15.3 C
Milano
sabato, Aprile 20, 2024

Proverbio: D'aprile non ti scoprire.

L’URGENZA DEI NUMERI CHE PARLANO DI PMI di Paolo Galassi, presidente A.P.I.

di Paolo Galassi, presidente A.P.I., Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi
e Bergamo

 

(mi-lorenteggio.com) Milano, 21 dicembre 2018 – Uno stato moderno e proiettato al futuro deve avere una politica industriale
con obiettivi a breve-medio-lungo termine. Lo facciamo noi imprenditori in
azienda. Lo pretendiamo da chi guida una nazione.

Non si tratta di colori politici o di bandiere, ma di mettere l’Italia nelle
condizioni di riprendere la dignità e la forza della seconda potenza
manifatturiera europea.

Fare impresa deve essere un valore non una corsa a ostacoli!

Sono oltre 20 anni che non si creano le basi della politica industriale
italiana, che ricordo essere fatta da interventi per orientare e supportare
il processo di trasformazione strutturale di un’economia. E’ il processo di
industrializzazione la guida della trasformazione economica e quindi, solo
agendo su questo, è possibile indirizzare il più generale meccanismo di
mutamento strutturale del Paese.

Dunque, guardo all’associazione che guido e vedo i numeri, che generano
l’urgenza di azioni concrete.

Mi riferisco alla perdita di oltre 500 imprese negli ultimi due anni solo
sul nostro bacino associativo. Che si trova in Lombardia, uno dei motori
economici dell’Italia.

Il 60% per chiusura dell’attività. Inutile sottolineare che se chiude
un’azienda vengono eliminati dei posti di lavoro. Mediamente una nostra PMI
associata occupa circa 20 addetti. Se dovessi stimare in termini numerici
l’importanza e l’impatto sull’economia di ogni lavoratore potrei
semplificarlo nel rapporto di 1/3.5, cioè con un solo stipendio mediamente
si mantengono oltre 3 persone. Fate voi i conti.

L’8% ha dato disdetta per passaggio ad altra associazione. Il 7%, invece,
per acquisizione da parte di multinazionali o imprese estere. E si conferma
il depauperamento dell’imprenditoria italiana.

Infine, Il 25% ha dato disdetta per taglio costi, che non è mai una bella
premessa, o per la perdita di fiducia nei corpi intermedi. Dobbiamo lavorare
per ricreare la fiducia nelle istituzioni.

Ho creato in voi Istituzioni e Lettori un senso di urgenza? Spero di sì.

Perché in A.P.I. lavoriamo su: tutela, efficienza, sviluppo, networking,
innovazione, sostenibilità. Perché, ogni giorno, ci interroghiamo su come
supportare le imprese a crescere, svilupparsi, resistere, investire,
conoscersi e mettere a fattor comune le buone prassi tra imprenditori.

Cavalcare l’innovazione e farne la testa d’ariete per sfondare nei mercati e
per mettere le basi per un futuro solido. Perché le imprese devono pensare
in grande e agire in piccolo, a misura di pmi.

Oramai da anni faccio un esercizio di stile e ribadisco i temi sul tavolo:
ridurre il costo del lavoro in maniera strutturale, abbassare il costo
energetico, tempi della giustizia certi e uniformità di giudizio, dare più
credito alle imprese, sostenere l’idea imprenditoriale, garantire la
formazione continua e la riqualificazione del lavoratore, favorire il
sostegno all’innovazione, allo sviluppo e all’internazionalizzazione,
l’industria 4.0, dare attenzione alla nuova imprenditoria.

Noi imprenditori ci siamo. E Voi?

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Ads -
2,585FansMi piace
160FollowerSegui
0IscrittiIscriviti

Ultime news

- Ads -