Milano, 16 gennaio 2016 – "La Svizzera impone ai rifugiati di pagare le spese di accoglienza. Una decisione che ha suscitato le solite proteste dei soliti buonisti, che hanno evocato addirittura le leggi razziali di Hitler. A difendere i nostri vicini interviene uno che le leggi razziali le conosce bene, il direttore del Centro Wiesenthal di Tel Aviv". Lo fa notare il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, attraverso la sua pagina Facebook, dove ‘posta’ l’intervista all’Ansa del direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme Efraim Zuroff. ‘Confisca beni profughi, non parlate Shoah. Una scelta legittima in una situazione non paragonabile alla Shoah’. Cosi’ Zuroff ha definito la decisione della Svizzera, dopo la Danimarca, di imporre ai rifugiati di consegnare fino a 10.000 franchi svizzeri (circa 9.000 euro) dei loro beni per pagare le spese di accoglienza. "Non c’e’ motivo contrario al fatto che partecipino alle spese. Anche perche’ mi risulta – ha detto – che questo varra’ per coloro che hanno i soldi e che, inoltre, li riavranno indietro se dovessero lasciare il Paese". Zuroff ha respinto ogni paragone con il ‘trattamento’ riservato agli Ebrei durante la Shoah: "Oggi non tutti scappano da un genocidio, da una minaccia di vita. Invece nel caso degli Ebrei durante la Shoah questa era una realta’ comune a tutti".
Redazione