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Nutrizione e benessere: "Il sapore del cibo"

(mi-lorenteggio.com) Milano, 19 ottobre 2011 – Ma dove lo lasciamo il piacere di mangiare in compagnia di amici, magari intorno ad un barbequeue accompagnati da un buon bicchiere di vino? Il desiderio della convivialità ci farà acquisire molto più cibo di quanto necessita il nostro fabbisogno calorico quotidiano e non solo per il piacere di condividere il lauto pasto ma anche per la palatabilità degli alimenti stessi.
Cosi la fisiologia umana ci insegna che sono solo 4 le sensazioni gustative che la nostra lingua è in grado di discriminare: dolce,salato,acido,amaro (in Giappone ne è stato identificato un quinto l’umami) e che l’aiuto alla percezione delle infinite sfumature di sapori ed aromi che siamo in grado di distinguere ci è fornito dall’olfatto.
Infatti, nelle cavità retro nasale e retro buccale avviene la trasduzione dei segnali sensoriali che attraverso milioni di microscopiche fibre recettoriali(cioè in grado di captare le sensazioni olfattive e gustative) vengono tradotti in impulsi nervosi (sinapsi). Poi entrando nella fossa cranica i neuroni olfattivi giungono al cervello nell’area del sistema limbico,: Anche le fibre gustative raggiungono la medesima area ed è grazie alla presenza di formazioni neurali come l’amigdala, l’ippocampo ed il talamo(che insieme rappresentano l’area limbico) che i sapori si arricchiscono di quel patrimonio emozionale che sono in grado di evocare quando li percepiamo con i nostri organi di senso.
Non a caso l’ippocampo è sede della memoria: un sapore, un odore sono in grado di riportarci immediatamente un ricordo cosi vivo e vicino da percepirlo come presente.
L’amigdala è la sede del le sensazioni di dolore, di piacere ma anche della paura ed dell’ira. Ed ecco che quel ricordo si impregnerà di coinvolgimento emotivo, positivo o negativo che sia ma pur sempre espressione vitale ed autentica di un bagaglio personale, troppo unico e variegato per poter essere classificato come semplice “sapore”.
Nell’ottica nutrizionale queste considerazioni ci inducono ad un’altra riflessione: Il rapporto tra UOMO E CIBO non è regolato esclusivamente dall’assunzione di una adeguata quantità di nutrienti ma dallo stile di vita, dalle sue relazioni sociali, e soprattutto dai suoi pensieri, sentimenti ed emozioni, che non devono mai essere trascurati. 

 Eleonora Quaranta

*Dottore in Scienze Infermieristiche(c/o Facoltà di Medicina e Chirurgia, Uniroma2)
*Master in Medicine Naturali (c/o Facoltà di Medicina e Chirurgia Uniroma2)
*Perfezionamento in Floriterapia di Bach (c/o Facoltà di Medicina e Chirurgia Uniroma2)
*Perfezionamento in Nutrizione e benessere (c/o Facoltà di Farmacia Unimilano )
Per info scrivi a :
eleonoraquaranta@virgilio.it

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