(mi-lorenteggio.com) Milano, 02 aprile 2012 – L’artigianato di Milano e provincia ha chiuso il 2011 con un segnale confortante rispetto all’occupazione. Segno che il settore ha reagito alle terribili difficoltà dei due anni di congiuntura negativa (2009 e 2010) e, tutto sommato, non ha perso slancio nonostante la crisi subentrata negli ultimi tre mesi del 2011.
Tipo di rapporto di lavoro
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31 dic. 2011
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Incidenza
%
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31 dic. 2010
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Incidenza
%
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Variaz. %
2011 – 2010
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Apprendistato
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2.265
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8,8
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2.487
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9,5
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– 8,9%
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Inserimento lavorativo
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93
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0,4
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68
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0,3
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+36,8%
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Tempo determinato
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10.931
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42,2
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10.390
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42,6
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+ 5,2%
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Tempo indeterminato
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10.841
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41,9
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10.046
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41,2
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+ 7,9%
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Lavoro intermitt. a chiamata
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794
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3,1
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467
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0,8
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+ 70,0%
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Lavoro parasubordinato
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950
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3,7
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926
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5,6
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+ 2,6%
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TOTALE AVVIAMENTI
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25.874
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100
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24.384
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100%
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(1.480) + 6,1%
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formule contrattuali tipo Co.Co.Co, contratti a progetto etc…: riguarda alcune categorie (giovani, disoccupati o soggetti svantaggiati) assunti con agevolazioni (max 9-18 mesi) senza motivi di sviluppo d’azienda.: si riferisce a lavoratori "chiamati" per brevissimi periodi (15 gg massimo) per rafforzare aziende che hanno saltuarie e prevedibili esigenze.
Settore d’attività
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31 dic 2011
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31 dic. 2010
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Variaz. 2011
su 2010
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Servizi di ristorazione
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1.091
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890
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+22,6%
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Servizi alle imprese
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4.142
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3.648
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+13,5%
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Attività manifatturiere
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4.991
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4.431
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+ 12,6%
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Costruzioni
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9.481
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9.427
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+ 0,6%
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Trasporto
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1.755
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1.750
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+ 0,3%
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Altri servizi
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2.224
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2.303
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– 3,4%
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spiega Stefano Fugazza, presidente dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano – ma non è certamente così, tanto che tra la fine del 2011 e l’inizio di questo nuovo anno siamo tornati in fase di recessione. Il dato sull’occupazione nel 2011 resta comunque un segnale confortante che conferma come il nostro settore, in questi ultimi anni terribili, abbia reagito con tenacia. Ecco perché crediamo indispensabile riconoscere e sostenere questo ruolo trainante delle imprese artigiane. In proposito sarebbe un grosso errore penalizzare i contratti a tempo determinato, che negli ultimi tre anni, hanno consentito di continuare ad assumere, con una legittima prudenza. Del resto dati in nostro possesso confermano che quasi il 70% di questi rapporti viene poi stabilizzato a tempo indeterminato, che è poi la formula più legata alla tradizione artigiana. Per questo ci siamo opposti alla proposta del Governo di rendere più oneroso per le aziende il contratto a tempo determinato, col rischio di disincentivarlo e ridurre la portata della crescita che questi dati dimostrano. Siamo molto preoccupati poi del costante calo dell’apprendistato, tipologia di avvio al lavoro da sempre tipica del nostro settore e in grado di avvicinare i giovani alle professioni. Il dato dimostra che l’attuale normativa è ancora troppo complessa e svantaggiosa per gli imprenditori. Auspichiamo che semplificazioni e agevolazioni inserite nella riforma dell’ex ministro Sacconi, che entrerà in vigore il prossimo 24 aprile, non vengano bloccate o soffocate da nuovi interventi governativi capaci di disincentivare questo tipo di contratto che resta vitale per le categorie artigiane".