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RUSSIA, 1812 – MALOJAROSLAVETS “La Battaglia degli Italiani”

(mi-lorenteggio.com) Milano, 18 ottobre 2011 – Il 15 ottobre 2011, nella stupenda sala Radetzky dell’importante Palazzo Cusani, sede del Comando Militare Territoriale Lombardia, sito nella famosa zona Brera di Milano, è stato presentato un interessante saggio dello scrittore Luca Ratti: Russia, 1812 – Malojaroslavets, “La Battaglia degli Italiani”, editato dalla prestigiosa Casa Editrice milanese ABEditori di Alessandro Baldacchini. L’evento letterario ha avuto un grande successo perché, oltre ad essere presentato in una cornice storica come Palazzo Cusani, a esporre questo magnifico libro, oltre a cinque eccellenti menti come quelle del Prof. Claudio Bonvecchio, Avv. Franz Sarno, la Scienziata Prof. Maria Teresa Gismondio, Prof. Alberto Ugo Caddeo, patrimonio di conoscenze internazionale, c’era il Comandante l’Esercito Militare Lombardia, Generale di Brigata Camillo de Milato, massimo esperto della cultura militare.

Il primo a prendere la parola è stato il Generale de Milato il quale ha ringraziato tutte le illustre personalità Civili e Istituzionali presenti all’evento come il dott. Eugenio Gallera, Governatore Lions Club di Milano, il Generale di Brigata dei Carabinieri Emanuele Garelli, il prof. Amos Nannini Presidente della Società Umanitaria di Milano.

Ha poi preso la parola l’autore di questo interessante libro, il quale ha affermato che da sempre è stato un appassionato di storia, convinto assertore della necessità per gli italiani di “tornare alle storie” come strumento indispensabile per consentire una definitiva crescita civile del nostro paese. “Con la mia attività di ricerca e di studio – asserisce lo scrittore – mi propongo di contribuire a diffondere al grande pubblico l’interesse e la conoscenza degli episodi più significativi della storia italiana, con particolare riferimento alla storia militare, troppo spesso relegata a tema per un ristretto numero di appassionati o per “nostalgici”. In questo libro, pertanto, ho descritto un episodio della nostra storia nazionale riguardante il periodo napoleonico: la battaglia di Malojaroslavets in Russia”.

Claudio Bonvecchio, nel prendere la parola, ha sottolineato che nelle guerre, solitamente le battaglie vengono trascurate, invece, esse hanno grande importanza ai fini dell’esito finale della guerra.
L’autore ha inteso parlare del periodo napoleonico, specificamente di un episodio ormai quasi dimenticato della nostra storia nazionale: la Battaglia di Malojaroslavets che ha segnato il momento della svolta delle sorti della guerra che, dai nostri soldati, fu definita la “battaglia degli italiani”. E’ bene ricordare che la battaglia descritta, si svolge in un periodo in cui è stato consacrato il romanticismo, perché, in quel momento si è verificato quello straordinario movimento in nome delle proprie idee”.

Ha preso la parola il professor Alberto Ugo Caddeo che si è così espresso: “Per prima cosa bisogna parlare della personalità di Napoleone. La prima considerazione da fare è quella che lui era un uomo estremamente ansioso e che non si è accontentato di due onorificenze così alte come Imperatore di Francia e Re d’Italia, voleva molto di più. Il rapporto dei cittadini italiani nei confronti di Napoleone è stato di sudditanza, ma in battaglia si batterono con entusiasmo. Questa voglia di combattere viene descritta nella lettera di un sergente il quale dice che avevano avuto delle grosse perdite, ma all’elogio di Napoleone, anche i feriti gridavano “viva l’Imperatore, viva l’Italia”. La battaglia di Malojaroslavets meritava di essere portata a conoscenza di tutti. Fu una grande battaglia, la prima che i francesi combatterono contro i russi alla quale parteciparono migliaia di italiani uniti sotto la stessa bandiera. Vi parteciparono 15.000 italiani catapultati in mezzo al freddo e al gelo russo. I nostri valorosi soldati, nonostante non abituati a quel clima, si distinsero combattendo con grande coraggio. Purtroppo, la nostra partecipazione passò quasi sotto silenzio perché eravamo un Regno che doveva servire la Francia”.

Il Generale de Milato, nel riprendere la parola, da competente esperto militare, ha sottolineato che la battaglia descritta nel libro di Luca Ratti è stata oggetto di un lungo oblio che l’autore ha voluto portare alla nostra conoscenza. “Da un punto di vista militare – afferma il Generale – nella pianificazione militare messa in atto da Napoleone si ravvisa la multinazionalità di un’organizzazione tipo la NATO di oggi. La spina nel fianco di Napoleone era l’Inghilterra e, per batterla era necessario conquistare la Russia. La battaglia storica di cui si parla è un pezzo della storia napoleonica unita a quella italiana; sono fatti realmente avvenuti che hanno lasciato il segno alla maniera di testamento intellettuale. Napoleone conosceva bene i territori russi – continua il Generale – ma non aveva valutato che le sue truppe, sebbene addestrate in modo eccellente per ben due anni, potessero trovarsi in estrema difficoltà a causa delle condizioni climatiche russe. Secondo Napoleone, doveva essere una battaglia non significativa, che avrebbe facilmente conquistato Mosca, capitale morale della Russia, però, all’arrivo a Mosca, trovò la città vuota, tutte le forze armate russe avevano disertato il territorio, sorprendendolo. Restavano in città solo gli abitanti che non potevano fuggire. I russi lo avevano lasciato a combattere una guerra con un nemico ben più potente: il freddo e la fame. In quel momento l’Imperatore capì d’aver perduto la guerra, di non essere più invincibile, perciò, nel proclama diretto ai suoi soldati aveva scritto solo la promessa di cibo e il ritorno a casa. Questa sconfitta è stato l’inizio della sua disfatta”.

