L’assessore ritorna cosi’ sulla "assoluta necessita’ di mettere nelle condizioni la suinicoltura del Nord di poter conquistare nuovi mercati, senza che per colpa di focolai mai debellati di vescicolare o peste suina africana in Sardegna, Calabria e Campania debbano subire limitazioni all’export zone sicure come la Lombardia, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte e l’Emilia-Romagna".
Nelle ultime settimane i listini dei suini pesanti destinati alle produzioni tipiche sono aumentati, complice anche una ripresa dei prezzi su scala europea. Quanto all’export di carni suine dall’Unione europea, nel periodo gennaio-giugno 2016 hanno varcato i confini comunitari, secondo i dati della Commissione Agricoltura Ue, 2.087.860 tonnellate, per un valore di 3,73 miliardi di euro.
"Proprio la Cina e Hong Kong – osserva Fava – hanno registrato una crescita significativa, tanto da essere passati da 930.000 tonnellate nel periodo gennaio-giugno 2015 a 1.500.000 tonnellate nel primo semestre di quest’anno, seguiti in termini di volumi importati da Giappone, Messico, Stati Uniti, Corea del Sud e Canada". L’area asiatica e’ in forte sviluppo, con la Cina che e’ aumentata complessivamente del 115% nel primo semestre 2016 su base tendenziale, seguita da Giappone (+22%), Hong Kong (+55%), Vietnam (+144%), Filippine (+32%).
Positivo anche l’export Ue di carni suine verso gli Usa (+40 per cento). "E’ urgente consentire anche alla filiera suinicola Made in Italy di cogliere tali opportunita’ – insiste Fava, chiedendo al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina di farsi parte diligente per ottenere un risultato positivo – anche perche’ le buone performance che oggi caratterizzano gli allevamenti suinicoli, nei prossimi mesi potrebbero fare i conti con un rialzo dei costi di produzione". Secondo quanto indicato dal Chicago Mercantile Exchange, piattaforma di riferimento mondiale per il trading dei cereali, i futures per il mais e il grano subiranno un incremento dei prezzi a marzo e a settembre 2017, toccando i 147 dollari a tonnellata per il mais (dai 132 $ attuali) e i 183 dollari per il frumento (dai 157 $ di oggi). In flessione, secondo il CME, il valore della soia, che sulla base dei futures passerebbe dai 377 dollari alla tonnellata del settembre 2016 ai 355 del settembre 2017.
Redazione