuale nomina di un commissario non risolverebbe, inoltre, l’impasse registrato al ministero dell’Economia sul decreto interministeriale (Finanze e Infrastrutture) che completa la procedura di approvazione del Cipe con un atto aggiuntivo. Infine, credo che nel quadro delle risposte strutturali da dare allo smog, ritengo prioritario il potenziamento del trasporto pubblico su ferro. È fondamentale, inoltre, prolungare sempre più fuori dalle città i punti di interscambio gomma-ferro. Grazie a questa soluzione sarà più facile intercettare quelle 7-800.000 vetture che entrano ogni giorno a Milano. Vetture capaci di produrre alti livelli di inquinamento, che fanno perdere competitività alle imprese e rendono bassa la qualità della vita di cittadini».

Redazione

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