L’Avvocato Gaetano Galeone, presidente della Società del Giardino, esprimendosi sul libro in questione, ha affermato: “In realtà, in questa battaglia descritta mirabilmente da Luca Ratti, comprendiamo che riguardava la guerra tra i francesi e gli inglesi. Dal momento che la Russia aveva stipulato un patto di una trattativa che la vedeva con le mani libere nei confronti degli altri stati, non accettava più le imposizioni di Napoleone; da qui la necessità di questa battaglia. Napoleone aveva radunato 750.000 uomini composti di soldati provenienti da tutta l’Europa. Nel tragitto per arrivare a Mosca, a causa delle condizioni climatiche e igieniche, ne vennero a mancare 600.000. Nonostante le difficoltà, in fondo tutti gli europei amarono questa campagna perché cominciavano a sentire il sapore del concetto d’Europa Unita. Specialmente gli italiani, che da sempre subirono il fascino di Napoleone, credettero in questo progetto. Ma i russi avevano trovato la tattica giusta per vincere: quella di accogliere e poi abbrutire. Questo, dunque, è un libro di carattere storico-tecnico-militare, ma dai suoi messaggi si capisce che il respiro è molto più ampio in quanto contiene l’anima della guerra. Inoltre, è risaputo che Napoleone era un uomo dalle capacità eccezionali – afferma infine l’Avvocato Galeone – ma nessuno aveva mai supposto il suo desiderio di morire, da qui il concetto di mettersi in gioco in situazioni terribilmente pericolose”.

 

La parola è poi toccata alla Scienziata Prof.ssa Maria Teresa Gismondi, Presidente la Fondazione “Donna a Milano” Onlus e la Fondazione “Doppia Difesa Onlus”, due strutture che si occupano oltre che del disagio femminile e le loro patologie, delle violenze subite dalle donne. Per prima cosa ha voluto elogiare la neo Associazione Amici di Palazzo Cusani affermando di credere nei valori sui quali è stata fondata. La Professoressa è una donna che affascina per la sua semplicità e la sua schiettezza, è una donna dotata, oltre che di formazione scientifica, anche di grande cultura. Data la sua professionalità, sul libro di Luca Ratti si è espressa in termini scientifici, affermando che queste grandi battaglie sono state anche grandi campi di sperimentazione. Sebbene a distanza di molto tempo, studiando i corpi dei soldati e raccogliendo le loro testimonianze, si riesce molto di più a comprendere come poter curare oggi. Attraverso i DNA dei nostri soldati morti in battaglia si viene a scoprire che avevano delle difese immunitarie inimmaginabili. Inoltre – ha continuato la Scienziata – abbiamo scoperto il perché con il fango coprivano le ferite: quel fango conteneva dell’antibiotico. Come medico-ricercatore, dunque, Napoleone è una figura che mi affascina in quanto è stato un uomo anche di scienza. Sapeva di essere una persona importante, che poteva essere avvelenato, perciò, per rendersi immune, aveva cominciato a prendersi quotidianamente piccole dosi di arsenico: per questo motivo possiamo considerarlo il precursore dell’attuale vaccinazione”.

L’Avv. Franz Sarno, si è così espresso: “Presentare un libro che parla di una battaglia napoleonica in un contesto prettamente militare, dove ha soggiornato anche Napoleone, è la formula vincente per valorizzare l’operato di questo autore. Parlare della battaglia Malojaroslavets svolta in Russia, mi emoziona perché non è stato facile per i nostri soldati combattere i tre generali: General Inverno, General Tempo, General Lontananza. Di questa battaglia, l’autore fa un’analisi storica non semplice: analizza soprattutto gli italiani che hanno combattuto con coraggio perché credevano in una prima formazione dell’Europa. E’ un libro che è soprattutto un resoconto di cosa è successo in quella battaglia, che parla delle emozioni dei soldati, la potenza delle cannonate, i colpi che attraversavano i loro corpi e il grande freddo della terra di Russia. Lo scrittore ci racconta la Storia anche degli errori commessi da Napoleone; nella loro comprensione abbiamo tratto degli insegnamenti preziosi per evitare di ripeterli. Luca Ratti ha portato alla luce una storia mai scritta, l’accantonamento, di fatto, di un periodo della storia militare sul quale è caduto l’oblio”.

La manifestazione letteraria è stata altresì allietata dallo scorrere delle immagini delle opere del Tenente Colonnello Stefano Manni che raffiguravano soldati nelle diverse uniforme che hanno vestito durante questi 150 anni dell’Unità d’Italia.

In questa occasione sono stati investiti a Cavalieri di Cultura e Scienza del Circolo di Cultura e Scienza Piri Piri il Generale dei Carabinieri Emanuele Garelli, vice Comandante Interregionale e di Amos Nannini, Presidente della Società Umanitaria.

Il Governatore dei Lions Club di Milano, dott. Eugenio Gallera ha elogiato e “benedetto” l’amico Generale Camillo de Milato per aver fondato il “Circolo Piri Piri” che si occupa di scienza e cultura ad ampio raggio ed ha poi salutato tutti coloro che vivono col concetto piri piri con il gesto che li contraddistingue.

Io termino con un elogio speciale all’Editor Generale di Brigata Camillo de Milato che ha avuto l’intelligenza di proporlo per l’edizione alla magnifica Casa Editrice ABEditori – Milano, di Alessandro Baldacchini.

Principia Bruna Rosco

 

OTA: Malojaroslavets è una città nella regione di Kaluga in Russia. Si trova sulla riva destra del fiume Luzja (in Okas bacino ), circa 60 km a nord est di Kaluga

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