Milano, 4 maggio 2018 – Dal loto bianco e blu dell’Egitto faraonico, al loto rosa dell’India, alla rosa di Afrodite degli antichi greci, al crisantemo e al fiore di ciliegio dei samurai e, ai giorni nostri, alle decorazioni floreali nel liberty e nell’opera lirica sono alcune delle testimonianze che la cultura dei fiori, associata a simbologie diverse, ha permeato tutte le società umane. La cultura dei fiori esiste fin dalle più remote antichità della nostra storia di uomini, dai nomadi cacciatori-raccoglitori di 100.000 anni fa fino ai nostri giorni. Ma cosa ci attrae nei fiori? Il colore, il profumo, la forma o, oltre a tutte queste cose, qualcosa che va oltre: la bellezza. I fiori rappresentano il bisogno di bellezza che caratterizza la nostra specie: noi uomini non possiamo fare a meno dell’esperienza della bellezza in ogni nostra attività, nel lavoro, nella vita familiare, nella vita sociale, nelle espressioni culturali. E l’esperienza della bellezza si associa alla creatività umana, nella pittura, nella scultura, nella musica, nella letteratura, nel mito e in tutte le diverse forme e usi delle decorazioni floreali presenti in tante civiltà antiche e moderne. La mostra “La bellezza dei fiori” è l’occasione non solo di conoscere le diverse forme in cui la cultura dei fiori si è espressa nelle civiltà umane antiche e moderne, dall’oriente all’occidente, ma anche di sperimentare quanto il bisogno di bellezza, rappresentato dai fiori, è profondamente inscritto nel cuore di noi uomini di tutti i tempi.
“Un giorno, nell’antica Grecia, un filosofo cinico incontra una giovane e avvenente fioraia. Le si avvicina e le domanda bruscamente: “A che servono i tuoi fiori?”. La fanciulla affonda il viso in un gran mazzo di fiori, ne aspira voluttuosamente il profumo e risponde:” Sono belli!”.
Aneddoto del matematico Luigi Campedelli (1903-1978)
La mostra è stata ideata e realizzata da: Marina Castoldi, Maria Antonietta Crippa, Fiorenza De Bernardi, Umberto Fascio, Claudio Gallazzi, Rossella Menegazzo, Cinzia Pieruccini, Filippo Pizzoni, Carlo Soave.
Redazione