Tra i pezzi in mostra spiccano i costumi disegnati da Franco Zeffirelli e Caramba e indossati da cantanti divenute vere e proprie icone, tra cui Maria Callas, Giulietta Simionato e Lucia Valentini Terrani. Abiti storici che vestono manichini sartoriali realizzati per l’occasione con speciali accorgimenti e misure dalla Bonaveri, azienda italiana leader mondiale nei manichini haute de gamme. Image Image Per valorizzare costumi di scena e pezzi unici, l’azienda di Renazzo di Cento (FE) ha creato una serie di manichini e busti su misura che sembrano quasi dare vita ai personaggi rossiniani.
Ad accogliere i visitatori della mostra sono infatti i protagonisti delle opere di Rossini, che impeccabili nei loro sontuosi abiti di scena, appaiono più come abitanti del Museo che come “pezzi” in esposizione: li si ritrova a passeggiare con naturalezza tra una sala e l’altra, intenti ad esibirsi al pianoforte o adagiati su un’elegante poltroncina in un salottino ottocentesco. Accanto a questi, la mostra presenta una ricca selezione di cimeli, manoscritti e ritratti del compositore (alcuni dei quali restaurati per l’occasione), gioielli di scena, contenuti video, insieme a uno scenografico percorso che ricostruisce gli allestimenti scaligeri delle opere di Rossini. Un rapporto speciale unisce infatti il compositore marchigiano al Teatro milanese: dalla prima opera che ha visto la luce alla Scala, “La Pietra del Paragone”, alla recente edizione de “La Gazza Ladra” di Riccardo Chailly, passando per storici spettacoli attraverso tutto il Novecento: un legame unico che trova coronamento in questa grande esposizione.
Redazione