(mi-lorenteggio.com) Roma, 20 marzo 2013 – A seguito di un improvviso peggioramento delle condizioni di salute, si è spento oggi a Roma il capo della Polizia Antonio Manganelli.
Ricoverato d’urgenza il 24 febbraio all’Ospedale San Giovanni, aveva subito un delicato intervento per l’asportazione di un edema cerebrale e da allora non aveva più lasciato il reparto di rianimazione.
Manganelli aveva combattuto con forza anche contro un tumore che lo aveva colpito due anni fa e che aveva curato ricorrendo a terapie negli Stati Uniti d’America senza però interrompere le attività istituzionali.
Nato ad Avellino l’8 dicembre 1950, il prefetto Antonio Manganelli, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli, si è specializzato in Criminologia Clinica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università di Modena; aveva iniziato la sua carriera in Polizia negli anni ’70, nel settore delle investigazioni sui sequestri di persona a scopo di estorsione e nell’antimafia. Dopo aver ricoperto importanti cariche, tra cui quella di questore di Palermo e di Napoli, era arrivato all’apice della sua carriera con la nomina a capo della Polizia il 25 giugno 2007. Dagli anni ’70 ha operato costantemente nel campo delle investigazioni, acquisendo particolare esperienza e preparazione tecnica nel settore dei sequestri di persona a scopo di estorsione prima ed in quello antimafia poi.
Ha lavorato al fianco dei più valorosi magistrati e di organi giudiziari investigativi europei ed extraeuropei, dei quali è diventato negli anni un solido punto di riferimento, legando il suo nome anche alla cattura di alcuni dei latitanti di maggior spicco delle organizzazioni mafiose.
È stato docente di "Tecnica di Polizia Giudiziaria" presso l’Istituto Superiore di Polizia ed è autore di pubblicazioni scientifiche in materia di sequestri di persona e di tecnica di polizia giudiziaria, tra cui, di recente, il manuale pratico delle tecniche di indagine "Investigare" (Cedam), scritto con il prefetto Franco Gabrielli, direttore del S.I.S. De.
Nominato dirigente superiore dieci anni fa, ha diretto il Servizio Centrale di Protezione dei collaboratori di giustizia, contribuendo a riorganizzare con intelligente sensibilità la delicata materia.
E’ stato questore di Palermo e questore di Napoli.
Nel 2000 è stato nominato dal Consiglio dei Ministri prefetto di 1^ classe, con l’incarico di direttore centrale della Polizia Criminale e vice direttore generale della Pubblica Sicurezza.
Dal 3 dicembre 2001 è stato vice direttore generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie.
Il Consiglio dei ministri lo nomino’ capo della Polizia il 25 giugno 2007. Al momento il suo incarico è affidato al vicario Alessandro Marangoni.
IL CORDOGLIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appena appresa la triste notizia della scomparsa del Capo della Polizia Antonio Manganelli, si è messo in contatto con il Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, chiedendole di rappresentare prontamente alla famiglia del Prefetto i suoi sentimenti di solidarietà e all’intera amministrazione della Pubblica Sicurezza il suo partecipe cordoglio.
IL CORDOGLIO DEL MINISTRO DELL’INTERNO ANNAMARIA CANCELLIERI
Conoscevo Antonio Manganelli da tempo e negli anni, da lontano, avevo avuto modo di apprezzare le sue qualità di uomo e di ottimo capo della Polizia. Ma i 16 mesi che abbiamo passato gomito a gomito, sullo stesso piano del Palazzo del Viminale, molto spesso con gli stessi problemi da risolvere mi consentono di dire che Antonio era molto di più e molto meglio. Purtroppo questi 16 mesi fanno sì che il mio dolore sia ancora più forte e il vuoto ancora più grande. E capisco quale possa essere il senso di sgomento che la sua perdita lascia in chi gli é stato vicino per una vita come la moglie Adriana e la figlia Emanuela o in chi abbia avuto la fortuna di lavorare con lui anni e anni come i suoi collaboratori ai vertici della Polizia che voglio idealmente abbracciare.
Antonio é stato prima un valente investigatore, poi un lungimirante, appassionato, generoso ed efficiente capo della Polizia. Queste sue doti hanno fatto di lui un leader ed é per questo che oggi dai suoi più stretti collaboratori fino all’ultimo agente tutti lo piangono con immenso dolore. Era un numero uno.
Non solo per il fiuto da poliziotto, non solo per la capacità di dirigere l’imponente macchina alla quale tutti i cittadini italiani affidano la propria sicurezza, non solo per la solida e democratica dedizione che ha saputo mettere al servizio dello Stato. Era un numero uno soprattutto per le qualità morali che erano parte integrante di tutte le cose che ha fatto. Ed é stato d’esempio per tutti noi per il coraggio ,la forza e l’orgoglio con cui ha affrontato il lungo calvario della malattia che lo ha portato a lasciarci.
Personalmente gli sono debitrice per la leale collaborazione che mi ha dato e per il grandissimo e disinteressato aiuto che mi ha offerto in questo lavoro che per me era assolutamente nuovo. Ma é lo Stato italiano ad essere debitore nei confronti di Antonio Manganelli.
È lo Stato italiano che oggi lo piange e domani lo saprà onorare degnamente.
Il Ministro dell’Interno, con immenso dolore, ringrazia, rimpiange e ricorda Antonio Manganelli.
Annamaria vuole abbracciare per l’ultima volta l’amico Antonio.
Addio carissimo, che la terra ti sia lieve.