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I PREMI DELLE GIURIE DELLA QUINTA EDIZIONE DI LAKE COMO FILM FESTIVAL

(mi-lorenteggio.com) Como, 3 luglio 2017  – GULÎSTAN, LAND OF ROSES di Zaynê Akyol vince il Premio Longscape, il concorso riservato ai lungometraggi che mostrano uno stretto legame tra cinema e paesaggio. Il Premio Longscapes Insurbia va invece a SPOOR di Agnieszka Holland, menzione speciale a BURGING BIRDS di Sanjeewa Pushpakumara.

La giuria cinema composta da Gaia Bracco, Gian Luca Pisacane, Jacopo Marchesano, Margherita Giusti Hazon, Simone Soranna e Gabriele Lingiardi ha assegnato il Premio Longscape della quinta edizione di Lake Como Film Festival a GULÎSTAN, LAND OF ROSES di Zaynê Akyol Per aver saputo raccontare il dramma contemporaneo delle donne combattenti con sguardo sincero ed efficace senza dimenticare la bellezza spietata del paesaggio, dimostrando che in tempo di guerra anche un lembo di terra può diventare casa”.

La giuria degli studenti dell’Università dell’Insurbia premia SPOOR di Agnieszka HollandPer aver coniugato una trama originale con un paesaggio descritto nel suo ciclo vitale, portando alla luce una battaglia per i diritti degli animali. Il film, che pur presenta contenuti drammatici, riesce comunque a non perdere di vista il lato ironico e leggero della vita. La fotografia rapisce lo spettatore in un’ambientazione fiabesca, a tratti luminosa e a tratti cupa, in cui il dialogo tra esseri umani e animali ripropone il gioco forza tra dominato e dominatori. La protagonista nonostante mantenga la fragilità proprie dell’essere umano, assurge ad emblema di chi nella vita si batte da solo per un grande ideale a fronte di una maggioranza violenta che reitera senza rifletterci le tradizioni di una società arcaica”.

La stessa giuria assegna la menzione speciale a BURGING BIRDS di Sanjeewa Pushpakumara “Per aver portato all’attenzione degli spettatori delle problematiche che non si conoscono o che non si vogliono conoscere. La crudeltà delle azioni si riflette e a volte si contrappone alle immagini del paesaggio. Le interpreti femminili tentano invano di ricreare un paesaggio domestico dei sentimenti armonico, che deve drammaticamente fare i conti con un paesaggio esterno carico di violenza. Alla fine è solo il fuoco che purifica tutto”.

Premio Longscape

GULÎSTAN, LAND OF ROSES
di Zaynê Akyol, Canada/Germania 2016, 87′ (v.o. sott. it.)
La regista di origini curde Zaynê Akyol al suo documentario desordio si mette alla ricerca dei ricordi di Gulîstan, una sua cara amica, come lei emigrata in Canada, che si era unita al PKK ed è morta in combattimento nel 2000, ritraendo da vicino la vita di un gruppo di guerrigliere che vivono in un costante e impegnativo addestramento fisico e spirituale, strette nella resistenza tra Turchia e Isis. Per la prima volta, entriamo dietro la linea di un fronte che conosciamo dai media, scoprendo una scelta di vita estrema e senza ritorno, che porta ad affrontare le difficoltà e i pericoli senza incertezze o paura. Le ritualità delle combattenti, dalle armi al giocare a bandiera, e la dimensione politica nelle loro riunioni danno luce ad aspetti che riportano a una dimensione umana e quotidiana. Ma dietro questo ritratto, esplode il conflitto in bilico tra poesia e dramma della nostra attualità.

Premio Longscapes Insurbia

SPOOR
di Agnieszka Holland, Polonia/Germania/Repubblica Ceca/Svezia, 128 (v.o. sott. it.)

La signora Duszejko è un’anziana signora che insegna l’inglese ai bambini di un villaggio situato al confine tra Polonia e Repubblica Ceca, nei Sudeti. Un giorno le sue due cagne, a cui è affezionatissima, scompaiono. Alcuni mesi dopo è lei a scoprire il cadavere di un vicino, un bracconiere. Le uniche tracce che conducono a questa morte misteriosa, che non sarà l’unica, sono quelle degli zoccoli di un capriolo. Una vita sul crinale tra due mondi e due sfere di spiriti, quelli delle montagne e quelli delle città. In effetti, la Duszejko, donna libera e forte, porta avanti con forza le sue idee e lotta con ogni mezzo contro la brutalità dei cacciatori, trovando legami e inaspettate alleanze con alcune persone, solitarie e bizzarre. Con Spoor, la Holland dà fondo a quella visceralità densa, quella tensione allirrazionale, che spesso ha attraversato il suo cinema, che qui si espande tra paesaggi brumosi, nella predizione di un nuovo regno millenario di armonia tra l’uomo e la natura.

Menzione speciale

BURNING BIRDS
di Sanjeewa Pushpakumara, Sri Lanka/Francia 2016, 84‘ (v.o. sott. it.)
Nel 1989, in un piccolo villaggio rurale dello Sri Lanka, Kusum deve affrontare il dramma della miseria e della violenza dopo che il marito è stato barbaramente ucciso dall’
esercito, nel pieno di una guerra civile che ha devastato il paese per 26 anni. Per mantenere i figli a scuola, la donna accetta i lavori più umili fino a spingersi a lavorare in ambienti solo per uomini. Privata di ogni dignità, la donna comincia una dolorosa e inesorabile discesa nell’abisso. Sanjeewa Pushpakumara costruisce questa opera con grande attenzione per i paesaggi dello Sri Lanka, creando una fascinazione mista a ribrezzo, una pornografia del degrado umano dove prevalgono i ritratti dei personaggi con quadri fissi o quasi, come dei tableau vivant.

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