appuntamento settimanale dedicato alla Revivre Milano. Il presidente onorario della società meneghina, motore pulsante del progetto-Powervolley, ha affrontato vari argomenti legati all’avventura di Milano in SuperLega UnipolSai.
Tra i temi più spinosi, quello del PalaLido, ossia l’impianto che dopo i lavori di ricostruzione sarebbe dovuto diventare la "casa" della Revivre Milano, ospitando volley e anche basket (Olimpia) con un nuovo, moderno impianto da 5.500 posti. Ruspe nuovamente ferme, intoppi e ritardi, con tanto ancora da fare prima di avere il palazzetto terminato.
"A Milano – ha osservato Fusaro – serve un palazzetto, la nostra città sta affrontando diverse problematiche legate agli impianti anche nelle altre discipline sportive. Per una società diventa un problema programmare quando le difficoltà sono fuori dal campo. Il PalaLido di una volta era un punto di riferimento non solo per lo sport, ma anche per la vita sociale della città: mi auguro che Milano, al di là degli ostacoli logistici, prenda una decisione, avendo la consapevolezza dell’importanza e del valore di una struttura sportiva di queste dimensioni".
Domenica scorsa, la Revivre è stata sconfitta a Modena contro la capolista. "Dopo un primo set ingiocabile – ha commentato il presidente onorario della società meneghina – ci siamo difesi bene. Nel terzo parziale, inoltre, abbiamo perso Bencz per un problema alla spalla. Modena sta vivendo un momento straordinario, con la vittoria in Coppa Italia e il primo posto in campionato".
Trento come cuore del ciclo di ferro di Milano che poi vedrà domenica 15 febbraio la sfida esterna contro i campioni d’Italia della Cucine Lube Banca Marche. "Il calendario – ha osservato Fusaro – ci regala sfide contro le big nella prima parte e scontri diretti alla nostra portata nel finale. All’andata abbiamo fatto molto bene contro le squadre simili a noi, vincendo contro Padova, Monza e Altotevere. Sono abituato a pensare che nello sport la primavera faccia la differenza: lì si vedranno i valori in campo, almeno per le squadre che competono con noi. Ci metteremo tutto il cuore per giocare il campionato al meglio e sono convinto che i campionati si debbano giudicare alla fine".
Come sta andando complessivamente il progetto-Powervolley?
"Sapevamo che questo sarebbe stato un anno di transizione. Nessuno si aspettava certamente che vincessimo lo scudetto. Forse qualche rimpianto c’è, legato alla troppa sfortuna: abbiamo perso subito il brasiliano Bruno Temponi e dopo qualche giornata l’altro schiacciatore Robert Horstink. Sul mercato siamo riusciti a rimpiazzarne uno (con l’arrivo di Veres, ndc), ma due era impossibile. Il nostro progetto aveva tre priorità: in primis, fare il meglio possibile in campo, anche se infortuni del genere ridimensionano un po’ le ambizioni. Le altre due, invece, stanno andando benissimo: diventare popolari diffondendo lo sport sul territorio e creare una rete – la Powervolley Net – con le società del territorio a cui offrire vantaggi".
Redazione