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Proverbio: Febbraio, febbraiello, cortino e bugiardello

TOPONOMASTICA. DEDICATO A LUCIANA CELLA GUFFANTI IL PARCO DELLE FAVOLE DI AFFORI

(mi-lorenteggio.com) Milano, 6 ottobre 2018 – Si è tenuta questa mattina la cerimonia di dedica del Parco delle Favole di Affori a Luciana Cella Guffanti, durante la quale sono intervenuti la vicesindaco Anna Scavuzzo, il figlio di Luciana Stefano Guffanti, Rosamaria D’Ambrosio Galbussera dell’Associazione Amici del Parco, Felice Carlo Besostri e Luigi Ripamonti.

Scomparsa nel 2016, era definita la ‘pasionaria’ di Affori, quartiere in cui viveva dal 1964 e per il quale ha combattuto diverse battaglie, in particolare per la salvaguardia delle aree verdi. Tra queste, proprio quella che ha permesso di trasformare una cava adiacente a viale Enrico Fermi nel cosiddetto Parco delle Favole, inaugurato nel 1976.

Il 1975 vedeva nascere un secondo comitato: si trattava di salvaguardare un’area di 26mila mq che stava per essere destinata dal Consiglio di Zona a una società sportiva che l’avrebbe cintata per ottenere un campo di calcio con relativi spogliatoi, usufruibile quindi soltanto da atleti e non dagli abitanti. Dopo varie traversie durate circa un anno ottenemmo che l’area fosse attrezzata a verde pubblico con relativi campi gioco. Era l’inizio di quello che poi sarebbe stato battezzato: Parco delle Favole.

Così scriveva Luciana Cella in una lettera pubblicata sul sito Donne e Storia in cui raccontava il suo attaccamento per Milano e il suo impegno per il quartiere Affori.

Per poi proseguire: L’area negli anni si è trasformata notevolmente: i circa quattrocento alberi che erano stati messi a dimora sono ora piante di alto fusto che in molti casi raggiungono l’altezza di cinque piani. Le specie sono varie: celtis australis, detti anche bagolari o spaccasassi, aceri di monte, olmi, gleditsia triacanthos, frassini, pioppi italici, ippocastani, tigli, querce, catalpe bignoidea. Il loro stato di salute è risultato essere ottimo, come lo testimonia la verifica fatta recentemente da un agronomo del Comune. È stato chiamato il Parco delle Favole, ma una mia amica dice che avrebbe dovuto avere il mio nome, chiamarsi Parco Luciana Cella. Io penso che anche se sono stata io a volerlo, senza la presenza di tutte le altre donne e gli uomini che si sono spesi con me per averlo non avrei avuto l’energia per portare avanti così ostinatamente il mio progetto.

Ed è proprio alla luce di questo amore di Luciana per il suo quartiere, il suo parco, che negli scorsi mesi l’associazione Amici del Parco aveva chiesto al Comune l’opportunità di integrare la targa con il suo nome. Una richiesta che la Giunta ha accolto lo scorso giugno e che ha portato alla nuova la targa su cui ora c’è scritto “Parco delle Favole voluto da Luciana Cella Guffanti”.

 

Redazione

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