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Il progetto per l’autismo modello per il Piano disabilità

(mi-lorenteggio.com) Milano, 13 novembre 2011 – Il progetto sperimentale sull’autismo, avviato nel 2008 da Regione Lombardia nelle Asl di Monza e Brianza, Cremona e Milano 1, e finanziato con 600.000 euro, ha rappresentato "l’avvio di un complessivo ripensamento delle politiche sul tema della disabilità", che ha portato alla stesura del Piano d’Azione Regionale 2010-2020, di cui è in corso la concreta realizzazione. E’ quanto ha riferito ieri  mattina l’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli, intervenendo al convegno ‘Autismo – Il ruolo e le responsabilità delle istituzioni, tra visibilità e invisibilità’, che si è svolto a Palazzo Pirelli e al quale sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore comunale Majorino e il senatore Bosone. Fulcro del progetto sull’autismo lanciato da Regione Lombardia tre anni fa, "l’ascolto, l’accoglienza dei bisogni e l’integrazione dei servizi", esigenze molto chiaramente scaturite da una specifica ricerca condotta a partire dal 2005, che ha coinvolto 350 famiglie, in cui era presente una persona affetta da autismo.

PIANO DECENNALE – Sulla scorta dunque delle indicazioni nate da quella esperienza nella primavera dello scorso anno è stato costituito un Gruppo di Approfondimento Tecnico (GAT) per il coordinamento e l’integrazione delle politiche regionali a favore delle persone con disabilità. "Il GAT – ha spiegato Boscagli -, che ha coinvolto tutte le Direzioni generali delle Regione ed è stato coordinato dal professor Melazzini, ha lavorato su un Piano d’Azione Regionale (PAR), che ha visto la luce il 15 dicembre 2010. Il PAR è uno strumento di accompagnamento continuativo della persona e della sua famiglia, ha portata decennale (2010-2020) e persegue una politica unitaria che supera, integrandole, le singole competenze, garantendo una risposta efficace, univoca e fondata sul principio di uguaglianza". "Tutto è partito – ha aggiunto l’assessore – dal progetto sull’autismo, perché la sindrome autistica rappresenta un modello paradigmatico per la programmazione nell’ambito della disabilità, in quanto ha una natura necessariamente multidimensionale, coinvolge e richiede attenzione rispetto a tutti i possibili ambiti e settori".

LE AZIONI – "La prima novità – ha sottolineato Boscagli – è la portata culturale di questo Piano d’azione, che considera la disabilità non come un problema di un gruppo minoritario all’interno della comunità, ma come una condizione che ognuno può sperimentare durante la propria vita. Ne deriva che si tratta di un tema trasversale, che riguarda tutti e che non può essere adeguatamente affrontato senza far emergere e valorizzare le energie della società, a partire dalla famiglia fino ad arrivare al volontariato, al privato sociale, all’impresa e, ovviamente, alle istituzioni". Diverse le azioni in programma. A breve, in almeno un ospedale per ogni ASL partirà un servizio dedicato di accoglienza medica, sulla scia di quanto avviene dal 2000 all’ospedale San Paolo di Milano, con il DAMA. A Brescia e Milano, inoltre, è stata avviata la sperimentazione di Centri per la vita autonoma e indipendente. Per quanto riguarda la scuola è attivo il Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale (GLIR) che coinvolge l’Ufficio Scolastico Regionale, Regione Lombardia (DG Istruzione, Formazione e Lavoro, DG Famiglia, DG Sanità), UPL, Anci Lombardia, Ledha e FAND Lombardia.

WELFARE – "Ci sono pesi che gravano sulle famiglie che hanno in carico persone con disabilità – ha sottolineato Boscagli – che potrebbero essere alleggeriti mediante interventi sulla fiscalità. Purtroppo sappiamo tutti che il contesto non è molto favorevole, ma, per quanto riguarda le sue competenze, Regione Lombardia si sta muovendo in questa direzione. L’introduzione del Fattore Famiglia credo sarà di grande giovamento a tutti quei nuclei che hanno significativi compiti di cura e che devono essere favoriti mediante scale di equivalenza, per l’accesso ai servizi e per il calcolo delle tariffe, più efficaci e giuste rispetto a quelle odierne". "Più in generale – ha concluso l’assessore – rimettere la famiglia al centro delle politiche di welfare è uno dei nostri obiettivi fondamentali. La felice occasione che ci offre l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano nel 2012 dovrà certamente essere sfruttata per indicare a tutti alcune linee di azione integrate che vadano incontro alle esigenze delle famiglie lombarde, specialmente quelle che vivono situazioni di difficoltà e, fra queste, anche quelle con a carico una persona affetta da autismo. Tali provvedimenti sono già allo studio della Direzione generale Famiglia e di un Gruppo di approfondimento trasversale appositamente creato in Regione".

Redazione

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