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"Nomi, cognomi e infami per la Lombardia": Giulio Cavalli a Buccinasco e a San Giuliano Milanese per parlare di legalità

(mi-lorenteggio.com) Milano, 26 gennaio 2013 – Mentre da più parti si continua a negare l’esistenza della mafia al Nord, GIULIO CAVALLI, che della legalità e della lotta alla mafia ha fatto il tema centrale del proprio impegno, porta “Nomi, cognomi e infami” a Buccinasco (MI). Appuntamento martedì 29 gennaio, ore 21.00, all’Auditorium Fagnana, Via Tiziano 7 e a San Giuliano Milanese. Appuntamento mercoledì 30 gennaio, ore 21.00, al Teatro Ariston, Via G. Matteotti 42.

Un monologo coraggioso, quello di Cavalli, che racconta storie di persone che “per scelta o per forza si ritrovano ad essere meno comuni di tante altre. Storie di mafia e camorra, di soprusi, ingiustizie, violenza. E di persone che hanno scelto di non piegarsi agli ‘uomini d’onore’ perché l’onore, quello vero, è tutta un’altra cosa e a non farcelo dimenticare qualcuno ci deve pur pensare”.

Da Paolo Borsellino a Peppino Impastato, da don Peppe Diana a Pippo Fava, fino ad arrivare a Bruno Caccia, ucciso dalla ‘ndrangheta perché le sue indagini, concentrate sulle attività mafiose in Piemonte, davano troppo fastidio. Ucciso a Torino, profondo Nord, mentre, una sera, portava fuori il cane.

Una serata per parlare di legalità proprio a Buccinasco, dove le cosche più importanti della ‘ndrangheta, hanno decidono di unirsi e di arrivare negli anni ’60 – ’70, facendo accordi con la politica per riuscire a riciclare il denaro sporco attraverso concessioni edilizie e costruzioni selvagge.

Giulio Cavalli, OstinataMente Smoderato, come ha scelto di definirsi nel pay-off della nuova campagna elettorale, è impegnato attivamente da anni nella lotta alla mafia e per la legalità.

Lo fa attraverso l’arte e il teatro, proponendo spettacoli in cui mette a nudo, con tagliente ironia, la “vera essenza” dei boss mafiosi. E lo fa con il suo impegno politico: tra i primi a denunciare la presenza della mafia al nord, sotto scorta per le minacce ricevute dalla ‘ndrangheta, è stato eletto consigliere regionale nel 2010 e si ricandida quest’anno, nelle liste di SEL, a sostegno della candidatura a presidente di Umberto Ambrosoli. “Il patto che facciamo non è solo di raccogliere preferenze, ma anche di saperle rifiutare” – sottolinea Cavalli – “Mi auguro che possa esserci finalmente una discontinuità con il passato, dopo anni di formigonismo: una discontinuità etica, oltre che politica”.

Un impegno, dunque, per il futuro di Milano e della Lombardia, ai cui cittadini Cavalli chiede fiducia – guardando a quanto realizzato fino ad oggi – e responsabilità, per un voto che faccia “respirare aria nuova” in Regione.

INGRESSO LIBERO.

Redazione

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