‘CONTROGARANZIE’ – "Attraverso la nostra struttura Finlombarda – ha aggiunto il presidente – noi gia’ facciamo molto per le nostre imprese. Proprio ieri per esempio abbiamo approvato in Giunta una linea di intervento sulle cosiddette ‘controgaranzie’, che consente di mettere in circolo 260 milioni di euro in termini di garanzie primarie e 520 milioni come finanziamento alle imprese: un sostegno concreto, non chiacchiere. Non siamo una banca, ma interveniamo a favore delle imprese laddove le banche non riescono ad arrivare".
MISURE REGIONALI A SOSTEGNO IMPRESE – "Abbiamo due misure, ‘CreditoAdesso’, per finanziare il capitale circolante per le imprese lombarde, e ‘CreditoInCassa’, che aiuta i Comuni e ora anche le imprese a smobilizzare i crediti che le imprese hanno nei confronti della Pubblica amministrazione – ha ricordato Maroni -, noi acquisiamo il credito e paghiamo direttamente le imprese, prendendoci noi il credito a favore dei Comuni".
RIFORME NON COMPROMETTANO ATTENZIONE AL TERRITORIO – "Sono sempre a favore delle riforme – ha precisato Maroni -, ma sono preoccupato che mettere mano alla struttura delle banche, in particolare di banche che sono sempre state vicine al territorio, come le Banche popolari e le Bcc, possa comportare un atteggiamento meno attento delle banche nei confronti appunto del mondo delle micro imprese. Questo comporterebbe un danno grave per le imprese e, di conseguenza, per l’economia della Lombardia. Bene le regole europee, ma qui abbiamo delle specificita’ che il legislatore, il Governo deve considerare. "La Cgia di Mestre – ha riferito Maroni – ha rilevato che le Banche popolari, durante la stretta creditizia del 2011 hanno aumentato i prestiti e la clientela del 15,4 per cento, diversamente dalle banche SpA che hanno diminuito il credito del 4,9 per cento. Mi auguro quindi che la riforma vada nel senso di mantenere questa attenzione al territorio".
ATTENTI A NORMA GOVERNO – "Ci sono state reazioni contrastanti alla normativa del Governo sulle Banche popolari e noi l’abbiamo in parte impugnata davanti alla Corte costituzionale e stiamo attendendo ora la conversione del decreto sulle Bcc, per vedere se sara’ necessario fare altrettanto – ha fatto sapere il governatore -. Mi pare che sul decreto Bcc le Banche di credito cooperativo abbiano espresso un commento favorevole, vedremo ora la Legge di conversione".
PRONTI A COLLABORARE – "Se sara’ mantenuta l’attenzione al territorio – ha concluso il presidente -, noi siamo pronti a collaborare, con le nostre strutture, perche’ le Regioni hanno un ruolo importante nel rapporto tra la banca, che e’ un’impresa, certo, e le imprese del territorio che devono ricevere finanziamenti, soprattutto in un momento di crisi. Se cosi’ sara’, noi siamo pronti a sostenere queste riforme, che pero’ non devono pero’ avere solo del punto di vista delle banche, ma anche dei clienti delle banche, cioe’ le imprese, il mondo delle professioni e le famiglie.
Redazione