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La Città metropolitana mette a confronto ATS e amministrazioni locali

(mi-lorenteggio.com) Milano, 8 aprile 2016 – Si è svolto oggi nella sede di Viale Piceno della Città metropolitana di Milano un incontro per discutere delle future modalità di collaborazione tra Città metropolitana e le Agenzie di Tutela delle Salute (ATS), a seguito della nuova organizzazione del sistema sanitario lombardo, stabilita dalla Legge Regionale 23/2015. Il dibattito è stato aperto dalla consigliera metropolitana con delega alle Pari opportunità, Politiche di genere, sostegno alle categorie più deboli e disabilità, Maria Rosaria Iardino, ed è proseguito con gli interventi dei rappresentanti di ATS Milano-Città metropolitana e del direttore del settore Sviluppo Economico e Sociale della Città Metropolitana di Milano, Dario Parravicini. Durante l’incontro si è discusso del ruolo che la Città metropolitana potrà avere nel nuovo scenario aperto dalla LR 23/2015, di cui sono state analizzate novità e obiettivi. «I cambiamenti introdotti dalla nuova normativa regionale in ambito sanitario hanno una forte ricaduta su un territorio estremamente diversificato come lo è quello dell’area metropolitana milanese. La Città metropolitana ha l’ambizione di svolgere, anche in questo settore, un ruolo di coordinatore tra ambiti, associazioni, sindaci e assessori», ha dichiarato la consigliera metropolitana Rosaria Iardino. La prima innovazione sostanziale introdotta dalla LR 23/2015 riguarda l’integrazione degli ambiti socio-sanitari e socio-assistenziali, compresi nel nuovo Assessorato unico al Welfare, creato per dare una direzione unitaria al sistema socio-sanitario lombardo. Viene inoltre rivoluzionato il sistema istituzionale delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e delle Aziende Ospedaliere (AO): da una parte, in sostituzione delle 15 ASL vengono istituite 8 Agenzie di Tutela della Salute (ATS) con funzione di programmazione; dall’altra in sostituzione delle 29 AO vengono istituite 27 Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) con funzione di erogazione. Una struttura che prevede quindi un sistema a tre livelli (centrale regionale, ATS, ASST), volto a garantire maggiore razionalizzazione, ottimizzazione delle risorse, centralizzazione, riduzione della frammentarietà d’offerta e riequilibrio tra l’assistenza ospedaliera e territoriale. La legge inoltre prevede l’istituzione di un altro organismo, l’Agenzia di Vigilanza e Controllo dotato di autonomia amministrativa, organizzativa, finanziaria e contabile, ma che agirà in collegamento con le singole ATS. «Crediamo che tutto ciò che ha al centro la persona sia di vitale importanza, soprattutto quando si parla di tutela e diritto alla salute. Sappiamo inoltre che una corretta visione della salute pubblica prevede anche informazione e prevenzione, che ha come risultato non solo la riduzione degli interventi e della diffusione di alcune patologie, ma anche quella dei costi della spesa pubblica. Il contributo portato dalle amministrazioni locali durante il dibattito di oggi testimonia ulteriormente la reale necessità di un soggetto che si interfacci con i Comuni, per capire le esigenze dei territori coordinandone le azioni e giocando un ruolo di facilitatore istituzionale. E la Città metropolitana di Milano ha dimostrato di avere l’autorevolezza per svolgere questo ruolo».

Redazione

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